Mobilità: diritto negato nel Lazio.
L’incidente a Brandizzo in Piemonte, costato la vita a cinque lavoratori della ditta appaltante la manutenzione di quella tratta ferroviaria, ha messo bene in luce cosa significa per la sicurezza servirsi degli appalti, usati ormai ovunque per “risparmiare” sul costo del lavoro. Quello che sta accadendo in questi giorni in molte tratte ferroviarie del Lazio rende anche evidente come l’uso degli appalti nella manutenzione non garantisca la funzionalità e come le ditte, a volte persino in subappalto, non svolgano quel lavoro di cura che serve per prevenire i problemi e non solo ad affrontarli una volta presentati.
Fin da luglio vi sono state alcune cancellazioni di corse per il problema del consumo dei bordi esterni alle ruote dei treni, che secondo Trenitalia e Rfi sarebbe stato risolto in vista della ripresa delle attività di settembre e delle scuole.
Invece, senza nessun preavviso, il 12 settembre migliaia di pendolari si sono trovati appiedati senza che fosse approntato un servizio alternativo con dei pullman.
Un po’ in tutta la Regione la “normale” odissea dei pendolari è stata trasformata in un incubo da quarto mondo nella Roma-Velletri, Roma-Pescara, Orte-Fiumicino Aeroporto, ma soprattutto nella Provincia di Viterbo, lasciata del tutto isolata nel collegamento con Roma e tra i centri della Provincia stessa.
Trenitalia e Rfi giustificano il consumo anomalo delle ruote dei treni col caldo di questo periodo, motivazione ridicola a fronte del fatto che questo problema non si è verificato in altre tratte, magari più curate perché più redditizie, come la Cesano Roma. Il Presidente della Regione Rocca e l’assessore ai trasporti Ghera minacciano sanzioni nei confronti delle società che gestiscono le ferrovie nel Lazio (speriamo non siano come quelle promesse a suo tempo per il crollo del ponte Morandi) e nel frattempo invitano i sindaci a supportare i “disagi”, senza tenere conto che la gran parte dei Comuni viterbesi non supera i 5.000 abitanti.
E’ evidente che i problemi attribuiti al caldo, come se in altre parti del mondo non si viaggiasse a ben altre temperature, non vengono affrontati né dalla giunta Rocca né da Trenitalia e Rfi nei termini strutturali come andrebbero affrontati.
Rifondazione Comunista pone da tempo il problema della gestione del trasporto regionale, massacrato sia dal centro sinistra che dal centro destra, che hanno pensato solo a privatizzare e tagliare invece di mettere mano a provvedimenti strutturali, dalle risorse al completamento delle tratte necessarie, dalla riassunzione delle funzioni di manutenzione, abolendo gli appalti, al rinnovo del parco macchine e tanto altro ancora.
Rifondazione Comunista condivide la rabbia dei migliaia di pendolari che stanno dando origine a proteste e manifestazioni spontanee e sta valutando anche azioni legali contro i responsabili di un sistema dei trasporti, che va profondamente cambiato per rendere il diritto alla mobilità un diritto realmente fruibile.
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