Memorie di guerra
Tra il pubblico il Sindaco Stefano di Tommaso, l’assessore alle politiche culturali Gianpaolo Senzacqua, l’assessore alle politiche scolastiche Danda Tavani. Il piccolo libro è posto sul tavolo delle relatrici e lettrici: “Un parterre tutto femminile” commenta il Sindaco, subito dopo, leggendo alcuni brani tratti dal libro, sulla cui copertina verde petrolio spicca l’immagine in bianco e nero di un sinistro carro armato che fuoriesce da un fienile ridotto in macerie, foto tratta dall’archivio privato di Basilio Ventura. Memorie di guerra, Editoriale Programma, è il titolo che l’autrice frascatana Matilde Ventura ha voluto dare alla sua ultima fatica letteraria, una raccolta di testimonianze nella quale, leggendo, si potrà ‘ascoltare’ la voce dei protagonisti. Poetessa e scrittrice per bambini, questa volta l’autrice, minuscola figura di donna dai corti capelli e dai modi gentili, ha realizzato un’opera che resterà nella storia editoriale della cittadina castellana e che dovrà essere letta e diffusa nelle scuole, come ha voluto fortemente sottolineare il Primo Cittadino Di Tommaso. Un’opera che dà voce alla gente, alle persone comuni, che entra nel quotidiano di un attimo prima e dell’eternità successiva alle bombe, piovute dal cielo in una tranquilla giornata di fine estate. Un primo racconto, di fantasia, aveva preceduto questa impresa letteraria: Piovono bombe, ed era stato solo l’inizio di questo progetto. Matilde sa cogliere l’attimo: immediatamente il suo interesse è stato rivolto a chi poteva raccontare, testimoniare, emozionarsi e far emozionare dando voce ai ricordi … Settanta anni sono trascorsi da quel tragico bombardamento, ma Frascati non dimentica e le voci di Clara, di Elio attraverso la figlia, la stessa autrice, di Anna Maria, di Silvano, di Bruna, di Zenaide, di Ferminia e di molti altri si sono levate nel vento delle testimonianze, attraverso i timbri commossi, ma chiari e decisi delle lettrici Maria Paola Spurio e Paola De Luca che hanno fatto rivivere solo alcuni dei tanti drammi dei quali è tappezzata la storia quando è firmata “guerra”. La prima intervista, racconta l’autrice è stata quella con Clara Turci, una donna di Frascati che all’epoca aveva solo dieci anni: questa bella bambina dalle lunghe trecce conserva il ricordo della mamma quando la pettinava, ultimo affettuoso gesto materno prima di un tragico epilogo. Sei mesi circa ha impiegato l’autrice per incontrare e ascoltare i testimoni dei tragici eventi, attraverso i quali e con i quali ha vissuto, condiviso, pianto emozionandosi e rivivendo sedici episodi calati in quella lontana realtà, eppur vicina nella potenza della memoria. Più commovente e più appassionante, confida l’autrice, è stato scoprire che nell’incontro con coloro che c’erano e ricordano, per quanto tragiche e dolorose, mai è venuta meno la forte volontà di ricostruire, di ricominciare, di non perdere la speranza e soprattutto di far sentire fortemente presente chi sotto le macerie ha spento i suoi sogni e le sue speranze. Non c’è stata rassegnazione nelle voci dei testimoni, dei protagonisti delle storie, narrate con delicata dolcezza velata di tristezza. Nel libro numerose immagini, foto raccolte dall’autrice, donate dagli stessi testimoni che hanno accettato di raccontare il loro dramma: “Storia fatta di uomini … genitori fino all’ultimo, eroi nella vita, vittime nella guerra … storiografia che dà voce alle testimonianze orali, senza le quali sarebbe scarna cronaca …” si legge nella competente prefazione della scrittrice Lina Furfaro, autrice di romanzi storici, alla quale Matilde dice di essersi ispirata, emozionandosi. E l’emozione sarà bissata con una nuova raccolta: l’autrice, vulcanica e infaticabile sta già pensando al prossimo lavoro che vedrà di nuovo come protagonisti altri testimoni del territorio, la cui voce sarà il seguito di un sussurro di pace già iniziato, un antidoto per estirpare dai cuori l’indifferenza, prendendo coscienza che le bombe e la morte sono concrete e reali anche ai nostri giorni. Leggere, far conoscere ai giovani la storia del loro passato, il dramma vissuto dai loro parenti, vicini, concittadini sarà un monito e un invito a vivere, ricercando nella convivenza e nella tolleranza, la chiave per riscoprire – in quest’epoca così travagliata da conflitti bellici senza fine – che si può credere, sperare e combattere per un mondo di pace.
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