Meno male che c’è il popolo viola!
«L’unica bella notizia degli ultimi anni è il popolo viola. Se si ribellano i ragazzi non tutto è perduto!». Così si è espresso, in una intervista rilasciata a Marco Travaglio, Giorgio Bocca, partigiano nell’Italia fascista, poi giornalista e scrittore (il suo ultimo libro è Annus Horribilis). «La cecità dell’Italia di oggi mi ricorda la Germania all’ascesa di Hitler – ha detto Bocca – .. Stanno accadendo cose terribili nel nostro Paese e nessuno reagisce.. Quando nel 1992 esplose Tangentopoli andai ad intervistare il procuratore capo Borrelli, il quale mi disse che la magistratura in Italia riesce ad incidere nel profondo solo quando nella società c’è un grande allarme. Oggi la corruzione è arrivata a costare ai contribuenti decine di miliardi di euro l’anno – (60miliardi è la tassa occulta, secondo la Corte dei Conti, dodici volte quella di Tangentopoli) – ma siamo ancora all’accecamento. Purtroppo i giornalisti sono comprati con prebende e privilegi e soprattutto sono terrorizzati, pertanto non ne parlano. Scrissi nel ’92 che i gerarchi fascisti rubavano molto meno della DC e del PSI, ma questi di oggi rubano ancora di più di allora e alla luce del sole. Se abbiamo questa democrazia malata è anche colpa di questa sinistra alla D’Alema, che collabora da 15 anni con Berlusconi». Giorgio Bocca dice anche che questi ultimi anni sono stati segnati da brutte notizie, ad eccezione delle manifestazioni del popolo viola, che si augura possano continuare massicce e visibili. Infine egli spera che gli italiani riescano a vedere l’attuale crisi morale, che sta aggravando drammaticamente la crisi economica. In effetti, non possiamo non accorgerci come proprio il dilagare del degrado morale stia influenzando negativamente i rapporti economici. In particolare perché: 1) fa scappare gli investitori stranieri dal nostro Paese spaventati dalla mancanza di regole certe e di trasparenza; 2) determina un notevole spreco di risorse economiche, visto che i costi della corruzione gravano sulla spesa pubblica; 3) fa inevitabilmente uscire dal mercato le imprese italiane oneste che hanno pagato le tasse, per fare posto ad una concorrenza sleale che è avvantaggiata dal rimpatrio di capitali illeciti, frutto il più delle volte di evasione fiscale. E ciò grazie alla legge sullo scudo fiscale di recente applicazione, che finirà per dare spazio a nuove imprese avvezze a non farsi tanti scrupoli quando ci sarà bisogno di abbassare i costi di produzione a scapito del lavoro: con più insicurezza e precarietà per i lavoratori. Ed è per frenare questo degrado e soprattutto lo svuotamento di contenuto della nostra Carta costituzionale, nata dalla Resistenza, che il popolo viola sta lottando con presidi a Roma, davanti al parlamento (per tutto il mese di febbraio) e manifestazioni in varie città d’Italia (una ogni mese dallo scorso dicembre). La Carta costituzionale – dicono i portavoce del popolo viola – da anni viene di fatto svuotata dei suoi principi fondamentali sia con decreti del governo che con leggi del parlamento, votate dalla maggioranza. I medesimi portavoce ricordano che per la Costituzione il lavoro è un valore sociale ed un dovere, e non esclusivamente un rapporto economico. E, con una serie di volantini color viola, spiegano come il parlamento vuole approvare numerosi “scudi” per far aumentare i privilegi dei ricchi. Ad esempio – sostengono – lo “scudo fiscale” è stato un regalo agli evasori ed uno schiaffo agli onesti. Poi il “legittimo impedimento” che in realtà è uno scudo legale per una ristretta cerchia di politici che vogliono difendersi dai processi e men che mai nei processi. Ancora, il “processo breve” che serve ai ricchi che possono permettersi di allungare i tempi dei processi per non arrivare mai alla condanna. E lo “scudo Alfano costituzionale” che viene visto come super difesa per il premier affinché arrivi alle “assoluzioni per prescrizione”. Proseguendo nell’analisi degli “scudi” in approvazione, c’è quello sulle intercettazioni telefoniche, che servirà in particolar modo ai potenti preoccupati di non farsi scoprire nei loro intrecci con il malaffare. Infine, i rappresentanti del popolo viola fanno presente che una serie di progetti di riforma della giustizia punta più a mettere la magistratura sotto il controllo del governo che, invece, a rendere più efficiente il funzionamento della giustizia, come, ad esempio, la modifica della composizione del Consiglio Superiore della Magistratura; la cancellazione della dipendenza della polizia giudiziaria dal pubblico ministero; e la separazione delle carriere dei magistrati. I principali slogan del popolo viola sono “salviamo la Costituzione” e “la legge è uguale per tutti”. Augurandomi anch’io, come Giorgio Bocca, che questi cittadini abbiano successo, constato che per il 2009 l’organizzazione internazionale “Transparency International” ha fatto retrocedere l’Italia nella classifica dei Paesi meno corrotti, sino a collocarla al 63° posto, dopo Botswana, Namibia e Malaysia, e, anziché rammaricarmene, preferisco rallegrarmi con questi stessi Paesi poiché sono diventati più virtuosi di noi.
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