Mobilitazione cittadina contro l’inceneritore di Albano
In un territorio, si badi bene, dove la differenziata porta a porta ancora non parte o viaggia a rilento, e comunque non certo spinta dai primi cittadini di tanti comuni. Sabato 14 aprile al corteo contro l’inceneritore (il decimo) organizzato dal Coordinamento No Inc hanno partecipato alcune migliaia di persone, tutte motivate e consapevoli e ben decise a opporsi con tutte le forze a un progetto pazzesco, con la sola logica del profitto. La cittadinanza era stata chiamata a raccolta anche dall’Amministrazione di Albano, mediante l’affissione di manifesti firmati dal sindaco Nicola Marini. Solo che il sindaco non era tra la sua gente, richiamato altrove per “impegni pregressi” e rappresentato dal vice sindaco e assessori. La manifestazione – particolarmente nutrita con la presenza di forze politiche e tante sigle solidali nel contrastare il dissennato Piano Rifiuti della Polverini – si è svolta come al solito pacificamente, partendo da piazza Mazzini e percorrendo ad anello il corso di sotto e di sopra per ritrovarsi in piazza per l’assemblea di chiusura. Ma quando tutto pareva concluso nel migliore dei modi la situazione precipita non si sa bene come, stando ai testimoni – fra cui il portavoce del sindaco Marini, Luca Faenza – un gruppo di ragazzi prende a costeggiare Villa Doria proseguendo verso la Nettunense ma vengono subito bloccati dalla Polizia, e a quel punto entrano in azione blindati e volanti e celerini in tenuta antisommossa e si crea il caos. Il resto è noto, un bilancio triste che nessuno immaginava di dover registrare, dopo che tutto si era svolto tranquillamente. “Continueremo a lavorare e a informare cittadinanza e stampa – fa subito sapere Daniele Castri, referente legale del No Inc – attraverso ricorsi legali, assemblee, sit–in, per bloccare la folle costruzione dell’inceneritore di Albano”. E la mobilitazione continua, nonostante l’estrema stanchezza derivante da quasi 5 anni di battaglie legali che stanno dissanguando le già scarse finanze di questa gente che lotta per la vita del territorio castellano e di chi lo abita, e che sta dando dimostrazione di grande civiltà in una società che sembra non distinguere più il lecito dall’illecito, offuscata da una propaganda demolitrice di sani principi. Chissà che nel frattempo qualcosa di buono maturi, e si retroceda da una posizione che si presenta quanto mai critica. Tutto può accadere, anche qualcosa di buono.
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