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Il pomeriggio altra musica, alle ore 18 ora d’inizio delle finali lo stadio del nuoto e colmo in tutti gli ordine di posti, i nostri, come di tutta la tribuna montemario sono riservati alla stampa, alle autorità, e a noi partener FINA, mentre in tribuna tevere e in curva sono a pagamento, con prezzi da 15 a 90 euro; ma straordinariamente tutti occupati, sinceramente in 30 anni di attività FINA non avevo mai visto uno spettacolo così gratificante.
In molti di voi lettori di questo mensile avrete seguito tutte le gare in televisione, la RAI ha prodotto un sforzo enorme veramente all’altezza dell’evento, da casa avrete seguito le gare in ogni piccolo dettaglio con inquadrature di primi piani e insieme dello stadio del nuoto, ma l’emozione della presenza diretta è quasi indescrivibile. Ho trovato un pubblico mai visto in tanti anni di attività in tutte le piscine del mondo, applausi a tutti gli atleti, vincitori e vinti, italiani e non, rivalità durate il tempo di una gara ma poi tanta amicizia, tanto calore, tanta ammirazione.
I 43 primati del mondo battuti secondo il mio modesto parere non sono attribuibili solo soltanto alla nuova generazione di costumi, è vero i materiali dei quali sono composti, poliuretano, neoprene aumentano la galleggiabilità, lo scivolamento in acqua, sono super aderenti, annullano le gradevoli appendici delle donne e mettono in risalto gli attributi di alcuni uomini, per cui alcuni di loro non possono indossare un certo tipo di muta, vedi Phelps. È mio convincimento che a questo così alto numero di record – a Pechino lo scorso anno ne sono stati abbattuti circa 35 – abbiano concorso altri fattori, in primis la vasca che definirei magica.
La mia attività di ufficiale gara della FIN e poi della FINA è iniziata negli anni 70. Ricordo che allora i blocchi di partenza erano appena alti circa 30 cm dal piano vasca, e perfettamente in piano ancora come erano per le olimpiadi del ‘60 un blocco di travertino e sul piano del materiale antiscivolo. Per i mondiali del ‘94 sono stati sostituiti con blocchi in acciaio inossidabile poco più alti e con una scarsa pendenza. Oggi sono nuovamente in marmo, sono più alti e hanno una accentuata pendenza.
Altro fattore, il livello dell’acqua. Ricordo benissimo, nel ‘94 ero in giuria e camminavo lungo il bordo vasca, l’acqua tracimava ai lati per circa 25 cm. su di una griglia in plastica come in tante altre piscine al mondo. Quest’anno i cm sono diventati 50 o più, quindi per mantenere il livello si doveva immettere continuamente acqua in vasca, quindi si nuotava con acqua in movimento, cosa che prima non era consentito. In diverse occasioni della mia attività di giudice ricordo di aver chiesto agli inservienti di spegnere la circolazione dell’acqua.
Altra componente, infine, i continui aggiornamenti delle regole del nuoto. Ad ogni olimpiade la commissione tecnica della FINA aggiorna i regolamenti, con la conseguenza che in circa un ventennio e 5 olimpiadi le squalifiche sono quasi sparite, alcuni stili di nuoto sono stati quasi stravolti, vedi la rana e il dorso. Specialmente nella rana il colpo di gambe è un misto di rana e delfino , decisamente tollerato.
Per quanto riguarda tutta l’organizzazione, il mio plauso và al presidente Giovanni Malagò e al vice Roberto Iacetti, una faccia nuova, nel mondo dei manager, giovane simpatico che ispira tanta tanta fiducia, e Gianni Minervini ex ranista di livello mondiale. Da questi due giovani ci dobbiano aspettare grandi cose a venire nel mondo dello sport.