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Metzger e Townshend

Ottobre 10
22:00 2010

Gustav Metzger è un artista nato nel 1926 e trasferitosi in Gran Bretagna nel 1939, esule della Germania nazista. Durante i primi anni Sessanta era un giovane e dinamico insegnante dell’Ealing College of Art di Londra, dove Roy Ascott stava organizzando un corso innovativo e fortemente influenzato dalla cibernetica. Trai loro studenti, c’era Pete Townshend, il cantante degli Who che l’iconografia del rock ha immortalato nel suo emblematico gesto di rompere la chitarra sul palco, imitato dai suoi prodromi – come Jimi Hendrix che oltre a romperla la infuocava – e dai suoi numerosissimi epigoni. Per tutti gli anni Sessanta il lavoro di Metzger si concentrò sulle reciproche relazioni fra creazione e distruzione. Il suo primo manifesto dell’arte autodistruttiva fu pubblicato a Londra nel 1959. Nel 1961, presso i locali della South Bank di Londra, Metzger cosparse di acido alcune tele di nylon, producendo così rapidi cambiamenti di forma e continuando finché le tele non furono tutte consumate dal fuoco. Nel 1966 si unì all’organizzazione DIAS (Destruction in Art Symposium) che coinvolse un gruppo di attivisti politici radicali e artisti sperimentali, tra i quali Yoko Ono. In quel periodo, Mezger concepiva la rappresentazione della violenza in campo artistico come una forma di protesta contro la corsa agli armamenti. Fece parte del comitato per il disarmo nucleare e della lega dei giovani comunisti del College, prima di diventare, insieme al suo gruppo musicale, l’emblema della sottocultura dei mod. Gli Who, qualche anno più tardi, suoneranno a Woodstock, sullo stesso palco dal quale Hendrix distorcerà i suoni della sua chitarra fino a riprodurre il fragore dei bombardamenti aerei e i lamenti delle vittime vietnamite. Metzger ha sempre trovato un’analogia tra la forte aggressione sonora dei concerti degli Who e le sue idee sull’arte. Va però ricordato che il gesto di Townshend nacque da un caso fortuito: nel 1964, a tre anni di distanza dalla nascita dei Detours (diventati “The Who” per problemi di omonimia con un’altra band), Pete, durante un concerto, con la foga da diciannovenne, urtò accidentalmente la chitarra contro un soffitto troppo basso. Allora decise di rendere ancora più eclatante quel gesto, che assunse un’immediata valenza catartica e generazionale per buona parte della carriera del gruppo londinese, e tutto ciò nel tripudio generale dei fans.
La fama di Mezger e di Townshed, col tempo, diventerà internazionale ma le carriere dei due artisti non si incontreranno più. Gli Who saranno considerati fondamentali per alcune innovazioni stilistiche e formali del rock. Gustav Mezger continuerà, anche lui, ad esibire le sue opere e a teorizzare sulla natura dell’arte. Del tedesco, autore di “ambiente di cristallo liquido”, si ricorda spesso un anneddoto curioso: un sacchetto riempito di carta e di cartone faceva parte di un’opera di Mezger per dimostrare l'”esistenza limitata dell’arte”, ma fu gettato per sbaglio da un pulitore della galleria di Londra che esponeva l’opera. Allora l’artista dovette sostituirlo con un altro sacchetto.

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