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Meticciato e giovani artisti da tutta Europa a Vitorchiano (VT) per QUARTIERI DELL’ARTE 2018

Agosto 29
06:31 2018

QDA 2018 – PRESENTAZIONE DEGLI SPETTACOLI

26 Agosto | Piazza San Donato – Civita di Bagnoregio | h 21,00

AND SO MY FACE BECAME MY SCAR

di Joele Anastasi, Rasim Erdem Avsar, Emily Gillmor Murphy, Danielle Pearson

con Elena Annovi, Antonio Bissiri, Yuri Casagrande Conti, Luigi Cosimelli, Adelaide Di Bitonto, Elisa Gallucci, Giuseppe Claudio Insalaco, Alessandro Lui, Sara Pantaleo, Samuel Puggioni

regia di Joele Anastasi

Coproduzione del Festival con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini di Napoli

PRIMA MONDIALE

 

“And So My Face Became My Scar” è un ibrido tra un evento teatrale, una serie televisiva e una mostra d’arte. Lo spettacolo si scompone in quattro momenti distanziati spazialmente e temporalmente. Chi lo vedrà avrà la sensazione di vedere un corpo e poi di entrarci dentro con una sorta di sonda-microscopio.

Il progetto nasce dall’incontro tra i drammaturghi vincitori della EUCP Playwriting Competition in memory of Matteo Latino, nel quadro del progetto EU Collective Plays cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea.

La prima parte del progetto approda a una creazione site specific pensata per il borgo di Civita di Bagnoregio con contributi testuali di questi quattro giovani autori che nell’ultimo anno hanno iniziato a lavorare per alcune delle più eccitanti Compagnie internazionali emergenti e consolidate. Il percorso si sviluppa in quattro quadri (Mistero – Arte – Potere o ragione – Rivoluzione?) sotto forma di celebrazione, e affronta il rapporto tra individualità e collettività accompagnando gli spettatori in un viaggio iniziatico ricco di spiazzanti simboli.

 

Joele Anastasi è un attore, regista e drammaturgo italiano. Debutta nel 2013 con “Io, mai niente con nessuno avevo fatto”, con cui si aggiudica diversi riconoscimenti (San Diego International Fringe Festival, Roma Fringe Festival) e apre nel 2014 la stagione del Teatro Argentina di Roma. Viene scelto dalla regista Angelica Liddell per la realizzazione di You are my destiny – Lo Stupro di Lucrezia. Firma inoltre “Battuage”, “Yesus Christo Vogue” e “Immacolata Concezione”. Nel 2016 è selezionato dal Festival D’Avignone per il Seminario Internazionale destinato alle nuove leve nel campo delle arti sceniche e nel 2017 viene scelto per una residenza internazionale al Platonov Arts Festival (Russia).

Rasim Erdem Avşar è un drammaturgo e traduttore turco. Gli è stata assegnata la borsa di studio Hazel Heughan Trust Festival per il Fringe di Edimburgo due volte. È stato selezionato per il Playwriting Workshop del Royal Court Theatre e ha completato la sua opera “Dark Pink” sotto la supervisione di Zinnie Harris, Mark Ravenhill e Richard Twyman. Il suo “#occupylove” è stato presentato al Traverse Theatre e “#politicsoftea” è stato selezionato al festival “Yes, No, Do not Know” del National Theatre of Scotland. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sue traduzioni hanno debuttato al DOT Theatre di Istanbul. Insegna anche analisi del testo e sceneggiatura. È assistente di ricerca presso l’Università di Bilgi di Istanbul.

Emily Gillmor Murphy è una scrittrice/autrice irlandese.

I suoi due romanzi “You and I” e “One Chance” hanno ricevuto un forte consenso di critica e sono stati pubblicati in Irlanda, Regno Unito e Germania.  “A Boy Called Nedd”, suo primo testo teatrale, dopo un primo studio con la Druid Theatre Company debutta in prima mondiale con la Bitter like a Lemon Theatre Company per la regia di Karl Shiels. Viene selezionato per il The StewartParker Trust 2016. Il suo secondo spettacolo “ALL TALK” è stato rappresentato nel New Writer’s Festival 2016 del NewTheatre di Dublino.

Danielle Pearson è un’autrice inglese. Tra i suoi lavori recenti “New Europe” (co-creato con l’Engineer Theatre Co, commissionato dal festival “After the Referendum” del Camden People’s Theatre) “Ann Veronica” (un adattamento del romanzo di HG Wells, per il Watermill Senior Youth Theatre), “Tabitha’s Ballad” (South Street Arts Centre, vincitore del Reading Between the Lines 2016 “Off the Block”), “The Shipping Forecast” (Pleasance Theatre Scratch), “Far from the Madding Crowd” (Watermill Theatre), e “The Maids” (Edinburgh Fringe). Attualmente è autrice in residenza del Watermill Theatre per cui ha recentemente realizzato un adattamento teatrale del romanzo “Jane Eyre”.

 

29 Agosto | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

RAZZA DI SOGNO

scritto e diretto da Massimo Malucelli

Coproduzione del Festival con il Centro Preformazione Attoriale di Ferrara

 

“Razza di Sogno (1938-2238)” è una storia tragicomica e paradossale sulle discriminazioni ad ottant’anni dalle leggi razziali del 1938.

Il Centro Preformazione Attoriale è una scuola di recitazione dalle forti tendenze innovative sul piano nazionale.

La scuola è dedicata ai giovanissimi che in futuro vogliono intraprendere, con serietà e dedizione, la professione dell’attore.

In questo senso, il Centro Preformazione Attoriale è la prima scuola in Italia che forma aspiranti attori per le audizioni delle scuole nazionali di recitazione.

 

Massimo Malucelli è laureato cum laude in filosofia. Ha studiato recitazione, teatro corporeo, improvvisazione e canto con i più grandi maestri internazionali, tra cui l’Actors’ Studio di New York, Nichita Michalkov, Roy Hart Theatre, Yves Lebreton, Antonio Fava. E’ stato attore in pièces teatrali, film, originali radiofonici. Sceneggiatore di diversi film fra i quali “Luigi, una vita impossibile” con Gérard Depardieu, John Malkovich, Ornella Muti. E’ autore di più di 50 pièces teatrali, fra testi originali e adattamenti. Come regista, ha allestito opere liriche e di prosa di Cechov, Pirandello, Shakespeare, Petrolini, Campanile, Fedro, Esopo, Ariosto, Collodi, Donizetti e canovacci di Commedia dell’Arte. Ha diretto e interpretato una collana di narrativa di audiolibri. E’ stato direttore artistico di “Teatro Oltre le Nebbie”, circuito teatrale riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna. E’ professore a contratto presso l’Università di Ferrara, cattedra di “Scena Elettronica e Teatro Digitale”.

 

2 e 4 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

LEAVeS

di Aboud Saed, Stéphane Oertli, Françoise Bérlanger, Anna Romano, Maria Pia Selvaggio

regia Anna Romano

Forteresse Bruxelles

STUDIO IN ANTEPRIMA MONDIALE

 

Samia Yusuf Omar aveva 17 anni e veniva dalla Somalia. Era la sprinter n. 2895 alle Olimpiadi di Pechino 2008. Samia è morta in mare, annegata mentre la sua barca tentava di raggiungere l’isola di Lampedusa. LEAVeS è un omaggio a lei, ma non vuole essere la sua biografia. Nato da varie fonti di ispirazione, ha lo scopo di indagare la nostra finitezza e debolezza di fronte alla Vita e alla Storia. Di indagare chi sfida i mari, per continuare a farci domande, a mettere in discussione il mondo e la percezione che abbiamo di esso.

 

Anna Romano (Belgio-Italia) si forma e si perfeziona in teatro con: Marco Baliani, Marco Martinelli, Gabriele Vacis, Laura Curino, Thierry Salmon, Mohamed Driss, Judith Malina, , Marcel lì Antunez Roca (Fura dels Baus), Francois Pesenti, Materic Mladen, Giorgio Barberio Corsetti, Cesare Lievi, Al Yamanuchi, Chilla Lacatos, Cécile Thieblemont, Irène Tassembedo, Renata Molinari (drammaturgia), Gabriella Munari. Nel 1998 fa un incontro fondamentale con Matthias Langhoff, durante la sua formazione alla regia all’École des Maîtres. Seguiranno numerose collaborazioni finalizzate al suo perfezionamento in quanto regista e dramaturg. Nel 2008 il centro di scrittura e drammaturgia la Chartreuse d’Avignone le attribuisce la prestigiosa borsa alla traduzione per la seconda parte di Beards Trilogy dell’autore belga Stephan Oertli, grazie alla riconosciuta qualità della sua traduzione della prima parte Daemoniae, sul mito di Barbablù.  Nel 2009 traduce verso il francese con Frédérique Loliée Piccola Antigone e Medea di Antonio Tarantino per l’ARCHE Editore. Nel 2010 scrive “Sex Politex: conferenza seriamente comica per una giusta educazione sessuale degli adolescenti” tradotta da Inbal Yalon. Lo spettacolo è diretto da Pierre la Fleur nel 2011, con una tournée di due anni nelle scuole medie e licei belgi. Nel 2012 riceve la borsa alla scrittura dalla SACD per la stesura di “Burn-out”. È direttrice della Compagnia Forteresse.

