MONTE COMPATRI – POLO SCOLASTICO: IL RICORSO AL TAR CONTRO LA REVOCA DEL FINANZIAMENTO REGIONALE
POLO SCOLASTICO: DIFETTO DI MOTIVAZIONE, VIOLAZIONI DI LEGGE E DEL GIUSTO PROCEDIMENTO, ECCESSO DI POTERE: IL RICORSO AL TAR CONTRO LA REVOCA DEL FINANZIAMENTO REGIONALE
Eccesso di potere per difetto di trasparenza, violazione del giusto procedimento e di legge, mancanza di motivazioni: sono questi i punti principali del ricorso al Tar, presentato dal Comune di Monte Compatri e notificato il 16 aprile scorso, dopo la revoca della Regione Lazio del finanziamento statale per il nuovo polo scolastico e la pubblicazione della nuova graduatoria che vede il progetto di Palazzo Borghese scivolare dalla terza alla quinta posizione: piazzamento e punteggio che non garantiscono l’accesso ai 5milioni di euro per la realizzazione di plessi per l’infanzia e della materna.
La determinazione del dipartimento Infrastrutture, pubblicata il 15 marzo e con cui si revocava il precedente provvedimento del 18 gennaio 2018, sarebbe illegittimo perché “nell’operato della direzione della Regione Lazio non è dato intervenire un solo elemento utile a fondare la legittimità della revoca in autotutela”, si legge nel ricorso depositato presso il Tribunale amministrativo regionale.
Inoltre la determina numero G03150 “non è stata preceduta dal necessario avviso di inizio del relativo procedimento amministrativo, in contrasto e violazione con quanto previsto dall’articolo 7 della legge 241/1990”. La ragione della revoca, infatti, risiederebbe “in mancati approfondimenti istruttori”.
Non solo. Difetto assoluto di istruttoria e di motivazione: non sono indicate le ragioni giuridiche che hanno portato a questa scelta. Limitandosi a dedurre “una generica e potenziale inidoneità dell’operato della commissione”, che è stata esautorata. Inoltre nessuna delle amministrazioni posizionatesi, in base al primo provvedimento, dal quarto al quattordicesimo posto della graduatoria hanno presentato ricorso.
Dunque le “anomalie procedimentali non risultano spiegabili”, “grossolana la modalità per non perdere i fondi stanziati” per la Regione Lazio. Un atteggiamento, quello della direzione, che “getta un cono d’ombra sulle effettive ragioni che hanno portato alla revoca in autotutela”.
“L’oscurità delle ragioni – si legge ancora nel ricorso dell’amministrazione comunale –che hanno condotto alla revoca e alla nomina di una nuova commissione … sostanziano un processo valutativo arbitrario”. Neppure resi noti i verbali; mentre un’amministrazione ottiene lo stesso identico punteggio anche con i nuovi commissari; un’altra, vede lievitare la valutazione.
“L’evidente danno economico – spiega il sindaco di Monte Compatri, Fabio D’Acuti – causato da questi atti, i procedimenti fumosi da parte dell’amministrazione regionale, la convinzione della validità del nostro progetto sono tutte quelle ragioni che ci hanno spinto a presentare questo ricorso per avere l’opportunità di riesaminare la procedura e l’iter che hanno portato alla revoca di 5milioni di euro, per altro stanziati dal ministero dell’Istruzione, che ci avrebbero permesso di realizzare una scuola più sicura per i nostri bambini”.
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