MESSAGGIO DI CORDOGLIO PER LA MORTE DEL MAESTRO GIGI PROIETTI
Questa mattina, volevamo tutti fargli gli auguri per il suo 80° compleanno, invece ci siamo svegliati con la notizia che lui GIGI PROIETTI non c’è più. Non ci sono parole per questa commentare questa notizia che ci lascia attoniti e sgomenti. Vogliamo ricordarlo nel ruolo di CAVARADOSSI ne La Tosca di Magni del 1973 e protagonista assoluto nei 7 Re di Roma dove in un teatro Sistina gremito in ogni ordine di posto ha tenuto il palco per due ore e mezza interpretando tutti e sette i Re tra recitazioni e canzoni e in ultimo non perché sia meno importante protagonista della commedia di Gaetanaccio con la quale nel 1978 è stato riaperto il Teatro Brancaccio. Tra i due Gigi c’era una profonda e sincera amicizia che li ha visti complici sia sul palco che nella vita privata con le famose cantate a notte fonda nei piano bar di Roma. Lasciamo al maestro Magni attraverso l’intervista concessa a Marina Piccone e raccolta nel volumetto “Conservazione con Luigi Magni” il ricordo di questa amicizia: “Nel 1978 scrissi per lui La commedia di Gaetanaccio e poi nel 1989 facemmo insieme “ I Sette Re di Roma” al Sistina. Il testo di questo spettacolo, in realtà era nato a articoli scritti per un giornale, il Corriere della Sera, che ogni settimana, nell’edizione romana, pubblicava la storia di un re. Un giorno, eravamo a casa mia, Garinei lesse il pezzo di non so quale re, si entusiasmò e disse:” Perché non ne facciamo una commedia musicale?” “ E famola” risposi “e chi potrebbe essè il protagoniste?” Pensammo subito a Gigi Proietti . Solo lui poteva essere in grado di interpretare tutti e sette i re di Roma e così andò. Lo spettacolo fu un grande successo” “ Con Gigi c’è un’intesa artistica dettata dall’origine comune e dagli stessi obbiettivi: divertire attraverso la denuncia e lo sberleffo tagliente. Per me Proietti è il nuovo Ettore Petrolini. Come il grande attore scomparso riesce a reggere la scena da solo e a fare presa sul pubblico qualunque cosa dica o faccia. Ma fra noi c’è anche una bella amicizia” Dopo le rappresentazioni teatrali e dopo la cena, verso le due e mezza, lui mi chiamava per darmi un appuntamento in un piano bar, dietro via del Babbuino. Veniva anche il micio come chiamavamo il pianista di Gigi. A quell’ora non c’era più nessuno e noi davamo fondo al nostro repertorio. Io cantavo in quattro lingue: italiano, inglese, spagnolo e romanesco. Facevamo mattina. Eravamo famosi per le nostre interpretazioni di That’s Amore e Manuela. Ma il cavallo di battaglia era Nun je da retta Roma. Proietti amava molto questa canzone con cui concludeva i suoi recital” Non aggiungiamo altro. Solo un abbraccio alle figlie Carlotta e Susanna e alla compagna. CIAO GIGI
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