 

7 – 8 – 9 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

THE WEDDING

di Anton Cechov

con Katariina Lantto, Madeline Gabel, Milena Olchowska, Jakub Kordas, Filip Krupa, Eirik Langås, Peder Ulven, Andreas Vedvik

regia di Piotr Cholodzinski

Mozarteum Salisburgo, Westerdals Oslo, Taide Yliopisto Helsinki, Accademia d’Arte Drammatica di Varsavia

PRIMA NAZIONALE

 

“The Wedding” è un progetto realizzato dall’unione delle scuole teatrali associale nella Platform of European Theatre Academies (PLETA).

È una performance work-in-progress nella quale giovani attori provenienti non solo da differenti scuole di teatro, ma anche da differenti paesi europei, si pongono il quesito del significato contemporaneo dei rituali. Che valore hanno per le generazioni contemporanee i matrimoni e le cerimonie collegate? Il punto di partenza è una commedia di Anton Cechov.

La PLETA è una piattaforma di co-creazione internazionale e interculturale. Nove accademie teatrali partecipano alla piattaforma per creare nuove esperienze attraverso un concreto lavoro collettivo tra giovani professionisti in Europa.

 

Piotr Cholodzinski è un regista e divulgatore teatrale e docente di recitazione presso il prestigioso Westerdals di Oslo. Attivo tra la Polonia e la Norvegia, ha messo in scena testi teatrali per la televisione di autori come Rainer Werner Fassbinder, Jean-Claude Brisville ed Euripide.

 

13 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

OGNI BELLISSIMA COSA

di Duncan Macmillan e Jonny Donahoe

con Carlo De Ruggieri

traduzione e regia Monica Nappo

Coproduzione Nutrimenti Terrestri, Teatro Due Parma, Piano B

 

Quando sei bimbo e i grandi fanno cose che tu non capisci tanto, provi a domandare loro che sta succedendo, ed eventualmente, a dare il tuo aiuto.

In alcuni casi puoi scoprire che il tuo aiuto e il tuo modo di reagire restano invariati dopo venti anni.

“Ogni bellissima cosa” parla proprio di questo.

Di una persona che durante l’infanzia è stata costretta a chiedersi cosa fosse questa cosa chiamata morte, cosa volesse dire la frase “Mamma è depressa”.

Neanche il papà sa rispondere, e quindi il bimbo inizia una lista di tutte le cose bellissime che ci sono attorno a noi e che sono un buon motivo per vivere e svegliarsi con il sorriso.

Questa storia può accadere ovunque nel mondo, perché è ovunque nel mondo che accadono queste storie.

Duncan Macmillan ci racconta qualcosa che è un po’ la sua vita, ma è un po’ la vita di tanti di noi, e così facendo inizia a costruire un mondo sotto i nostri occhi dove il teatro è un gioco per bambini alla sua massima potenza. E allora tutti possono diventare parte della storia, allora una giacca può diventare un cane, un calzino uno psicologo e una lista di bellissime cose può ricomparire magicamente dopo vent’anni da una scatola, quando ormai sei adulto. E quella lista può essere lo stesso viatico di luce che fu quando eri bambino, perché le cose bellissime che ci circondano ci sono ancora. Anzi, ora sei più grande e la lista può solo essere più lunga.

E il testo ci dice proprio questo, che il teatro non ha bisogno di molto, come i giochi dei bambini; e che il nostro modo di vedere la vita fatto di ironia e malinconia non ha bisogno di effetti speciali per dipanarsi o di particolari qualità, ma solo di un luogo dove degli esseri umani decidono di volersi incontrare.

“Every brilliant thing” è stato definito dal Guardian un monologo interattivo, e là dove gli argomenti della depressione e del suicidio sembrerebbero portare alla tristezza, lo spettacolo diventa invece un gioioso, unico, potente inno alla vita.

 

Duncan Macmillan è un drammaturgo e regista britannico attivo nel teatro, nella televisione e nel cinema. Tra i suoi testi principali “Lungs” oggetto di un memorabile allestimento alla Schaubühne di Berlino diretto dalla grande regista Katie Mitchell, “Millonovecentoottaquattro” adattamento da Orwell scritto e diretto in collaborazione con Robert Icke e “Ogni bellissima cosa”.

Monica Nappo ha partecipato come attrice a tournee internazionali, con produzioni italiane ed europee, alternando a lavori legati perlopiù all’ espressività fisica, quelli con attori e registi come Carlo Cecchi (sua aiuto-regista per “Sik-Sik,e Le nozze”), Mario Martone, Toni Servillo. Come performer e regista ha introdotto in italia testi di drammaturgia contemporanea, ed e’stata la prima in italia ad interpretare lavori come “4;48 Psychosis” di Sarah Kane e “Quale droga fa per me” di Kai Hansel ed “East Coast” di Tony Kushner. E’stata la prima donna a vincere il premio nazionale per comici “La zanzara d’oro.”.Ha al suo attivo anche un album di poesia e musica elettronica “Kyo” progetto con Marco Messina,dei 99posse e l’attore M.Dalisi. In cinema ha all’attivo molte prestigiose interpretazioni da protagonista e coprotagonista in film come “To Rome with Love” di Woody Allen, “Magnifica presenza” di Ferzan Ozpetek, “La kriptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, “Venaria Reale. Peopling the Palaces” di Peter Greenaway, “Agata e la tempesta” di Silvio Soldini, “L’uomo in più” di Paolo Sorrentino, “Estate romana” di Matteo Garrone.

 

Dal 14 al 20 Settembre | Piazza San Donato – Civita di Bagnoregio | 11,00 – 13,00 e 16,00 – 18,00

PASTORALE CONTEMPORANEA N. 1

dei Fratelli Presnyakov

Curatela di Gian Maria Cervo

PRIMA MONDIALE

 

“Pastorale contemporanea n. 1” è un ibrido tra una performance e un laboratorio di scrittura. Nella piazza San Donato di Civita di Bagnoregio Gian Maria Cervo e i Fratelli Presnyakov si troveranno a parlare e a scrivere di vari argomenti, una serie sull’arte italiana, un testo sulle fatiche di Ercole e molto altro. I turisti di passaggio e gli spettatori che si recheranno apposta sul luogo potranno osservarli creare ma non potranno interagire con loro a meno che non siano interpellati dai drammaturghi. Cartelli informeranno gli avventori in italiano, inglese, russo, cinese e giapponese che è vietato parlare ai drammaturghi.

Il n. 1 del titolo allude a possibili nuove tappe del progetto in cui drammaturghi contemporanei si troveranno a sviluppare progetti all’interno di ambienti molto connotati da cui si faranno ispirare (tra le location prese in considerazione una mensa della Caritas e un negozio di capi di alta moda).

Concepito da Vladimir Presnyakov in una conversazione con il fratello Oleg e con Gian Maria Cervo a Oslo dove i tre hanno lavorato alla stesura dell’opera FREETIME, Pastorale Contemporanea è un evento postmediale che fonde arti visive e drammaturgia e crea una forte sfocatura sulla linea di demarcazione tra processo e prodotto creativo.

 

I Fratelli Presnyakov sono stati messi in scena da alcuni dei più prestigiosi teatri del mondo come il Teatro d’Arte di Mosca, il Royal Court Theatre di Londra e alcuni dei principali teatri nazionali d’Europa. Sono attualmente gli sceneggiatori dei grandi cineasti russi Nikita Mikhalkov e Kirill Serebrennikov.

Gian Maria Cervo (Italia) è uno dei drammaturghi italiani più attivi e rappresentati a livello globale. Notato quindici anni fa per il suo stile personale al Festival Sitges Teatre Internacional in Spagna dal collega tedesco Roland Schimmelpfennig, è stato poi nominato da Andreas Beck autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg, per la stagione 2001-2002. I suoi testi sono stati rappresentati in alcuni dei maggiori Teatri e Festival d’Europa, in vari prestigiosi teatri russi e sono stati messi in scena da noti registi inglesi e americani. Nel 2013 Cervo è stato il primo autore italiano dopo Goldoni, Pirandello e Dario Fo ad essere messo in scena dalla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale in Cina. Tra le sue opere più recenti “Call Me God” scritta a 8 mani con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd (Teatro Argentina di Roma, Residenz Theater di Monaco di Baviera, Deutsches Theater di Berlino, Museumsquartier Vienna, Meyerhold Center di Mosca), “L’uomo più crudele” (Piccolo Teatro di Milano, Burgtheater di Vienna, Teatro Eliseo di Roma, poi trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia e ripresa nel 2017 dal Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro), “Tra il naso e il cielo” da Pirandello (Teatro del Dramma di Tobolsk, Shanghai Theatre Academy), “Il colore del sole” da Camilleri (Piccolo Teatro di Milano). Nel 1997 ha fondato il Festival di drammaturgia contemporanea “Quartieri dell’Arte”, di cui mantiene ancora oggi la direzione artistica.

