Mezzogiorno dell’animo: ossimoro dialettico
Enrico Pietrangeli è un autore incline a percorrere un ossimoro dialettico ed espressivo nella sua opera poetica. Già in “Di Amore, Di Morte”, si era già accostato a dialogare parimenti con i due termini tanto diversi e tanto avvicinabili del titolo, e in questa opera attraversa il tema del dolore echeggiandone le sfumature d’amore che ne contraddistinguono l’antidoto e il riscatto eterno.
Enrico Pietrangeli esplora le sfaccettature del dolore, in una “diretta” come dice nella stessa prefazione, alla “luce” del picco di mezzogiorno, orario che per l’autore diventa un immaginifico, simbolico approdo al reale in cui personificare fobie, malattia, senescenza, amore e speranza.
“(..) Brucio altro lume | per votivo appello, il rituale | di grazia per un ritorno. | Brucia il fuoco nel tempio | consacrandomi a vestale./”: l’autore si identifica in una immagine mitica che determina la perenne devozione al ricordo, al rito, alla cura di un “fuoco” emotivo che esprime la volontà decisiva di vivere nonostante i disincanti e le fratture emotive.
Enrico Pietrangeli racconta un umano troppo umano, rivisitato dalla coscienza poetica che permette di “esserci ancora, | segretamente custoditi | al mistero, nel peso | dello stento sopravvissuto.”
[Fonte: Literary.it]
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento