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Montezemolo vuole scendere in politica

Aprile 04
06:56 2011

Fonderà il “Partito del Qualunquismo Rivisitato”?
Luca Cordero di Montezemolo, secondo una certa vulgata simil-centrista starebbe per scendere in campo in politica. Non per sua scelta. E’ vero che aveva fondato la Fondazione Italia Futura di cui è leader, ma lo aveva fatto “per aiutare ad analizzare… come fare per dare respiro…come attivare l’Italia che può farcela“, non per proporsi come “uomo nuovo” della politica. E’ vero che successivamente, e a più riprese aveva attaccato il Presidente del Consiglio. Ma solo perché preoccupato dello stallo in cui si trova il Paese e non per entrare in politica. E’ vero che a chi lo aveva descritto (ma pare non sia stato nessuno, all’epoca) come pronto a entrare in politica egli rispose con una nota intervista che “no, non pensava proprio che fosse quello il suo ruolo“. Oggi con un ragionamento molto originale, che potremmo definire senza tema “qualunquismo rivisitato”, ripropone critiche, giudizi e soluzioni che il Giannini dell’Uomo Qualunque propose all’Italia centinaia di secoli politici fa.

Ed è, come allora, un pericolo a latere per la democrazia, per la partecipazione, per chi è nelle fasce deboli della società, per i lavoratori. “Alle mie accuse e critiche – dice Montezemolo – mi rispondono [ma non si sa se si rivolge solo a Berlusconi – n.d.A.] che se voglio parlare di politica, devo entrare in politica“. Più avanti si lamenta del fatto che la leadership del Paese non è veritiera nei confronti dei cittadini perché non si dicono le cose come stanno. La società civile sta troppo zitta. La politica tutta campa alle spalle degli italiani. L’unico degno di fiducia è Napolitano. Infine ci sono troppi che si propongono come critici nuovi ma sono sulla scena da vent’anni e non possono far finta di essere qui perché giunti ieri. Da qui la conclusione che “se questa è la situazione, per reagire tutti insieme, occorre prendere in parola chi dice che la politica la si fa entrando in politica“. Finalmente! Luca Cordero di Montezemolo ha partorito! Da qui a breve ci darà quale sarà lo strumento che utilizzerà per entrare in politica! Considerazioni: 1. L’Italia ha davvero bisogno di un (altro) “uomo nuovo” che si metta alla guida di “un nuovo partito o movimento” che faccia vedere quali sono gli interessi veri da perseguire? Non ci sembra che ci sia questa necessità. Le ultime due o tre novità simili degli ultimi decenni ci hanno portato “una marea di guai”. Ci hanno portato guai la Lega e i movimenti e partitini simili che si sono legati all’idea di “Roma ladrona” e di “Padania libera”, fino a giungere per questo tramite programmatico a governare-ricattare la guida del Paese col risultato storico e politico – dopo qualche decennio – che: 1. l’ultimo rapporto della magistratura e della Corte dei Conti sullo stato della Pubblica Amministrazione certifica che sono aumentati i casi di corruzione nella Pubblica Amministrazione stessa (e che sono “aumentati anche i profitti-tariffe della corruzione“). 2. gli ultimi provvedimenti parafederalistici (che nulla hanno a che vedere con l’autonomia, turlupinando i cittadini che li avevano seguiti) non sono autonomistici, non sono applicabili, e comunque rinviati a non si sa bene (per i tempi di attuazione) quali regolamenti attuativi futuri.
Guai e disastri ancora tutti non compiuti e non certificati, poi, sono giunti dall’altra famigerata scesa in campo del capo del Governo. Il quale ha fatto in modo che: 1. fosse appiattita, debellata, spezzettata la capacità critica degli italiani. Questo tramite i potenti mezzi economici di cui disponeva e dispone (e che, anzi aumenta sempre più) e quindi anche dei mezzi di comunicazione che utilizza culturalmente e politicamente. 2. proponendo via, via, soluzioni miracolistiche che, accompagnate dalla bassa capacità critica di chi riceve le proposte si è sempre più ritrovato a gestire come possibili e quasi realizzate. Il caso più emblematico è il Ponte sullo stretto di Messina: esistono già le tabelle di pagamento dei pedaggi predisposte dal CIPE! 3. oltre certo squallore insito nell’uso spregiudicato degli strumenti di aggiramento (ad personam) della giustizia, colpisce il “rinnovamento continuo” della “novità politica” dello strumento che ha utilizzato: il partito di plastica. Si sono offesi coloro che controbattevano la verità di questa affermazione. Ma i congressi dei vari “nuovi partiti” tutti discendenti da Forza Italia, sono sempre stati fatti a tavolino e ad includendum. Nel senso che di volta in volta, o acquisendo