 

14 Settembre | Teatro Caffeina – Viterbo | h 21,00

L’AMMORE NUN’È AMMORE

30 sonetti di Shakespeare traditi e tradotti da Dario Jacobelli

con Lino Musella e Marco Vidino (cordofoni e percussioni)

regia Lino Musella

Produzione ELLEDIEFFE in collaborazione con Le Vie dei Festival

 

Dario Jacobelli è un artista partenopeo scomparso prematuramente nel 2013. Protagonista della scena culturale della città dalla fine degli anni ’70, ha scritto canzoni per 99 Posse, Bisca, Peppe Barra, Daniele Sepe, oltre che sceneggiature cinematografiche. Era un poeta inusuale, che, negli ultimi anni della sua vita, si è dedicato alla traduzione in lingua napoletana o al “tradimento”, come amava definirlo lui stesso, di 30 Sonetti di Shakespeare. I sonetti sono, per loro natura, battute senza personaggio e nella traduzione di Jacobelli quelli del più grande drammaturgo del mondo ritrovano teatralità. Nel ruolo di Bardo, Lino Musella, attore di Teatro potente e originalissimo, noto al grande pubblico per la sua interpretazione nella serie Gomorra. Accompagnato dal vivo da Marco Vidino ai cordofoni e alle percussioni, Musella alterna la maestria dei comici dell’arte, il ritmo mai insipido della grande commedia partenopea (quell’alternanza significativa di silenzi e parole, così sublime in Eduardo o Servillo), le declinazioni barocche della sceneggiata, i registri doppi e multipli della farsa, per regalarci uno spettacolo in cui l’Amore si fa materia attraverso il Teatro.

Dario Iacobelli (Napoli 1957 – 2013, anche noto come Zio D), scrittore, poeta, paroliere, sceneggiatore e regista non ha avuto modo di esternare tutto il suo notevole talento per una serie di motivi. E’ stato autore di testi, tra l’altro, per 99posse, Almamegretta, Peppe Barra, Bisca, Nino D’Angelo, Daniele Sepe, Gabriella Pascale, Alan Wurzburger, Serena Rossi, Rosapaeda, Balaperdida, Climnoizer. Ha scritto e diretto i cortometraggi “La Preda”, “Fuori dal giro”, “La Tazza”, “Un’altra via d’uscita”, videoclip musicali e sociali, testi teatrali per ragazzi, la sceneggiatura del film “Nauta”, l’ideazione e la messa in scena di percorsi multimediali per la Reggia di Caserta, i siti di Baia e Pompei, la Biblioteca Vaticana, la città di Benevento.

Lino Musella è nato a Napoli nel 1980. Studia recitazione con Guglielmo Guidi a Napoli, e regia teatrale alla scuola Paolo Grassi di Milano. Si forma e lavora con Marcello Cotugno, Paolo Zuccari e Michela Lucenti/Balletto Civile. Negli anni alterna l’attivita di attore, regista, tecnico e disegnatore luci. Ha lavorato come attore (tra gli altri) con Paolo Mazzarelli, Valter Malosti, Serena Sinigaglia, Virginio Liberti e Annalisa Bianco, Loredana Scaramella, Claudio Autelli, Tommaso Pitta, Antonio Mingarelli, Antonio Latella. Nel 1998 viene premiato come attore al Teatro Sannazzaro (Napoli) e nel 2003 vince la borsa di studio Gianni Agus (Premio Hystrio). Collabora dal 2006 agli eventi “Percorsi di Luce” di Dario Jacobelli e Francesco Capotorto.Dal 2009 anima, con Paolo Mazzarelli, la Compagnia MusellaMazzarelli. Il lavoro della Compagnia aspira a un teatro capace di parlare della realtà attraverso scritture originali dell’oggi, in modo diretto e spietato, divertito e onesto, profondo e semplice al tempo stesso. Dal 2009 a oggi la Compagnia ha dato vita agli spettacoli Due Cani-ovvero la tragica farsa di Sacco e Vanzetti (2009), Figlidiunbruttodio (Premio In-box 2010), Crack Machine (2011), La Società-Tre atti di umana commedia (2012).

 

18 e 19 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

SOGNO (MA FORSE NO)

di Luigi Pirandello

regia di Marta Malinowska

 

Una giovane ed affascinante donna si sta stancando del suo amante e si sente invece nuovamente attratta da un precedente innamorato, allontanatosi ed ora tornato ricchissimo da lontani ed esotici paesi. Stendendosi su un letto che, come dice lo stesso Pirandello, “sembra piuttosto un divano, a cui per qualche molla si sia abbattuta l’alta spalliera”, inizia un sogno, o piuttosto un incubo, in cui la giovane vede se stessa strozzata dall’amante ingelosito che sulla morbida carne del suo collo traccia con le sue mani un solco livido come una sorta di collana, ben diversa da quella che la donna aveva ammirato e desiderato nella vetrina di un gioielliere.

La donna si sveglia sospirando dal sollievo di essere uscita dall’incubo, quando la cameriera le porta una scatola che, mandata dal ricchissimo ex amante, contiene proprio la collana da lei tanto desiderata.

Viene a visitarla l’amante geloso che le racconta di essere contrariato perché avrebbe voluto farle una sorpresa regalandole la collana di perle ma che il gioielliere l’aveva già venduta a qualcuno… La giovane fa finta di nulla e avvia un dialogo che sembra inizi a ripercorrere lo stesso tragitto del sogno (ma forse no).

 

Marta Malinowska dopo essersi diplomata in recitazione all’ Akademia Sztuki Teatralnej di Cracovia ha intrapreso gli studi registici all’Accademia nazionale di Varsavia dove sta per laurearsi. Marta ha anche studiato tecnica della respirazione olotropica e psicologia transpersonale per 3 anni. Nel suo lavoro di regista combina i suoi background psicologico e attoriale, specialmente nella esplorazione dei sogni e del corpo. Ha diretto opere per il Teatro Studio, il Teatro WarSawy e il Teatro Dramtyczny di Varsavia. Ha partecipato a progetti teatrali a Berlino, Parigi e New York.

 

CECCO DEL CARAVAGGIO

di Gian Maria Cervo e Francesco Di Mauro. Versione inglese di Giles Smith

regia di Sullivan Lioyd Nordrum

 

Lo spettacolo mette in scena un corto cinematografico nato da una potenziale scoperta di Gian Maria Cervo fatta su Cecco Boneri e sullo stesso Caravaggio a Monte Sant’Angelo, in Puglia. Applicando una tecnica di messinscena polivocale, Sullivan Lioyd Nordrum (che come attore ha interpretato il ruolo di Jørgen nella nota serie TV norvegese tratta dal romanzo di Jostein Gaarder) restituisce una struttura narrativa che senza rinunciare a momenti sperimentali, propone su due binari di racconto paralleli un sottoproblema (la composizione dei dipinti laterali della cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi in Roma) e un problema (il rapporto tra Caravaggio e Cecco) che tengono viva l’attenzione dello spettatore fino al risvolto finale.

 

Sullivan L Nordrum studia regia al DDSKS di Copenaghen. E’ inoltre drammaturgo e sceneggiatore. Ha iniziato lavorando a versioni filmiche di opere di Jon Fosse e Matei Visniec ed è poi approdato alla regia teatrale con la messa in scena di opere di Bernard Marie Koltes, Lars Noren e Rasmus Krone Andersen.

 

THE CONTESTANT

di Rasim Erdem Avsar

regia di Juho Liira

 

Un talent show. Una giuria e un concorrente. Il concorrente di questa sera è un cantante/cantautore emergente. E lui è lì per cantare. Prima di lui sul palco si esibisce un uomo con una scimmia ballerina, quindi lui si sente abbastanza fiducioso. Ma la giuria no. La sua canzone. IL PROSSIMO. Una cover? IL PROSSIMO. Forse dovrebbe raccontare una storia? IL PROSSIMO. Una storia più personale? IL PROSSIMO. Viene da una terra straniera? Perché dall’accento si sente ancora. No, lui ha vissuto lì tutta la vita. IL PROSSIMO. Forse una storia di sofferenza? Lui non ne ha, ma va bene. Ne inventerà una. APPLAUSI. “The Contestant” è un’esplorazione lirica ma sarcastica delle esigenze personali, politiche e attuali degli artisti.

Coproduzioni del Festival con Westerdals, Taide Yliopisto e Accademia d’Arte Drammatica di Varsavia

PRIMA MONDIALE

Juho Liira studia regia all’Università delle Arti di Helsinki e ha già all’attivo regie di opere, teatro musicale e di prosa in teatri come Musiikkitalo di Helsinki, il Teatro Municipale di Hamina, il Kumpulan Metsäteatteri e il Kellariteatteri. Ha inoltre sviluppato creazioni site-specific presso Kiasma, Galleria Nazionale. Il suo lavoro si concentra sulla poesia folk, sui testi con un carattere apocrifo, sui found materials e sulle mode pop che hanno a che fare con il mito, la memoria e l’identità.

 

22 Settembre | Sala Regia del Palazzo dei Priori – Viterbo | h 18,00

AN EVENING WITH ALDO PENNELLO

di e con Aldo Pennello

Produzione del Festival

 

“C’è un filo sottile che lega Antonio del Massaro detto il Pastura e Aldo Pennello. Non argomenterò questa mia affermazione e quindi tanto i praticanti della cabala quanto i non cabalisti dovranno agire, nel credermi, sulla fiducia. Ho addirittura motivo di pensare che Antonio del Massaro abiti a casa di Aldo Pennello ma non mi spiegherò, anzi ho forse detto già troppo. Come David Lynch credeva di un suo amico, penso che Aldo molti secoli fa guidasse un’astronave con cui accompagnava il Pastura a scegliere le location per gli sfondi dei suoi quadri. Ma adesso, basta davvero, devo proprio fermarmi. Perché se continuassi Aldo si arrabbierebbe perché Aldo è così radicalmente viterbese. Gli chiedi di mettere in scena, di interpretare, uno di quei suoi calembour divertenti e irriverenti e lui è capace di risponderti che no, è troppo spinto per lui. “Spinto, una cosa che hai scritto tu?” Gli vorrei rispondere. E poi gli vorrei gridare in faccia con tutta la forza “Viterbese! Viterbese! Viterbese!”. Ma non lo faccio. Perché so benissimo che Aldo sta alla viterbesità come Mozart sta alla musica del Settecento. Provate ad ascoltare Mozart. Di quale altra epoca potrebbe essere? E’ così spudoratamente Settecento. Eppure è così unico. E Aldo? Beh Aldo è…la stessa cosa. E’ Viterbo, Viterbo spiccicata; e però è anche Spoleto, la Francia, via dei serpenti a Roma, l’Unione Sovietica e chissà quante altre cose che mi dovrà ancora raccontare.” [Gian Maria Cervo]

 

23 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

ALCOOL

di Emilio Celata e Sandro Nardi

con Emilio Celata

regia Sandro Nardi

Teatro Boni di Acquapendente

 

A volte è meglio stare da soli che permettere che la propria vita si trasformi in un’esistenza piena di tristezza, amarezza, solitudine, con la stanchezza di dover affrontare ogni giorno una società ormai contaminata da mode e modi di fare che non ci appartengono e non condividiamo. Interminabili giornate passate al bar abitato da strani esseri, quasi degli extraterrestri, il rapporto finito con la propria ex, la considerazione che forse sarebbe stato bello avere un figlio, la palese contraddizione di giocare da solo ai giochi di società mentre la mente viaggia, viaggia…

Alcol è quando tutto offusca la mente del protagonista e lo fa entrare in un delirio che diventa paradossalmente l’unica forma possibile di lucidità con cui poter capire e fare il punto della situazione. Uno sconsiderato visionario dalla mente annebbiata cerca di riflettere sulla normalità del mondo. “Alcol” è uno spettacolo dal gusto leggermente dolce e bruciante, dall’odore pungente, dalla gradazione estremamente infiammabile, dove la solitudine diventa un mezzo per ritrovare la forza, il coraggio e la sicurezza in se stessi. Forse soltanto un “supereroe” può cancellare tutto quello che in questo mondo non va.

 

Sandro Nardi è autore, regista e direttore artistico del Teatro Boni di Acquapendente, definito “la piccola perla della città”. Con il suo operato vuole veicolare un’idea di teatro che sappia proporre una programmazione fresca e culturalmente alta, facendo conoscere non solo gli spettacoli ma anche il territorio.

 

29 Settembre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

AND SO MY FACE BECAME MY SCAR – I WAS

di Danielle Pearson

regia Lorenzo d’Amico De Carvalho

PRIMA MONDIALE

AND SO MY FACE BECAME MY SCAR – I AM

di Rasim Erdem Avsar

regia Bienvenue Akoha e Marco Lucchesi

PRIMA MONDIALE

AND SO MY FACE BECAME MY SCAR – SEE ME?

di Emily Gillmor Murphy

regia Riccardo Sinibaldi

PRIMA MONDIALE

 

“And So My Face Became My Scar” è un ibrido tra un evento teatrale, una serie televisiva e una mostra d’arte. Lo spettacolo si scompone in quattro momenti distanziati spazialmente e temporalmente. Chi lo vedrà avrà la sensazione di vedere un corpo e poi di entrarci dentro con una sorta di sonda-microscopio.

Il progetto nasce dall’incontro tra i drammaturghi vincitori della EUCP Playwriting Competition in memory of Matteo Latino, nel quadro del progetto EU Collective Plays cofinanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea.

 

Danielle Pearson è un’autrice inglese. Tra i suoi lavori recenti “New Europe” (co-creato con l’Engineer Theatre Co, commissionato dal festival “After the Referendum” del Camden People’s Theatre) “Ann Veronica” (un adattamento del romanzo di HG Wells, per il Watermill Senior Youth Theatre), “Tabitha’s Ballad” (South Street Arts Centre, vincitore del Reading Between the Lines 2016 “Off the Block”), “The Shipping Forecast” (Pleasance Theatre Scratch), “Far from the Madding Crowd” (Watermill Theatre), e “The Maids” (Edinburgh Fringe). Attualmente è autrice in residenza del Watermill Theatre per cui ha recentemente realizzato un adattamento teatrale del romanzo “Jane Eyre”.

Rasim Erdem Avşar è un drammaturgo e traduttore turco. Gli è stata assegnata la borsa di studio Hazel Heughan Trust Festival per il Fringe di Edimburgo due volte. È stato selezionato per il Playwriting Workshop del Royal Court Theatre e ha completato la sua opera “Dark Pink” sotto la supervisione di Zinnie Harris, Mark Ravenhill e Richard Twyman. Il suo “#occupylove” è stato presentato al Traverse Theatre e “#politicsoftea” è stato selezionato al festival “Yes, No, Do not Know” del National Theatre of Scotland. Ha pubblicato una raccolta di racconti e sue traduzioni hanno debuttato al DOT Theatre di Istanbul. Insegna anche analisi del testo e sceneggiatura. È assistente di ricerca presso l’Università di Bilgi di Istanbul.

Emily Gillmor Murphy è una scrittrice/autrice irlandese.

I suoi due romanzi “You and I” e “One Chance” hanno ricevuto un forte consenso di critica e sono stati pubblicati in Irlanda, Regno Unito e Germania.  “A Boy Called Nedd”, suo primo testo teatrale, dopo un primo studio con la Druid Theatre Company debutta in prima mondiale con la Bitter like a Lemon Theatre Company per la regia di Karl Shiels. Viene selezionato per il The StewartParker Trust 2016. Il suo secondo spettacolo “ALL TALK” è stato rappresentato nel New Writer’s Festival 2016 del NewTheatre di Dublino.

Lorenzo d’Amico De Carvalho nato a Roma nel 1981, è regista teatrale e autore di documentari (Sulle tracce del mito, prodotto da Angelo Barbagallo in collaborazione con RAI Cinema; L’Aquila: la cultura rinascente, prodotto da RAI Cinema per RAI Due; Sfogliare un film, da un’idea di Gianni Amelio, realizzato per il Museo Nazionale del Cinema di Torino), cortometraggi (Pausa Pranzo premio del Centenario CGIL Cinema e Lavoro, selezione 4FilmFestival Bolzano, selezione Visioni Italiane, Bologna; Nouvelle Vague? menzione speciale DAMS film festival Roma, selezione Milano Film Festival). Lavora anche come regista televisivo per le riprese di spettacoli teatrali (La sponda dell’Utopia, di Tom Stoppard per la regia teatrale di Marco Tullio Giordana; Est/Ovest, testo e regia teatrale di Cristina Comencini) e realizza svariati backstages per registi quali Giuliano Montaldo, Daniele Luchetti, Enzo Monteleone, Francesco Bruni, Gianni Zanasi. In teatro ha diretto, tra l’altro, testi di Baricco, Moisio, Suso Cecchi D’Amico, Anne Riitta Ciccone e Pier Lorenzo Pisano per il Festival Quartieri dell’Arte

Bienvenu Akoha è direttore del Conservatoire de Danses Cérémonielles et Royales d’Abomey (CDCRA), che, sotto la sua guida, è stato presente ad alcuni dei maggiori Festival di teatro e arti sceniche africani. Ha ricoperto importanti incarichi governativi per il Benin come presidente della Commission Nationale de Pilotage de l’Introduction des Langues Nationales dans le Système Éducatif Formel e Presidente del Gruppo di Esperti africani presso la Conferenza Diplomatica dell’OAPI  sulla protezione dei Saperi tradizionali e dxel Folklore.

Marco Lucchesi è uno dei più rispettati registi italiani della sua generazione. Ha diretto nel 1997 la compagnia stabile del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Ha portato in scena prime mondiali di Edoardo Sanguineti e Manlio Santanelli.

Riccardo Sinibaldi, laureato con 110 e lode in discipline dello spettacolo all’Università di Roma Tre, inizia a coltivare la sua formazione di attore con Ennio Contorti, Silvia Luzzi e Giancarlo Sammartano. Frequenta un laboratorio di specializzazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e poi si diploma nel 2007 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha tra i docenti Paolo Sorrentino e Giancarlo Giannini. Negli anni successivi si divide tra teatro e audiovisivo, prendendo parte a spettacoli, cortometraggi e a progetti cinematografici, televisivi e radiofonici. Lavora e collabora, tra gli altri, con Furio Andreotti, David Warren, Juan Diego Pietra Lòpez, Michele Placido, Malcolm McKay, Paola Minaccioni, Lillo&Greg, Giorgio Tirabassi e Nanni Moretti.

In teatro ricopre spesso anche il ruolo di assistente alla regia; oltre ad alcuni eventi, dirige gli spettacoli “Avevamo tutti le Converse” di e con Francesco Brandi e, insieme a Matteo Cerami, “Il disincanto”, tratto dai racconti romani di Vincenzo Cerami. Nel 2008 è tra i fondatori di Carpet, piattaforma creativa per la produzione e la promozione di attività teatrali e cinematografiche.

