MIMMO ROTELLA IL GENIO POLIEDRICO
MIMMO ROTELLA
IL GENIO POLIEDRICO
VILLA BERTELLI – FORTE DEI MARMI (LU)
30 aprile al 17 settembre 2023.
Le opere storiche degli anni ’50 e ’60
La città di Forte dei Marmi celebra uno dei più grandi maestri dell’arte italiana, Mimmo Rotella, con una grande mostra ordinata negli spazi espositivi di Villa Bertelli a Forte dei Marmi. L’artista italiano, amico di Pollock, Rauschenberg e Twombly, conosciuto in tutto il mondo, è stato un vero genio rivoluzionario e grande anticipatore dei tempi. Oggi la sua arte sta conoscendo un percorso internazionale di riscoperta, a cominciare da questa mostra straordinaria che con 45 opere storiche e capolavori assoluti racconta quel genio poliedrico che fu Mimmo Rotella attraverso le tecniche e i gesti che caratterizzano la sua opera.
Mimmo Rotella è stato uno tra i più grandi protagonisti mondiali del secondo Novecento, a New York è in corso una grande mostra che mette in risalto le sue opere, in parallelo a Forte dei Marmi.
New York è stata negli anni ’50 e ’60 una seconda casa per Rotella, sempre ospite dei suoi amici Andy Warhol, Jeanne-Claude e Christo.
MIMMO ROTELLA IL GENIO POLIEDRICO è curata da Edoardo Falcioni, promossa da Villa Bertelli, Comune di Forte dei Marmi, Fondazione Mimmo Rotella e coprodotta con Oblong Contemporary Art Gallery di Dubai e Forte dei Marmi. La rassegna è sotto il Patrocinio di Regione Toscana e Provincia di Lucca, ed è sponsorizzata da Hublot, Bartorelli Gioiellerie, Ciaccio Arte – Broker Insurance Group.
La mostra di Forte dei Marmi si sofferma, in particolare, sulle tecniche utilizzate da Rotella nel corso della sua produzione artistica e della sua ricerca in arte.
Il percorso espositivo parte dai Décollages storici e retro d’affiches, che raccontano l’atto rotelliano di strappare i manifesti dalle strade per poi elaborarli e trasporli su supporti come tele e carte e creare così opere d’arte presentate come pittoriche: il décollage, la cui parabola verrà̀ celebrata nel 1962 presso la Galleria J di Parigi in una mostra dal titolo “Cinecittà”. L’altra grande innovazione concepita durante la prima metà degli anni ’50 è rappresentata dai retro d’affiches: opere realizzate mediante i manifesti strappati dalle strade ma, in questo caso, “manipolati ed elaborati” al retro della carta, spesso caratterizzata dalla presenza di colla, ruggine ed altre imperfezioni capaci di evocare la grandezza della materia così come esaltata da Rotella.
La mostra procede con l’esposizione degli Artypos. L’artypo rappresenta un’innovazione di linguaggio che andrà̀ a costituire “il massimo raggio di esplorazione di tutta l’opera di Rotella”. Le prime opere realizzate con questa innovativa tecnica, nacquero dall’intuizione di utilizzare gli scarti della tipografia nelle arti visive, e vennero esposti per la prima volta al pubblico nella retrospettiva al Teatro La Fenice di Venezia nel 1966, con un successo critico immediato che, oltre a sancire il definitivo superamento della pittura e l’avvento di un nuovo tipo di arte “meccanica” distinta dalle tecniche serigrafiche in auge negli Stati Uniti, questi lavori permettono a Rotella di soffermarsi, come già̀ accaduto con i décollages più figurativi, sul mondo della pubblicità̀ commerciale, qui decomposto per essere successivamente rielaborato e privato del suo significato originale, e per assumere così un nuovo valore estetico.
Ulteriore sezione riguarda le nuove icone: si tratta di opere che prendono forma attraverso la sovrapposizione di ritagli monocromi su immagini pubblicitarie rappresentanti icone del cinema o della cultura popolare, utilizzati qui come veri e propri frammenti da ricomporre in un nuovo contesto. In questo modo, Rotella trasforma gli oggetti di consumo e le icone del suo tempo in veri e propri simboli dell’immaginario collettivo. Con le sovrapitture Rotella ha integrato la sua tecnica originaria iniziando ad eseguire delle sovrapitture su décollage: partendo dagli strappi effettuati sui manifesti, ha implementato nel suo modus operandi la presenza del gesto pittorico puro, andando così a rappresentare figure che richiamano le “tracce della tradizione”, per citare Achille Bonito Oliva, ed instaurare di conseguenza un procedimento dialettico tra décollage e pittura. Per riprendere sempre l’opinione del critico padre della Transavanguardia, è emblematico il paragone tra il graffito e la sovrapittura: se il primo è un gesto forte che parte dall’istintività̀, nel secondo caso possiamo invece riscontrare una “prevalenza della pittura e di un linguaggio espressivo”. L’ultima parte della mostra tratta dei Décollages recenti: le muse ispiratrici di Rotella. L’artista, attento osservatore della società̀ dello spettacolo e del glamour, fino agli ultimi lavori eseguiti poco prima della sua morte, avvenuta nel 2006, vede nel cinema la sua più grande fonte di ispirazione, cui si aggiunge la passione per il mondo della moda e della creatività̀ in generale. Sono opere di matrice decisamente Pop e figurativa che concludono e completano questa mostra e che dimostrano e mettono in risalto la fenomenologia culturale rotelliana con i suoi perenni rimandi al cinema e allo spettacolo in generale.
La mostra è a ingresso libero.
È aperta al pubblico tutti i giorni nei seguenti orari:
maggio, giugno, settembre
dalle 16:00 alle ore 19:00;
luglio e agosto
dalle 17:00 alle 22:00
Resta chiusa nei giorni dei concerti di Villa Bertelli Live 2023.
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