Memoria Autobiografica | Gilberto Zorio
Si può definire memoria autobiografica l’insieme dei ricordi che hanno caratterizzato e in qualche misura influenzato la nostra esistenza, visti nella prospettiva del sé nel rapporto con il mondo.
VOLUME! ricostruisce la sua memoria attraverso una serie di tracce, recuperate e riportate alla luce in una newsletter. Di volta in volta, saranno raccolti testi, immagini, video che, come indizi di recupero, permetteranno la riattivazione delle memorie personali dei lavori realizzati in Via San Francesco di Sales.
Gilberto Zorio, Senza Titolo, 2000
A cura di Ester Coen
Da VOLUME! 10 anni d’arte
“Mi aggrappo ai muri perché sento il fatto architettonico come positivo.
Gli edifici sono un sapere collaudato e rigido in cui la scultura trova uno spazio
furtivo quanto fantastico. (.)”
(Gilberto Zorio)
Capovolgere uno spicchio di realtà è come liberarlo dell’originaria ed accomodante banalità per trasformarlo in una dimensione metafisica, in cui ogni cosa perde consistenza conquistando profondità.
É come un processo alchemico che muta l’originaria natura della vile materia per sublimarla in sostanza impalpabile. Allo stesso modo Gilberto Zorio crea all’interno di VOLUME! uno spazio visionario senza intaccare la struttura ma appropriandosene con la collocazione strategica di singolari congegni. Bizzarri macchinari di essenziale eleganza, a metà strada tra antico e futuro, invadono il volume producendo, con il loro carattere giocoso, un’intrinseca energia. Si tratta di una forza generata dal loro moto, dall’equilibrio dei vari elementi, ognuno indispensabile all’altro.
Trasparenti alambicchi, colorati liquidi e ripetuti rumori sono alcuni degli elementi che costituiscono futuribili sculture, generatrici di pensieri, che per essere azionate necessitano di essere percorse dall’osservatore.
È la sua partecipazione intellettiva che ne innesca l’intrinseca attività di nobilitazione della materia in inconsistenti fantastici pensieri. La stella è l’elemento guida. Essa accoglie il visitatore ancora come sostanza fisica, si fa traccia trafitta nella parete per darsi, finalmente, in uno spazio assoluto, immerso nel candore della luce bianca come risultato di un articolato processo di purificazione, come metafora di un miraggio irraggiungibile ma pensabile.
la Repubblica
Martedì 1 Febbraio 2000
ARTE POVERA
Gilberto Zorio dal collezionista
Per esporre a Roma dopo vent’anni di assenza non ha scelto un museo o una galleria privata, ma uno spazio no profit nel cuore di Trastevere, gestito da Francesco Nucci, una singolare figura di medico collezionista d’arte. Lì tra le pareti scrostate di “VOLUME!”, un appartamento affacciato su via san Francesco di Sales, è aperta fino al 29 Febbraio la personale di uno dei più importanti artisti italiani, Gilberto Zorio. Fondatore del gruppo dell’arte povera accanto a Mario Merz, Jannis Kounellis e Michelangelo Pistoletto, Zorio aveva fatto l’ultima apparizione nella Città Eterna in una galleria privata nel 1981, prima della consacrazione internazionale dell’arte povera. Da allora le sue opere sono state esposte nei maggiori musei d’Europa. Ma a Roma Zorio non era mai più tornato, e quindi ha accettato con entusiasmo l’invito di Nucci a esporre a “‘VOLUME!” tre installazioni che permettono al pubblico romano di conoscere i temi fondamentali della sua ricerca, legata all’idea dell’energia prodotta dalla trasformazione della materia, a cominciare dalle grandi stelle a cinque punte composte da giavellotti olimpionici legati insieme.
Foto di Marco Fedele di Catrano
Memoria autobiografica è una newsletter ideata da Roberta Pucci e curata dalla Fondazione VOLUME!
Ricerca d’archivio Alice Ciccarese, Martina Corbi, Emilia Di Sano, Claudia Pansera, Alice Romani
Grafica e comunicazione social media Marianna De Vita
Coordinamento Giulia Belfiori
Fondazione VOLUME! <info@fondazionevolume.com>
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