 

5 Ottobre | Teatro dell’Unione – Viterbo | h 12,00 – 23,00

MICHELANGELO ENTANGLED n.2

di Gian Maria Cervo

Con Giulia Basel e Anna Paola Vellaccio

Collaborazione alla curatela Marcello Carriero e Federico Meschini

Coproduzione La Dramaturgie e Florian Metateatro

PRIMA MONDIALE

 

L’installazione “Michelangelo Entangled n. 2”, dedicata a Michelangelo Buonarroti e a Carlo Vincenti, sfoca, grazie al community writing, la linea di discrimine tra artisti e spettatori e trasforma la Città di Viterbo in un grande crittogramma aprendo il Teatro dell’Unione a una visita inedita per un’intera giornata. E’ un rito comunitario che sfida la comunità sulla questione della dimenticanza e della solitudine mettendo insieme drammaturgia, fotografia e installazione.

 

Gian Maria Cervo (Italia) è uno dei drammaturghi italiani più attivi e rappresentati a livello globale. Notato quindici anni fa per il suo stile personale al Festival Sitges Teatre Internacional in Spagna dal collega tedesco Roland Schimmelpfennig, è stato poi nominato da Andreas Beck autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg, per la stagione 2001-2002. I suoi testi sono stati rappresentati in alcuni dei maggiori Teatri e Festival d’Europa, in vari prestigiosi teatri russi e sono stati messi in scena da noti registi inglesi e americani. Nel 2013 Cervo è stato il primo autore italiano dopo Goldoni, Pirandello e Dario Fo ad essere messo in scena dalla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale in Cina. Tra le sue opere più recenti “Call Me God” scritta a 8 mani con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd (Teatro Argentina di Roma, Residenz Theater di Monaco di Baviera, Deutsches Theater di Berlino, Museumsquartier Vienna, Meyerhold Center di Mosca), “L’uomo più crudele” (Piccolo Teatro di Milano, Burgtheater di Vienna, Teatro Eliseo di Roma, poi trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia e ripresa nel 2017 dal Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro), “Tra il naso e il cielo” da Pirandello (Teatro del Dramma di Tobolsk, Shanghai Theatre Academy), “Il colore del sole” da Camilleri (Piccolo Teatro di Milano). Nel 1997 ha fondato il Festival di drammaturgia contemporanea “Quartieri dell’Arte”, di cui mantiene ancora oggi la direzione artistica.

 

7 Ottobre | Ex Chiesa di San Costanzo – Ronciglione | h 21,00

COMBATTIMENTO

di Riccardo Fazi

con Annamaria Ajmone, Sara Leghissa

regia Claudia Sorace

Muta Imago

PRIMA MONDIALE

 

Il Combattimento è una performance ispirata al Combattimento di Tancredi e Clorinda madrigale rappresentativo composto da Claudio Monteverdi nel 1621, che indaga il principio dell’identificazione tra il combattimento amoroso e quello guerresco; della seduzione come conquista, dell’amore come abbandono di uno stato di normalità e di ingresso in una dimensione di mistero.

La performance ha la forma di un contest selvaggio e animale, che parte dallo studio del “mating” nel mondo animale, attraversa l’Après-midi d’un faune di Nijinski e arriva fino alla club culture. Un movimento circolare e ipnotico che cerca di investigare l’amore come spinta del desiderio, il desiderio come esibizione di sé, l’amplesso come scambio e annullamento di identità.

 

Muta Imago è una compagnia teatrale e un progetto di ricerca artistica nato a Roma nel 2006. Vive tra Roma e Bruxelles.
E’ guidata da Claudia Sorace, regista e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound designer. E’ composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori.

E’ alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale. Per questo realizza spettacoli, performance, installazioni, dove lo spazio è quello del rapporto e del conflitto tra l’essere umano e il suo tempo.

Nel 2018 la compagnia realizzerà la performance Timeless per il Teatro di Roma (maggio 2018), l’opera lirica Lontano da qui scritta da Riccardo Fazi e musicata da Filippo Perocco per il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e il Festival Aperto di Reggio Emilia (settembre 2018), lo spettacolo Combattimento assieme ad Annamaria Ajmone e Sara Leghissa, che debutterà a Roma al Festival Short Theatre (settembre 2018).

Gli spettacoli di Muta Imago sono stati ospitati dai più importanti festival nazionali, tra cui RomaEuropa Festival, Napoli Teatro Festival Italia, Vie Scena Contemporanea Festival, Biennale Teatro, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Inteatro Festival, Bassano Opera Festival, Primavera dei Teatri, Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo; e in diversi festival internazionali tra cui Premiéres Festival (Strasbourg), Festival International des Brigittines (Bruxelles), Théâtre de la Ville (Paris), Festival Cyl (Salamanca), Fadjr Festival (Teheran), Bipod Festival (Beirut), Clipa Aduma Festival (Tel Aviv), Unidram Festival (Potsdam), Temps d’Images (Cluj-Napoca, Budapest), Teatro/Theater: Italienischer Theaterherbst (Berlin), Escrita Na Pasaigem (Evora), Na Strastnom (Mosca), Sirenos Festival (Vilnius), Mot Festival (Skopje), Festival Notafee (Viljandi)

Negli anni Muta Imago è stata finanziata produttivamente da: RomaEuropa Festival, Teatro Nazionale di Roma, Napoli Teatro Festival, Festival delle Colline Torinesi, Festival I Teatri di Reggio Emilia, Fabbrica Europa, Bassano OperaEstate Festival, Artlink Association Romania, Centro Valeria Moriconi, Inteatro Festival.

 

8 Ottobre | CineTuscia Village – Vitorchiano | h 20,30

EUCP REAL & VIRTUAL FESTIVAL

Rassegna di cortometraggi e documentari

PRIMA MONDIALE

 

Una riflessione sulla diffusione delle strategie polivocali e sulle tecniche language-based, che ritrovando cittadinanza tra piccoli gruppi di drammaturghi in tutto il mondo all’inizio degli anni Ottanta, hanno finito col pervadere i linguaggi mainstream del cinema, delle serie tv e del web.

 

9 Ottobre | Centro Diocesano di Documentazione, Palazzo dei Papi – Viterbo | h 18,00

STORIA DEL TEATRO IN VOLUMI

Regia Fabrizio Arcuri

Coproduzione del Festival con Accademia degli Artefatti e CSS di Udine

 

“Storia del teatro in volumi” ha lo scopo di convocare, discutere, narrare e riorganizzare i paradigmi delle varie epoche della storia delle arti performative, confrontandoli con la cultura dello spettacolo contemporaneo. Il teatro quindi come luogo di uno sguardo dell’umano su stesso, e come pratica dell’artista alla ricerca di un posto nel mondo e di un posto per il mondo.

Questa prima tappa sarà dedicata al Teatro Greco.

 

Fabrizio Arcuri è fondatore, direttore artistico e regista di tutte le produzioni di accademia degli artefatti dal 1990. Ha lavorato come aiuto regista di Peter Stein e si è formato all’interno dell’Università La Sapienza di Roma seguendo i corsi di Dario Fo, Sandro Lombardi, Carlo Quartucci. Ha studiato danza con Claude Coldy, Masaki Iwana, Vin Van de Keibus. E’ co-direttore artistico del Teatro della Tosse di Genova per il triennio 2011 – 2013. Nel 2009 è curatore del festival PROSPETTIVA per lo Stabile di Torino e regista del Festival Internazionale delle Letterature di Massenzio a Roma. Dal 2006 è direttore artistico del festival SHORTTHEATRE per il Teatro di Roma. Nel 2011 vince il Premio Hystrio alla regia.

 

11 Ottobre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 18,00

SEI DONNE APPASSIONATE (Lecture)

di Mario Fratti

con Anna Paola Vellaccio, Giulia Basel e altri sei interpreti

regia e adattamento drammaturgico Vincenzo Manna

Florian Metateatro e Dramma Italiano del Teatro Nazionale Croato di Fiume/Rijeka

 

Sei donne appassionate è il testo teatrale, liberamente ispirato al film 8½ di Federico Fellini, da cui è stato tratto Nine, il musical che ha riscosso uno straordinario successo di pubblico e di critica, un vero e proprio fenomeno teatrale con oltre duemila repliche, oltre a essere diventato un film con un cast stellare e la regia di Rob Marshall.

Sei donne appassionate è dedicato dunque al Federico Fellini di , ed è incentrato sulle vicende del regista Guido Contini e sul suo rapporto con le donne della sua vita, la moglie Marianna, l’amante Valia, la sua musa Sonia e le altre. Significativo anche il rapporto antagonistico tra Guido e lo sceneggiatore William che evoca quello tra Fellini e Ennio Flaiano.

La coproduzione coinvolge artisti, musicisti ed attori sia italiani che croati di lingua italiana.

 

Mario Fratti nasce a L’Aquila nel 1927 e dopo la laurea laurea in Lingue e Letterature Straniere alla Università Ca’ Foscari a Venezia, inizia la sua carriera come drammaturgo. Nel 1962 presenta al Festival di Spoleto il suo atto unico “Suicidio” visto da Lee Strasberg che lo invita a rappresentarlo all’Actor’s Studio di New York, città in cui si trasferisce nel 1963 e dove vive tuttora continuando la sua prolifica produzione drammaturgica che conta ad oggi oltre cento opere. Definito negli Stati Uniti “il Pirandello americano”, Fratti viene accolto immediatamente con il favore della critica grazie al suo stile asciutto e immediato, la sua denuncia politica e sociale senza metafore. Le sue opere sono tradotte in venti lingue e rappresentate in seicento teatri di tutto il mondo. Molti i premi a lui assegnati in tutto il mondo tra i quali: il premio Selezione O’ Neil, il Richard Rogers, l’Outer Critics, l’Heritage and Culture, l’Otto Drama Desk Awards. “Sei donne appassionate”, rappresentato per la prima volta a New York nel 1974, è il testo teatrale da cui nacque nel 1982 “Nine” un vero fenomeno teatrale, uno dei musical di maggior successo a Broadway con più di duemila rappresentazioni e vincitore di sette Tony Award.