personaggi, o pezzi di movimenti e partiti, o scomponendo gli altri, mangiava i corpi altrui per alimentare il proprio corpo. Ma tutto a livello di “generali e colonnelli”. Ciò che veniva percepito alla base era solo la conseguenza da applicare. Poi, il sistema collaudatissimo era sempre il medesimo: il kit a disposizione, gli yesmen favoriti in qualunque ascesa purché già devoti all’idea, alle iniziative, alle scelte del Capo già prima di conoscerle. Insomma dei fantocci-replicanti. Ebbene, a tutto ciò Luca Cordero di Montezemolo vuole aiutare il Paese a porre fine. Non male come intenzione. Quindi che farà? Costituirà una Lega per l’Italia? Per cacciare tutta la politica (anche se nella stragrande maggioranza dei casi è solo la parte maggioritaria politicamente che attualmente governa che ha addosso tutta quella analisi negativa) e sostituire ad essa nuove “indipendenze”? Oppure proporrà – come ogni uomo che si è fatto da sé – che con un nuovo Partito/Movimento, però pulito, però non incentrato a fare affari a Montezemolo, si potrà far ripartire l’Italia che è una Ferrari ma è ferma ai box?
In tutti e due i casi, qualcuno dovrebbe farlo sapere al Montezemolo nazionale, non è affatto una novità. Non solo ma quello che verrebbe perpetrato è lo stesso errore di fondo di questi “anni bui” della Repubblica italiana. L’errore di non considerare che, grazie a furbizie e scorciatoie miopi di soggetti politici storici unitamente alla protervia degli arrembanti, si è dotato il Paese di strumenti di rappresentanza che sono lontanissimi dalla rappresentanza di popolo che veniva garantita e difesa dallo spirito dello Costituzione. Oggi, cioè, milioni di lavoratori, milioni di cittadini ultimi, milioni di elettori non vedono rappresentate le loro esigenze, le loro richieste, il loro punto di vista, perché in nome dell’efficienza, del risparmio e del federalismo si è chiusa la possibilità di avere accessi a chi supinamente non sposava preventivamente cordate “maggioritarie”. A chi, all’interno di questa logica, non avesse grandi mezzi economici da mettere sul tavolo della battaglia politica “all’americana” dove l’apparenza è molto se non tutto.
Tutta questa non-considerazione, ovviamente, ha enormi conseguenze sociali ed economiche. Economiche, perché se non c’è un forte riferimento politico per una grande rappresentanza sociale, come sono i lavoratori, il rischio è che la capacità critica e propositiva dei lavoratori organizzati (sindacato) venga meno, inducendo il padronato a non tenere conto, a sottovalutare, a non conoscere altre opzioni che non quelle delle dinamiche “privato-capitalistiche”, quindi monopoliste, quindi accentratrici. Di qui il fatto, certificato, che l’Italia è tra i Paesi occidentali quello in cui è maggiore la sperequazione tra chi ha (non sono molti di più, ma hanno molto di più) e chi non ha (che sono sempre di più ed hanno sempre meno…insomma, i “nuovi poveri”). Questa incapacità di redistribuire il reddito è insito nel sistema produttivo che si sta affermando (sempre più “finanzia rizzato” e sempre meno manifatturiero e direttamente produttivo) e nel sistema-politica che si sta spalmando addosso a questo nuovo sistema. Con i modi della politica (le critiche e le controproposte delle opposizioni esistenti – Pd, Idv – sono flebili e raramente alternative) e con i contenuti della politica (la vicenda FIOM e la CGIL – che apre alle posizioni FIOM che quindi viene lasciata quasi sola per questo – ne sono la riprova). Mentre a latere, quei milioni di lavoratori e di parte debole della società riescono a trovare solo diffusamente ma non visibilmente la sinistra alternativa Prc, Pdci e Sel, rappresentanze comuniste e sociali. A tutto questo non solo Montezemolo non ha interesse a dire nulla, ma non vuole neppure che si cambi la sostanza delle cose. A Montezemolo, e al padronato illuminato che ha dietro, andrebbe lo stesso sistema, ma depurato del Capo ormai impresentabile (ha fatto il lavoro sporco, ora si tolga dalle scatole); depurato del fascismo collaterale che è troppo demodè (quanto è meglio un Fini targato FLI rispetto ad un “colonnello fascista” come La Russa che ha venduto la causa al padrone?). E che i poveri, i lavoratori, i comunisti e la sinistra stiano in un angolo! Questa è la proposta politica “nuova” che sta avanzando Luca Cordero di Montezemolo! Vediamo chi saranno i neofiti, i tifosi, i fan e i riciclati di turno! A completamento ecco un link che racchiude le anticipazioni Ansa: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/03/30/visualizza_new.html_1529445518.html

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