Messo a nudo
L’altra notte ho sognato di camminare su Via del Corso nudo.
Ne ho parlato con il mio psicologo. Dice che dipende da un’esperienza in cui mi sentivo vulnerabile.
Forse dipende dal fatto che ho cambiato lavoro. Insegno in un liceo, è la prima volta che affronto la gente, nessuno mi prende sul serio. Lì mi sento vulnerabile. Forse dipende dal fine settimana. Un cane abbaiava in continuazione, cosi ho preso il coraggio di lamentarmi. Ma il proprietario mi ha riso in faccia – “fanno la guardia, fanno la guardia, fanno la guardia” – mentre gli adolescenti brufolosi sulla piazza mi fissavano divertiti. Anche lì mi sentivo vulnerabile.
Può anche dipendere dalla vita quotidiana che facciamo tutti noi a Roma. Siamo bombardati dal rumore degli altri: uno grida nel telefonino, l’altro scarica musica assordante dall’iPod, altri si mettono sulla parte opposta dell’autobus e strillano per farsi sentire. Corriamo da una parte all’altra solo per guadagnare abbastanza per il giorno dopo. Torniamo a casa stanchi e guardiamo i Reality Show invece di comunicare con la persona che abbiamo davanti… Tutto questo porta sì ad un senso di vulnerabilità.
O forse dipende dal giorno che camminai su Via del Corso nudo.
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