Vincenzo Manna nasce a Roma nel 1977. Laureato in “Stilistica e Retorica” all’Università degli Studi di Firenze, frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” dove si diploma in regia nel 2009 con lo spettacolo “Fari nella nebbia”, che è anche il suo debutto come drammaturgo.Artista tra i più interessanti della nuova generazione teatrale italiana, lavora come regista e autore, sceneggiatore e traduttore.Dal 2013 è docente di Recitazione e Drammaturgia presso l’Università Link Campus di Roma. Numerosi i riconoscimenti finora ottenuti, tra cui il Premio SIAE (2010) come miglior nuovo autore italiano, assegnatogli durante il 53° Festival dei Due Mondi di Spoleto. Tra i suoi lavori: “Fari nella nebbia” (2009) testo finalista al 50° Premio Riccione, menzione speciale della giuria; “Hansel e Gretel” (2010) spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia; “L’ultima cena” (2011) testo finalista al Premio Hystrio 2012; “Giulio Cesare” (2012) traduzione per lo spettacolo selezione Globe to Globe che rappresenta l’Italia durante le manifestazioni culturali delle Olimpiadi di Londra 2012; “Inverno” (2014) di Jon Fosse, regia realizzata per il Florian Teatro Stabile di Innovazione; “Odissea” (2016) di Derek Walcott regia realizzata per Khora Teatro Produzioni; “Cani” (2017) testo 2° Premio Borrello per la Drammaturgia e Premio CassinoOFF 2014; “La Classe” (2017) testo scritto per Società Per Attori-Franco Clavari, regia di Giuseppe Marini. Alcuni dei suoi testi sono pubblicati presso le case editrici “Editoria&Spettacolo” e “Titivillus”

 

13 Ottobre | Foresteria Comunale – Vitorchiano | h 21,00

AMLETO – UN’OFELIA DI PIÙ

di Gian Maria Cervo

regia Alessio Pizzech

Coproduzione del Festival con Drakkar

PRIMA MONDIALE

 

Una riscrittura che fa intersecare le più affascinanti ipotesi filologiche, genealogiche e letterarie sull’opera shakespeariana con una fantascienza alla Black Mirror e ci parla del Medioevo che c’è in questa nostra epoca contemporanea. Messo in scena nel luogo reale in cui vivranno gli attori della residenza “Il segno d’Orfeo”, un ensemble europeo-africano che si crea in seno al progetto EU Collective Plays!, questa esperienza site-specific è riservata a 15 spettatori alla volta.

 

Gian Maria Cervo (Italia) è uno dei drammaturghi italiani più attivi e rappresentati a livello globale. Notato quindici anni fa per il suo stile personale al Festival Sitges Teatre Internacional in Spagna dal collega tedesco Roland Schimmelpfennig, è stato poi nominato da Andreas Beck autore in residenza della Deutsches Schauspielhaus in Hamburg, per la stagione 2001-2002. I suoi testi sono stati rappresentati in alcuni dei maggiori Teatri e Festival d’Europa, in vari prestigiosi teatri russi e sono stati messi in scena da noti registi inglesi e americani. Nel 2013 Cervo è stato il primo autore italiano dopo Goldoni, Pirandello e Dario Fo ad essere messo in scena dalla Shanghai Theatre Academy, la più prestigiosa istituzione teatrale in Cina. Tra le sue opere più recenti “Call Me God” scritta a 8 mani con Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier e Rafael Spregelburd (Teatro Argentina di Roma, Residenz Theater di Monaco di Baviera, Deutsches Theater di Berlino, Museumsquartier Vienna, Meyerhold Center di Mosca), “L’uomo più crudele” (Piccolo Teatro di Milano, Burgtheater di Vienna, Teatro Eliseo di Roma, poi trasposta in graphic novel dal cartoonist Enrico D’Elia e ripresa nel 2017 dal Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro), “Tra il naso e il cielo” da Pirandello (Teatro del Dramma di Tobolsk, Shanghai Theatre Academy), “Il colore del sole” da Camilleri (Piccolo Teatro di Milano). Nel 1997 ha fondato il Festival di drammaturgia contemporanea “Quartieri dell’Arte”, di cui mantiene ancora oggi la direzione artistica.

Alessio Pizzech Debutta come scenografo e regista collaboratore presso il Teatro Donizetti di Bergamo per le due opere: ‘Il Piccolo Cantore’ di L. Gregoretti e ‘Una Furtiva Lagrima’ di U. Gregoretti. E’ l’inizio di una carriera che lo porterà a dirigere più di 120 spettacoli di opera e prosa in teatri e festival come il Regio di Torino, il Massimo di Palermo, Quarttieri dell’Arte di Viterbo, Inequilibrio di Armunia, la Fondazione Pontedera Teatro, il Metastasio di Prato. Ha al suo attivo un’intensa attività di traduzione dal francese tra cui il ‘Theatre de poche’ di Jean Cocteau, una nuova versione italiana di ‘Historie du soldat di Ramuz ‘e di ‘Savannah Bay’ di M. Duras, nonché il testo teatrale ‘Notti d’inchiostro’ di F. Jelannette. È stato docente di Arte Scenica al Conservatorio Giordano di Foggia. Ha al suo attivo un contributo per la pubblicazione ‘I Teatri della scuola’ edito dalla Provincia di Pisa. Di particolare rilevanza l’attività didattica rivolta proprio alle scuole attuata dal ’93 in Italia e all’estero. Incontra e collabora dal ’97 con Marion d’Amburgo e Federico Tiezzi. Ha diretto importanti attori e attrici: Alessio Boni,Elena Croce, Marion D’Amburgo, Antonio Piovanelli, Mita Medici, Martine Brochard, Adria Mortari, Gianluigi Fogacci, Anna Montinari, Bob Marchese, Maria Rosaria Omaggio, Beppe Ghiglioni. É stato assistente e regista collaboratore per alcuni registi italiani e stranieri: Pier’Alli, Micha Van Hoecke, Ugo Gregoretti, Michele Mirabella e Giorgio Pressburgher.

14 Ottobre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

OBLOMOV

di Danilo Laccetti

regia Valentino Orfeo

Coproduzione del Festival con Galleria Toledo

PRIMA MONDIALE

 

Il progetto registico di Valentino Orfeo si propone di affrontare la complessità del romanzo di Goncarov, “Oblomov”, partendo dal suo nucleo centrale, ovvero il torpore esistenziale e la malattia dell’animo. Sviluppando quindi le tematiche drammaturgiche, la tensione contraddittoria tra attrazione e repulsione verso la vita, le sue lusinghe e le sue insidie, gli attori saranno chiamati a costruire personaggi complessi, che nel rifiuto dell’azione producano una forte dinamica interiore.

 

Danilo Laccetti è docente, consulente editoriale. Si laurea in Storia Romana presso «La Sapienza», traducendo e commentando i libri VI e VII delle Variae (le cosiddette Formulae) e partecipa ad alcune campagne di scavo archeolgico in Toscana. I suoi interessi spaziano anche in ambito letterario, dove esordisce con il “cortoromanzo ingannevole” Trittico della Mala Creanza (2009), seguito dal romanzo satirico Storie di Pocapena (2010). Ha curato la pubblicazione di classici tascabili per l’editore Leone (Verga, Capuana, Boito, Svevo, Pirandello, Kafka) e una nuova edizione di Un viaggio a Roma senza vedere il papa di Faldella (Greco&Greco, 2013). Suoi contributi sono apparsi su varie riviste, fra cui «Atelier», «Nuova Prosa», «Il Segnale», «l’Immaginazione», mentre su «Testo a fronte» saranno pubblicate traduzioni da Orazio e Catullo.

Valentino Orfeo è interprete, autore e regista. Al cinema ha lavorato con Fellini, Samperi e Montaldo. È stato inoltre direttore artistico della Sala Orfeo del Teatro dell’Orologio di Roma.

 

14 – 24 Ottobre | Palazzo Petrangeli e altre location – Bagnoregio | h 18,00

THE SPIRITUALS

di Wu Ming e AA.VV.

regia Matteo Angius

Accademia degli Artefatti in collaborazione con il Festival

PRIMA MONDIALE

 

Il ciclo di letture e conferenze comprenderà versioni teatrali di “Q”, romanzo che il gruppo Wu Ming scrisse sotto le pseudonimo di Luther Blissett e “Altai”.

 

Wu Ming è un collettivo di scrittori provenienti dalla sezione bolognese del Luther Blissett Project (1994-1999), divenuto celebre con il romanzo Q. A differenza dello pseudonimo aperto “Luther Blissett”, “Wu Ming” indica un preciso nucleo di persone, attivo e presente sulle scene culturali dal gennaio del 2000.

Matteo Angius è un attore attivo in varie compagnie di ricerca italiane. E’ stato inoltre performer per artisti visivi di fama globale come Marina Abramovich. Dal 2003 fa parte di accademia degli artefatti, con cui negli ultimi dieci anni ha lavorato agli spettacoli e ai seminari di formazione del progetto di drammaturgia contemporanea Dress code: reality.

