Miseria ladra! 10 proposte concrete per dichiarare illegale la povertà
Dalla crisi si esce insieme. Aiutiamoci a farlo!
E’ lo slogan del Gruppo Abele per denunciare l’impoverimento materiale e culturale del nostro paese. La povertà, come tante volte ha gridato Don Ciotti, ruba la speranza, la dignità e i diritti. La povertà è la peggiore delle malattie.
I dati ISTAT ci informano che nel 2012, il 15% della popolazione italiana sono in condizione di povertà relativa e quasi l’8% in condizione di povertà assoluta. Un italiano su quattro vive in una condizione in cui la dignità umana viene calpestata. Per i minori la situazione è peggiore: il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà; quasi un milione di minori vivono già in condizioni di povertà assoluta. Questi i dati asettici ufficiali. Dati intollerabili! Perché il 10% degli italiani ha il 45% delle ricchezze totali. In parole semplici: abbiamo una torta e 10 persone che se la dividono. Una se ne mangia quasi la metà, da solo, gli altri nove si arrangiano con l’altra metà. Non voglio qui analizzare le cause di queste disuguaglianze, ma denunciare la non indignazione degli italiani.
Rabbia e non rassegnazione che non devono sfociare in facile violenza, ma che ci devono obbligare a fare ognuno la nostra parte. Come dice Don Ciotti «la lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone, le specie e all’interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. Le nuove come le “vecchie” povertà non sono un fatto “naturale”, ma un risultato prodotto dalle società umane: risultano pertanto contrastabili e reversibili perché oggi non mancano le risorse collettive a disposizione quanto piuttosto la decisione di ridistribuirle e una buona organizzazione per poterlo fare. Le sorti e il destino del welfare sono preda di un esclusivo confronto tra “autoritari” e “caritatevoli”. Nel mezzo è rimasta schiacciata ed è diventata sempre più flebile la voce dei diritti.»
Da qui appunto la campagna nazionale “Miseria Ladra” con 10 proposte che vi invito a leggere sul sito di Libera, con tutte quelle realtà sociali che vi vorranno aderire. Solo partecipando attivamente a proposte concrete che possono incidere sulla crisi materiale e culturale nella quale siamo sprofondati, si può realizzare quella democrazia partecipativa scritta nella nostra Costituzione. Aiutiamoci a farlo!
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