Migranti: l’ennesima tragedia nel Mediterraneo
Migranti: Save the Children, l’ennesima tragedia nel Mediterraneo coinvolge ancora una volta dei bambini. Vittime in aumento rispetto all’anno scorso, oltre 28.000 le persone morte o disperse nel Mediterraneo dal 2014, almeno 1.100 sono minori.
Necessario porre il diritto alla vita al primo posto nelle decisioni sulle politiche migratorie, attivare un sistema europeo di ricerca e soccorso per salvare le persone in difficoltà in mare, corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga, vie legali di accesso per lavoro o studio dedicate ai giovani, nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari
Un’altra piccola vita spezzata, tante altre vite inghiottite dal mare. Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro – esprime dolore e sgomento per l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo centrale, che ha causato la morte di una bambina di un anno e mezzo e la scomparsa di almeno 7 persone, tra cui probabilmente ci sono altri minori.
Dall’inizio dell’anno nel Mediterraneo sarebbero morti e dispersi, secondo dati Unhcr[1], 2.595 persone migranti, di cui 1.664 solo nel Mediterraneo centrale, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando il bilancio era rispettivamente di 2.310 in tutto il Mediterraneo e di 1.422 in quello centrale. Dal 2014[2] sarebbero più di 28.000 le persone morte o disperse nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere un futuro migliore[3]. Più di 1.110 sarebbero bambini, ma probabilmente il numero è molto più alto.
“Dal naufragio di Lampedusa del 2013 questi drammatici eventi si sono ripetuti senza che nulla sia cambiato. Le persone fuggono da guerre, persecuzioni, violenze, povertà estrema, crisi umanitarie e continuano a rischiare la propria vita, affidandosi ai trafficanti, in mancanza di vie legali e sicure, per raggiungere l’Europa, sfidando la traversata di una delle rotte più letali al mondo, perdendo troppo spesso la vita. Non ci stancheremo mai di chiedere un’assunzione di responsabilità comune dell’Italia e degli altri Stati membri dell’Unione Europea per la messa in campo di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in difficoltà, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea” dichiara Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Questa ennesima tragedia mette l’Italia e l’Europa di fronte alla necessità di porre il diritto alla vita al primo posto nelle decisioni sulle politiche migratorie. Le ingenti risorse che vengono investite nella deterrenza della migrazione – l’ultimo esempio ne è l’Accordo Italia Albania– dovrebbero invece essere prioritariamente utilizzate per l’attivazione di un sistema europeo di ricerca e soccorso in mare, per l’apertura di vie legali di accesso per lavoro o studio dedicate ai giovani, nuovi meccanismi di ricongiungimenti familiari, l’attivazione di corridoi umanitari e di evacuazione per le persone in fuga” dichiara Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Per informazioni:
Ufficio Stampa Save the Children
Tel. 3389625274 -3455508132 – 3409367952 – 3385791870
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it
[1] https://data2.unhcr.org/en/dataviz/95?sv=0&geo=0
[2] Primo anno per cui sono disponibili i dati
[3] Dati IOM – Missing Migranst Project https://missingmigrants.iom.int/region/mediterranean
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