 

20 Ottobre | Teatro Caffeina – Viterbo | h 21,00

GOOD BYE DIABOLIK

di Dominick Tambasco

con Alessandreo Baldinotti, Alessia Innocenti, Giulia Weber

regia di Massimo Navone

Associazione Teatrale Pistoiese – Teatri di Pistoia

PRIMA MONDIALE

 

“È un testo che rende omaggio al più famoso e longevo eroe del fumetto italiano. Si tratta del racconto di un dialogo tra tre personaggi: l’autrice Angela Giussani, Eva Kant e un fantomatico agente di Diabolik che lascia più di un sospetto per far pensare che sia Diabolik travestito come solo lui sapeva fare. La storia si manifesta in un momento della vita in cui l’autrice Angela Giussani si interroga su cosa ci sarà dopo questa vita. La domanda la pone anche “l’agente di Diabolik” che vuole sapere cosa sarà dei suoi eroi una volta che l’autrice non ci sarà più. Nel corso della storia si ripercorrono le principali tappe del fumetto: le circostanze che ne hanno dato origine e le varie vicissitudini che ha percorso. Tutto avviene nel vecchio ufficio dell’Astorina, la casa editrice milanese dove è stato concepito il fumetto di Diabolik, in una atmosfera Hopperiana, in cui un apparente scialbo evento quotidiano raggiunge una dimensione surreale.”

 

Dominick Tambasco ha lavorato con numerosi registi italiani (tra cui Marco Risi, Ricky Tognazzi e Sergio Rubini) come aiuto regista. “Giorni dispari”è il suo primo lungometraggio. In precedenza ha realizzato due cortometraggi, “Ho Fellini nell’armadio” e “Il posteggio”. Ha inoltre firmato con Umberto Marino la regia del documentario “Utopia, utopia per piccina che tu sia”, selezionato alla cinquantesima Mostra del Cinema di Venezia.

Massimo Navone è regista e drammaturgo. Diplomato alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano (di cui è stato anche Direttore), ha messo in scena soprattutto autori contemporanei. Da ricordare la sua rilettura dell’Ubu Re di Jarry, con Franco Branciaroli. Da ultimo Affittasi monolocale zona ghetto – Memori (di Eugenio de’ Giorgi), L’uomo dei miei sogni (di Francesca Angeli), Lampi accecanti di ovvietà (di Enrico Bertolino, Andrea Zalone, Carlo Giuseppe Gabardini, Curzio Maltese), Sogno di una notte di mezza estate (di Shakespeare), Mike Tyson – Lo chiamavano fatina (di Giorgio Ganzerli), Cose che mi sono capitate (di Gene Gnocchi, Francesco Freyrie), Casta Away (di Enrico Bertolino, Luca Bottura, Curzio Maltese), Io e Julia (di Patricia Conti) . Grande successo poi per Il grande croupier – Tu che fai, vedi? con protagonista Pupo (autore anche del testo insieme a Francesca Angeli).

 

21 Ottobre | EVENTO SPECIALE | h 11,00

LA STRAGE DI PARIGI

da Christopher Marlowe

Omaggio a Juan Rodolfo Wilcock a cura di Gian Maria Cervo e Lidija Dedovic

In collaborazione con il Festival Wilcock

NUOVO ALLESTIMENTO IN PRIMA NAZIONALE

 

La strage di Parigi è uno dei testi del teatro elisabettiano più menomati e corrotti giunti a noi. È in versi (in pentametro giambico) e non è suddiviso in atti. Si calcola che sia una sorta di riassunto dell’opera originale poiché corrisponde in lunghezza alla metà di un testo tradizionale. Fu scritto da Marlowe intorno al 1591/2 e rappresentato nel gennaio del 1593, l’anno della sua (presunta) morte.

È diverso dalle oltre opere elisabettiane per un certo carattere dispersivo, a prospettiva multipla, polivocale. E’ una sorta di telegiornale e Rodolfo Wilcock suo grande traduttore per l’Italia ne apprezzava proprio questo aspetto. Le vicende dell’opera ruotano attorno alla famigerata Notte di San Bartolomeo, vissuta in prima persona da Francis Walsingham, capo dei servizi segreti della regina Elisabetta I, datore di lavoro di Christopher Marlowe (nelle sue attività spionistiche) e ambasciatore inglese a Parigi all’epoca dei tragici fatti.

 

Lidija Dedovic è la più importante regista donna dell’area balcanica e direttrice del Teatro Reale di Zetski Dom.

 

21 Ottobre | Teatro Boni – Acquapendente | h 18,45

JELENA SAWOJSKA – Una conferenza-spettacolo

Teatro Reale di Zetski Dom e La Fura dels Baus

PRIMA NAZIONALE ASSOLUTA

 

21 Ottobre | Teatro Boni – Acquapendente | h 19,00

BITCH

di Arpad Schilling e AA.VV.

con Nada Vukčević, Srđan Grahovac, Stevan Radusinović, Vule Marković, Zoran Vujović

regia Arpad Schilling

Teatro Reale di Zetski Dom

PRIMA NAZIONALE

 

Il focus della drammaturgia di Árpád Schilling and Éva Zabezsinszkij è il ruolo della donna nella società, naturalmente connesso al ruolo dell’uomo nella società. Cosa se ne fa l’uomo del suo testosterone da quando non deve più cacciare nei boschi? E cosa dovrebbe fare una donna se ha idee e se può lavorare come un uomo? Può una donna dire di non volere un bambino? Può dire di voler vivere la stessa vita di un uomo? E, se un uomo invece vuole rimanere a casa con suo figlio e accetta che a lavorare sia la donna, vuole forse dire che non è un vero uomo? Quanto questo è permesso da una società patriarcale? Quali sono le reazioni, le paure e le aspettative?

Nada ha 38 anni. È single. Aspetta il treno vicino alla ferrovia di un piccolo paese. Arrivano alcuni uomini e la presenza della donna li porta a raccontare le esperienze – belle o brutte – con le donne della loro vita, richiamando alla memoria conflitti passati o presenti con madri, padri e fidanzate. Ognuno ha la propria storia, le proprie ragioni per essere diventato quello che è adesso.

La performance è un viaggio nello spazio e nel tempo. Senza sceografia, senza oggetti. Ci sono solo attori sul palcoscenico. E le storie dei personaggi che interpretano.

Dice Arpad Schiling: “Nella nostra performance, esaminiamo come le relazioni familiari portino a certe personalità e caratteristiche. Naturalmente, non potremo mai capire le cause effettive, ma dopo aver osservato almeno due generazioni possiamo rilevare processi e fenomeni bizzarri. Abbiamo trovato interessante pensare al perché si sviluppino certi comportamenti e modelli sociali. Cos’è una donna? Cos’è un uomo? Come facciamo a renderci l’un l’altro le vite peggiori mentre facciamo esattamente quello in cui crediamo, sicuri e certi che quello che facciamo sia corretto e giusto. Non c’è dubbio che molte esperienze siano ancora oggi efficaci, ma ci sono alcuni vecchi atteggiamenti e idee che rovinano completamente le nostre vite.

La storia è ambientata in un villaggio senza nome, un luogo qualsiasi tra Podgorica e la costa. C’è una donna che aspetta alla stazione, e poi quattro uomini compaiono lentamente. Ma in questo testo vediamo anche uomini che con semplicità chiamano “bitch” una donna, solo perché non sono capaci di costruire una relazione con lei o perché lei non accetta il loro gioco. Questo modo di pensare deriva dai ricordi e dalle cattive esperienze. Lo spettacolo è come un’indagine attraverso la quale cerchiamo di tirare fuori qualcosa sul passato di questi uomini, sulle loro relazioni con le donne, con altri uomini e con i loro padri.”

 

Arpad Schilling è considerato uno dei maggiori registi teatrali dell’Europa dell’Est. Nel 1995 ha fondato Krekator, una delle più rispettate compagnie europee e dall’inizio degli anni novanta ha lavorato per alcuni dei maggiori teatri internazionali come il Burgtheater di Vienna, la Schaubuehne di Berlino, il Piccolo Teatro di Milano, il Teatro Nazionale di Strasburgo, il Teatro Katona Jozsef e il Teatro Reale di Zetski Dom.

 

23 Ottobre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 21,00

TRA LE QUINTE DELL’ANIMA

di Nikolaj Evreinov

regia Riccardo Sinibaldi

Produzione del Festival in collaborazione con Carpet

PRIMA NAZIONALE ASSOLUTA

 

Compito dell’artista non è riprodurre la vita, bensì teatralizzarla, assecondando così l’innato istinto teatrale che anima tutta la realtà vivente. Da questo presupposto teorico, ampiamente analizzato ne Il teatro della vita, si delinea anche la produzione drammaturgica di Nikolaj Nikolaevič Evreinov. Quel desiderio di continua trasformazione che caratterizza ogni essere vivente non può essere riprodotto altrimenti che con l’illusione, unica sola realtà della vita, conferendo così al teatro una sorta di funzione terapeutica per l’umanità, nella quale l’attore è elevato simbolicamente a “sacerdote del nostro tempo”.

In questo atto unico del 1912, Evreinov si sperimenta in un genere che definisce “monodramma”, un testo drammaturgico in cui diversi personaggi non rappresentano altro che la proiezione dei diversi stati d’animo del protagonista.

