Mondi che scompaiono, il Polo a rischio
Il mondo dei ghiacci, sconfinati paesaggi bianchi, infiniti, avvolti dal freddo e popolati da una natura unica al mondo, rischia di scomparire per sempre. Almeno questo è quello che si può dedurre dagli studi di monitoraggio eseguiti negli ultimi anni dal WWF internazionale sul Circolo Polare Artico, grazie all’impegno di decine di studiosi di livello mondiale. La preoccupazione per i cambiamenti in atto nel delicato mondo artico, uno degli ambienti più suggestivi e finora più incontaminati dell’intero pianeta, è infatti in continua crescita negli ultimi decenni. Secondo le indagini risulta infatti che, a seguito dell’alta circolazione atmosferica, vengano convogliate proprio sulla ‘Terra dei ghiacci’ decine di sostanze chimiche inquinanti conseguenti alle emissioni di origine antropica che si sviluppano a latitudini più basse. Così come al Polo Sud, dove ormai da anni si concentrano le ingenti quantità di composti volatili che hanno comportato l’assottigliamento dello strato di ozono, allo stesso modo anche al Polo Nord sembrano concentrarsi molti dei gas ‘immondizia’ provenienti dalle nostre industrie, dal nostro traffico e dai nostri stili di vita esagerati. I primi risultati di questi fenomeni si stanno manifestando sui delicati ecosistemi della tundra artica, che cominciano ad accusare segnali di disturbo, a partire proprio dagli animali più emblematici di questi luoghi. Nelle ossa degli orsi polari sono state scoperte concentrazioni elevate di sostanze tossiche comunemente utilizzate negli elettrodomestici delle nostre abitazioni, quali ritardanti di fiamma, bromurati e composti del fluoro, in grado di provocare pericolose alterazioni metaboliche, ormonali, del sistema immunitario e riproduttivo, e diminuzione nello spessore delle ossa. Stessa cosa è stata rilevata per le uova degli uccelli, in cui sono state riscontrate già enormi concentrazioni di sostanze inquinanti, il più delle volte mortali per gli embrioni nelle prime fasi di vita. A questo poi si aggiungono le alterazioni riportate dalla vegetazione, con una drastica riduzione degli habitat naturali. Una situazione che probabilmente peggiorerà nei prossimi decenni, alla luce di ciò che sta avvenendo nel mondo. Noi del consumismo all’occidentale da una parte, ancora coinvolti da modelli e stili di vita esosi e irrispettosi delle risorse ambientali e degli equilibri naturali, i paesi in via di sviluppo in rapida ascesa economica dall’altra, alla ricerca di quell’ ‘eldorado’ dei consumi già fatto proprio dai ricchi del pianeta. Due spinte che rischieranno davvero di portare al collasso in tempi brevi anche quel sistema fenomenale chiamato Terra. Sarà necessario imporci dei cambiamenti, ottimizzando l’uso delle tecnologie, limitando i consumi e gli sprechi, istruendo e formando al meglio i paesi emergenti. La crescita economica e sociale di paesi come Cina, India, Sudamerica saranno decisivi per il futuro degli equilibri tra uomo e natura, è questa la sfida da vincere per la politica internazionale dei prossimi anni e per un sano progresso dell’umanità.
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