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“Misura ciò che è misurabile, e rendi misurabile ciò che non lo è (Galileo Galilei)”

“Misura ciò che è misurabile, e rendi misurabile ciò che non lo è (Galileo Galilei)”
Aprile 26
12:44 2022


 
L’Istituto Italiano di Statistica (ISTAT) – ente pubblico di ricerca – è il principale produttore di dati statistici ufficiali per l’Italia. Opera in piena autonomia, in continua interazione con il mondo accademico e scientifico. La missione dell’Istituto è servire la collettività attraverso la produzione e la comunicazione di informazioni statistiche, analisi e previsioni. Queste sono realizzate in piena autonomia, sulla base di rigorosi principi etico-professionali e dei più avanzati standard scientifici adottati a livello europeo. Per sostenere i processi decisionali di tutti i soggetti della società (cittadini, amministratori pubblici, settori produttivi), l’ISTAT promuove la cultura statistica e favorisce lo sviluppo della conoscenza della realtà ambientale, economica, demografica e sociale dell’Italia, ai diversi livelli territoriali.

L’ISTAT, insieme ai rappresentanti delle parti sociali e della società civile, ha sviluppato un approccio multidimensionale per misurare il “Benessere Equo e Sostenibile” (BES) con l’obiettivo di integrare le informazioni fornite dagli indicatori sulle attività economiche (tipicamente il Prodotto Interno Lordo – PIL) con le fondamentali dimensioni del benessere, corredate da misure relative alle diseguaglianze e alla sostenibilità. Sono stati individuati 12 Domini fondamentali (Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi) per la misura del benessere in Italia, e per ciascuno di essi un certo numero di Indicatori.

L’analisi dettagliata degli Indicatori, pubblicata annualmente nel Rapporto BES a partire dal 2013, mira a rendere il Paese maggiormente consapevole dei propri punti di forza e delle difficoltà da superare per migliorare la qualità della vita dei cittadini, ponendo tale concetto alla base delle politiche pubbliche e delle scelte individuali. Nel 2016 il BES è entrato a far parte del processo di programmazione economica: per un insieme ridotto di Indicatori è previsto un allegato del Documento di Economia e Finanza che riporti un’analisi dell’andamento recente e una valutazione dell’impatto delle politiche proposte. Inoltre, a febbraio di ciascun anno vengono presentati al Parlamento i risultati del monitoraggio degli Indicatori e gli esiti della valutazione di impatto delle politiche adottate dal Governo.

Il 21 Aprile 2022 ISTAT ha rilasciato il Rapporto BES 2021. Il volume (scaricabile dal sito web ISTAT) fornisce un quadro complessivo dei 12 Domini in cui è articolato il benessere analizzati nella loro evoluzione nel corso dei due anni di pandemia, il 2020, anno dello shock dell’emergenza sanitaria, e il 2021, anno della ripresa economica e dell’occupazione, esaminando le differenze tra i vari gruppi di popolazione e tra i territori, confrontando i due anni di pandemia con il 2019. Con le dovute proporzioni, anche Velletri 2030 ha tentato di fare un lavoro analogo, producendo il Rapporto “Valutazione Socio – Economica – Sanitaria dell’Impatto della pandemia Covid-19 sulla Comunità di Velletri”, presentato ufficialmente alla cittadinanza il 22 Gennaio 2022, e alla Banca Popolare del Lazio in qualità di principale sponsor della ricerca, il 17 Marzo 2022.

La pandemia da COVID-19 ha profondamente cambiato molti aspetti della vita quotidiana degli individui, delle famiglie, dell’organizzazione della società e del mondo del lavoro determinando nuovi assetti e continui cambiamenti che, di volta in volta, hanno avuto effetti sul piano della salute, dell’istruzione, del lavoro, dell’ambiente e dei servizi e, in conseguenza, sul benessere degli individui. Il Rapporto è arricchito dall’osservazione del contesto europeo in cui si evidenzia la posizione dell’Italia nell’andamento della pandemia e della crisi occupazionale che ne è conseguita. Sono questi due aspetti – l’emergenza sanitaria da un lato e la crisi occupazionale dall’altro – ad aver profondamente condizionato gli ultimi due anni, determinando forti ripercussioni sul benessere degli individui.