 

Nikolaj Nikolaevič Evreinov (Mosca, 1879 – Parigi, 1953) è stato un drammaturgo e regista teatrale russo. Compiuti a Pietroburgo gli studi di giurisprudenza e composizione, nel 1905 lasciò l’intrapresa carriera di impiegato per dedicarsi al teatro. Nel 1907-1908 e 1911-1912 organizzò una serie di spettacoli retrospettivi che esercitarono un grandissimo influsso sull’evoluzione della tecnica registica. Fu attivo in patria, fino al 1925, in piccoli teatri, finché si trasferì in Francia.

Nel suo libro più importante, Il teatro nella vita, Evreinov enunciò la sua teoria della teatralità: tutta la realtà vivente sarebbe animata da un innato istinto teatrale, da un desiderio di continua trasformazione. Scagliandosi contro il realismo e il naturalismo, Evreinov afferma quindi che il compito dell’artista non è di riprodurre la vita, ma di teatrizzarla. Secondo il drammaturgo l’illusione è la sola realtà della vita e il teatro assume per l’umanità una funzione terapeutica, mentre l’attore diventa “sacerdote del nostro tempo”.

Evreinov cercò di illustrare scenicamente i suoi scritti con una serie di testi, tra cui ricordiamo La gaia morte, L’ispettore generale, La cucina del ridere, La quarta parete, Ciò che più importa (“Samoe Glavnoe”, da cui venne tratta la commedia francese “La comédie du bonheur” (1926) di Fernand Nozière e un successivo film “Ecco la felicità” nel 1940, diretto da Marcel L’Herbier).

Fu pure il creatore del cosiddetto monodramma, i cui vari personaggi non dovrebbero esser altro che la proiezione dei diversi stati d’animo del protagonista. Tra questi ricordiamo Tra le quinte dell’anima, del 1912.

A Parigi curò anche la pubblicazione de Il teatro nella Russia sovietica e Storia del teatro russo.

Riccardo Sinibaldi, laureato con 110 e lode in discipline dello spettacolo all’Università di Roma Tre, inizia a coltivare la sua formazione di attore con Ennio Contorti, Silvia Luzzi e Giancarlo Sammartano. Frequenta un laboratorio di specializzazione presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” e poi si diploma nel 2007 al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove ha tra i docenti Paolo Sorrentino e Giancarlo Giannini. Negli anni successivi si divide tra teatro e audiovisivo, prendendo parte a spettacoli, cortometraggi e a progetti cinematografici, televisivi e radiofonici. Lavora e collabora, tra gli altri, con Furio Andreotti, David Warren, Juan Diego Pietra Lòpez, Michele Placido, Malcolm McKay, Paola Minaccioni, Lillo&Greg, Giorgio Tirabassi e Nanni Moretti.

In teatro ricopre spesso anche il ruolo di assistente alla regia; oltre ad alcuni eventi, dirige gli spettacoli “Avevamo tutti le Converse” di e con Francesco Brandi e, insieme a Matteo Cerami, “Il disincanto”, tratto dai racconti romani di Vincenzo Cerami. Nel 2008 è tra i fondatori di Carpet, piattaforma creativa per la produzione e la promozione di attività teatrali e cinematografiche.

 

24 Ottobre | Complesso di Sant’Agnese – Vitorchiano | h 17,00

SPEECH #2

di e con Enzo Cosimi

Compagnia Enzo Cosimi

 

Un viaggio nelle collaborazioni artistiche tra Enzo Cosimi e alcuni dei maggiori stilisti e brand italiani della storia.  Con al centro il problema di raccontare la danza e la moda attraverso la parola.

 

Enzo Cosimi, coreografo regista tra i più autorevoli della coreografia contemporaneaitaliana. Coreografo ospite del Teatro Alla Scala di Milano e del Teatro Comunale di Firenze, firma nel tempo con la sua Compagnia produzioni per i più prestigiosi festival e teatri internazionali, collaborando con artisti dell’eccellenza italiana  e internazionale, tra i quali Miuccia Prada, Luigi Veronesi, Richie Hawtin, Aldo Tilocca, Louis Bacalov, Aldo Busi, Daniela Dal Cin, Robert Lippok e Fabrizio Plessi con il quale crea Sciame, primo lavoro di video danza italiano. Nel 2006 firma la regia e la coreografia della Cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, protagonista l’étoile Roberto Bolle e 250 interpreti. Nel marzo 2012 viene riallestito Calore, primo lavoro di Enzo Cosimi all’interno del Progetto RIC.CI. a cura di Marinella Guatterini.

Nella sua carriera, mette a segno con la sua Compagnia più di 40 produzioni, tra cui Sopra di me il diluvio, presentato alla Biennale di Venezia nel 2014 che ottiene il Premio Danza&Danza 2014 come Migliore Produzione Italiana dell’Anno e il Premio Tersicore 2015 a Paola Lattanzi come Migliore interprete contemporaneo. Nel 2015 debutta Fear party, prima tappa del progetto Sulle passioni dell’anima. Nel 2016 viene presentato, in co-produzione con il Teatro di Roma, la seconda creazione  del progetto, Estasi, che indaga il rapporto tra il Desiderio e i suoi aspetti più profondi generati oggi nella società contemporanea. Parallelamente dal 2015 la Compagnia si dedica a creazioni legate all’ambito sociale e politico, creando nel 2015 La bellezza ti stupirà, coinvolgendo nel lavoro un gruppo di homeless. Lo spettacolo è all’interno del Progetto Ode alla bellezza – 3 creazioni sulla diversità. Nel 2016 è stata presentata la seconda tappa, Corpus Hominis, un’indagine sull’omosessualità in età matura in rapporto alla contemporaneità. Le creazioni della Compagnia Enzo Cosimi sono state rappresentate negli anni nei maggiori Teatri e Festival italiani, e portate in tournée in Europa, Stati Uniti, Perù, Australia, India, Giappone. Enzo Cosimi da alcuni anni collabora come coreografo residente alla Scuola Civica Paolo Grassi di Milano.

 

24 Ottobre | Ex Chiesa di San Costanzo – Ronciglione | h 21,00

TIMELESS – LECTURE

di e con Riccardo Fazi e Claudia Sorace

Muta Imago

 

Nel biennio 2018-2019 Muta Imago sta lavorando e lavorerà sul rapporto tra tempo e performance. Uno dei primi esiti di questo lavoro è stato lo spettacolo “Timeless” realizzato nel maggio scorso assieme agli attori della Scuola di Perfezionamento del Teatro di Roma. Timeless-lecture presenta le questioni affrontate nel lavoro in forma di talk performativo che allo stesso tempo si configura come un racconto appassionato del percorso svolto in questi mesi e delle questioni incontrate: come si configura, oggi, il nostro rapporto con il tempo, come individui e come società? In che modo la performance e il teatro si configurano come il luogo ideale per compiere questa indagine?

 

Muta Imago è una compagnia teatrale e un progetto di ricerca artistica nato a Roma nel 2006. Vive tra Roma e Bruxelles.
E’ guidata da Claudia Sorace, regista e Riccardo Fazi, drammaturgo e sound designer. E’ composta da tutte le persone che sono state, sono e saranno coinvolte nella realizzazione dei lavori.

E’ alla continua ricerca di forme e storie che mettano in relazione la sfera dell’immaginazione con quella della realtà presente, umana, politica e sociale. Per questo realizza spettacoli, performance, installazioni, dove lo spazio è quello del rapporto e del conflitto tra l’essere umano e il suo tempo.

Nel 2018 la compagnia realizzerà la performance Timeless per il Teatro di Roma (maggio 2018), l’opera lirica Lontano da qui scritta da Riccardo Fazi e musicata da Filippo Perocco per il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e il Festival Aperto di Reggio Emilia (settembre 2018), lo spettacolo Combattimento assieme ad Annamaria Ajmone e Sara Leghissa, che debutterà a Roma al Festival Short Theatre (settembre 2018).

Gli spettacoli di Muta Imago sono stati ospitati dai più importanti festival nazionali, tra cui RomaEuropa Festival, Napoli Teatro Festival Italia, Vie Scena Contemporanea Festival, Biennale Teatro, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, Inteatro Festival, Bassano Opera Festival, Primavera dei Teatri, Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo; e in diversi festival internazionali tra cui Premiéres Festival (Strasbourg), Festival International des Brigittines (Bruxelles), Théâtre de la Ville (Paris), Festival Cyl (Salamanca), Fadjr Festival (Teheran), Bipod Festival (Beirut), Clipa Aduma Festival (Tel Aviv), Unidram Festival (Potsdam), Temps d’Images (Cluj-Napoca, Budapest), Teatro/Theater: Italienischer Theaterherbst (Berlin), Escrita Na Pasaigem (Evora), Na Strastnom (Mosca), Sirenos Festival (Vilnius), Mot Festival (Skopje), Festival Notafee (Viljandi).

Negli anni Muta Imago è stata finanziata produttivamente da: RomaEuropa Festival, Teatro Nazionale di Roma, Napoli Teatro Festival, Festival delle Colline Torinesi, Festival I Teatri di Reggio Emilia, Fabbrica Europa, Bassano OperaEstate Festival, Artlink Association Romania, Centro Valeria Moriconi, Inteatro Festival.

 

 

 

INFO E PRENOTAZIONI:

ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com

www.quartieridellarte.it

 

UFFICIO STAMPA:

Roma

Marzia Spanu: | info@marziaspanu.com

Viterbo

ufficiostampaquartieridellarte@gmail.com

 

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