Mondializzazione e decrescita
Nel libro Mondializzazione e decrescita Serge Latouche affronta ancora una volta temi di fondamentale importanza come la deriva disastrosa del capitalismo e la sua logica sviluppista e consumistica che ha compromesso la nostra stessa esistenza e l’equilibrio del nostro pianeta.
L’alternativa proposta, fondata sulla filosofia della decrescita, è un’alternativa tutta “africana” basata sullo scambio e su una concezione del denaro in quanto strumento e non fine.
All’irrefrenabile crescita occidentale che predica i ‘valori’ del profitto e della proprietà si contrappone una società viva e sana che pratica l’arte dell’arrangiarsi e quella del dono regolate solo ed esclusivamente da relazioni umane e sociali.
Da una parte è possibile individuare un’Africa che accoglie acriticamente e passivamente gli esempi e i beni imposti dal mercato globale ma dall’altra c’è un’Africa silenziosa che resiste e dalla quale ci giunge l’invito a “decrescere” e a rifiutare i nostri bisogni più sterili.
Le parole dell’autore sono esemplificative: «Non renderemo tutti gli uomini altruisti, ma si può tentare di farla finita con un’ideologia dominante che fa ineluttabilmente dei comportamenti egoistici (individuali o collettivi) i comportamenti più naturali che ci siano, perché si fonda su un’antropologia nella quale l’uomo, portato per natura a ricercare sempre il suo miglior interesse, è definito come un essere interamente governato dall’assiomatica dell’interesse […]
La questione posta, allora, non è più quella dell’ecologia, ma quella del politico e di ciò che resta in termini di capacità d’azione di fronte all’onnipotenza dei mercati finanziari, delle multinazionali e del potere del denaro.»
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