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L’incontro “Montagna e sport all’aria aperta nel Lazio” si è tenuto domenica 30 aprile, dalle ore 17.00, nello spazio adibito a conferenze della 96 Fiera di San Giuseppe di Monte Compatri.
Si è fatto riferimento alla speranza, in ambito ambientale, nello sviluppo migliore del Lazio, dell’Appennino e del Mondo (le valli dell’Everest sinonimo di escursionismo).
Ci si è domandato se con l’alpinismo e il trekking si genera economia e la risposta è stata che probabilmente sì. Inoltre, si è ricordato un fatto storico: quest’anno è l’anno dell’Everest (nel 1953 c’è stata la scalata).
In riferimento alla passione per la montagna, essa può iniziare anche dal “fai da te” usando una certa all’attrezzatura e poi può essere anche lavoro, dove è importante anche vivere e condividere le emozioni, vivere il territorio, anche lo stesso luogo, ma ogni volta con occhi diversi (percorrere un sentiero mai percorso, visitare un angolo di natura mai frequentato, etc.).
Una riflessione è stata posta sugli itinerari: rilevante segnare gli itinerari comodi ma anche quelli più complicati e cercare di dare una spinta al turismo ambientale che genera economia (trattorie, ostelli, etc.).
Si è fatto anche riferimento al concetto ampio di avventura vissuta soggettivamente. Ad esempio, il Paretone del Gran Sasso, luogo di alpinismo e punto di riferimento per gli appassionati, oppure osservare la fioritura dei narcisi presso i Pratoni del Vivaro.
Un cenno è stato fatto alla difficile gestione degli orsi. Sia nel Trentino, dove si è consumata una tragedia, sia all’orso marsicano, il quale sembra più tranquillo. Resta, comunque, il problema di capire e conservare il patrimonio naturale della fauna.
Si è fatto riferimento all’equilibrio tra economia, turismo e cultura del popolo locale. La scoperta di lembi di mondo è un’emozione fortissima; la voglia di andare, i costi del viaggio, dove le emozioni si possono sentire anche in una situazione meno conosciuta (es. l’isola di Creta ha vette di 2.400 metri).
Pochi accorgimenti per il turismo ma essenziali: rispetto del luogo, del turista e di chi vive nei luoghi. Ad esempio, nelle Alpi l’economia locale vide la trasformazione di vaccari e boscaioli in guide alpine e l’apertura di luoghi di ospitalità.
Si è ricordato che a Frascati fu istituita negli anni ’80 la sezione CAI (Club Alpino Italiano costituito nel 1863). Nel suo interno fu maturata una spedizione alpinistica nell’Himalaya e fu scalata una cima che fu chiamata “Città di Frascati”.
Per quanto riguarda il pericolo in montagna, più imporre la chiusura di un territorio sarebbe opportuno una corretta segnalazione del pericolo.
Un accenno alle regole educative del comportamento in montagna: preparazione, fruibilità e rispetto dell’ambiente dove bisogna prendere coscienza, rispettare gli altri, lasciare come trovato (non sporcare, non danneggiare).
Si è parlato anche di Tuscolo, posto stupendo ma con una complicata fruibilità. Il Tuscolo, con la bella stagione, è aperto i fine settimana per la visita della zona archeologica.
È necessario puntare sulla valorizzazione della natura ed evitare la degradazione  dei laghi e dell’area del Vulcano laziale per preservarne la storia.
In fine, un accenno al fatto che sarebbe interessante ricostruire i percorsi storici laziali effettuati da quei personaggi (alpinisti) che li hanno percorsi.