Impossibile sintetizzare tutti i risultati della ricerca ISTAT in questa breve nota. Se non si trovano le condizioni per leggere il Rapporto, è consigliabile guardare le Infografiche elaborate da ISTAT. Di seguito qualche dato che può incuriosire.

Si è registrata in tutta Italia un’inversione di tendenza rispetto alla preoccupazione riguardante i cambiamenti climatici. Fino al 2019 la percentuale di persone, in un’età compresa dai 14 anni in su, che riteneva che i cambiamenti climatici e l’aumento dell’effetto serra fossero i principali problemi ambientali, era in crescita. Negli ultimi due anni questa percentuale è passata dal 71% al 66,5% del 2021. Se da una parte questi numeri rimangono comunque rilevanti, dall’altra una simile diminuzione non può passare inosservata. Anche se di poco l’ambientalismo ha dovuto cedere il passo a temi via via più scottanti. Prima il Covid, oggi la guerra in Ucraina, domani chissà. La cosa si nota facilmente anche dallo spazio che tutti i media dedicano al problema ambiantale.

L’Italia è tra i Paesi con il maggior numero di morti per abitanti. Nel 2020 sono 1.236 per 100mila abitanti, un dato superiore alla media europea di 1.161.  Nel 2021 l’eccesso di mortalità segue un andamento analogo al 2020, con un picco tra marzo e maggio e uno da ottobre, si tratta di picchi meno pronunciati rispetto al 2020. “Nel corso della pandemia molti divari si sono mantenuti, o addirittura allargati: dalla speranza di vita alla nascita, alla mortalità evitabile – ha detto Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’ISTAT -, che resta più elevata in molte regioni del Sud; dalla spesa dei comuni per la cultura, per la quale il divario territoriale è nettamente a vantaggio del Centro-nord, all’impatto degli incendi boschivi e dell’abusivismo edilizio, più forte nelle regioni meridionali”.

Ai giovani più istruiti e qualificati, l’Italia non offre ancora opportunità adeguate”. La frase di Gian Carlo Blangiardo puntualizza come “nonostante le limitazioni alla mobilità imposte durante il primo anno di pandemia, e l’incertezza che ha caratterizzato il 2020, le emigrazioni all’estero dei giovani laureati italiani si sono intensificate rispetto al 2019, in netta controtendenza rispetto ai trasferimenti di residenza della popolazione nel complesso. Le direttrici principali dei flussi di giovani laureati continuano a essere verso l’estero e dal Mezzogiorno al Centro-nord. Il bilancio delle migrazioni dei cittadini italiani 25-39 anni con un titolo di studio di livello universitario si chiude con un saldo dei trasferimenti di residenza da e per l’estero di -14.528 unità. In particolare, il Mezzogiorno, soltanto nel corso del 2020, ha perso 21.782 giovani laureati”. Nel 2021 si osserva un peggioramento nelle condizioni di benessere mentale tra i ragazzi di 14-19 anni.

La domanda che oggi si aggiunge alle considerazioni statistiche del Rapporto BES 2021 è: Quali conseguenze per la transizione ecologica porteranno le drammatiche vicende conseguenti al conflitto Russia – Ucraina? Forse è ora di iniziare a parlarne seriamente perché, anche se non sappiamo come andrà a finire, sappiamo che, comunque, nulla tornerà come prima ad iniziare dalla situazione dell’energia, particolarmente rilevante per un Paese come il nostro che dipende in gran parte dal gas e dal petrolio russo. Tutto dipende dal tipo di sviluppo che un Paese sceglie e che non può essere lasciato ad una programmazione affidata solo alle scelte dell’economia di mercato, che valuta il progresso sull’aumento del PIL e non sul benessere delle persone e sulla salvaguardia dell’ambiente.

E’ auspicabile che i documenti programmatici dei Candidati alle prossime tornate elettorali invece che una lunga sequenza di promesse siano strutturati assumendo come riferimenti i 12 Domini del BES con i relativi Indicatori, oppure i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 con i relativi Indicatori, in modo da poter valutare le politiche locali rispetto ai macro obiettivi nazionali e mondiali e di avere a disposizione gli Indicatori per misurarne il loro reale conseguimento. Gli strumenti per misurare ci sono!
 

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