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Memoria Autobiografica | Arcangelo

Aprile 03
16:23 2023

Memoria Autobiografica | Arcangelo

Si può definire memoria autobiografica l’insieme dei ricordi che hanno caratterizzato e in qualche misura influenzato la nostra esistenza, visti nella prospettiva del sè nel rapporto con il mondo

VOLUME! ricostruisce la sua memoria attraverso una serie di tracce, recuperate e riportate alla luce in una newsletter. Di volta in volta, saranno raccolti testi, immagini, video che, come indizi di recupero, permetteranno la riattivazione delle memorie personali dei lavori realizzati in Via San Francesco di Sales.

48 – Arcangelo, Terra dei Sanniti, 2004


Foto di Margherita Spatola

A cura di Giacomo Zaza

Le ricerche artistiche di Arcangelo da sempre guardano alle pulsioni sotterranee dell’esistenza, all’essenza impenetrabile della terra quale luogo di origine e di provenienza. Sono riflessioni che l’artista porta con sé negli spazi di VOLUME! diventandone uno dei tanti volti. Nello spazio espositivo si confronta con la libertà espressiva che il luogo gli consente, realizzando il progetto “Terra dei Sanniti”.

Con esso l’artista dialoga con lo spazio modificandone la fisionomia originaria, rispettando però la memoria degli interventi precedenti. È una scelta congeniale all’essenza del suo lavoro, trattandosi di riflessioni intorno all’intimità, quale serbatoio di immagini archetipiche. Il tutto, nella parte iniziale del percorso, diviene ambiente simile ad una casa, alludendo allo spazio interiore in cui si sedimenta la nostra memoria. All’interno di esso Arcangelo sistema ceramiche tunisine su cui interviene con labili segni di colore, e cosparge la pavimentazione di terra bruna come richiamo alla Madre Terra, luogo a cui apparteniamo e da cui proveniamo. Uno stretto cunicolo, simile agli antichi vicoli sanniti, fa da passaggio ideale da una condizione all’altra, consentendo all’osservatore di accedere all’ultima sala, offerta come volume bianco in contrasto con il colore nero della terra.

Un luogo magico e poetico, in cui la storia si attualizza nel confronto con le precedenti esperienze artistiche inscritte come tracce nella struttura dello spazio.

“Questa mostra è un progetto, un’idea di progetto sull’intimità di una casa dove tutto è estremamente intimo. Rappresentare questa storia dentro una “casa”, e non dentro una galleria, sono due cose molto diverse”.

L’arte di Arcangelo ha sempre stabilito un rapporto intenso con le forze segrete delle cose, con la voce aspra e oscura della terra, con le pulsioni sotterranee dell’esistenza. Le sue opere, dai Misteri, Terra Santa Terra Nera, ai recenti Feticci Sanniti, vivono e prosperano nella molteplice varietà di fabulazioni percettive, prospettive endogene, apparizioni simboliche. Il procedimento creativo di Arcangelo non tende a porsi come ricerca di un unico spazio della conoscenza, ma come affermazione di dimensioni incognite, atmosfere magico – propiziatrici. Le immagini spesso cariche di cenni figurativi, apparizioni aulico-popolari o frammenti della tradizione cristiana, trovano ispirazione nelle viscere del retaggio culturale, nell’antro delle origini entro cui vagano ritualità arcaiche, suggestioni cosmiche.

Per l’appuntamento romano Arcangelo apporta nuova linfa espressiva al suo pluriverso segreto, propone nuovi approdi nel viaggio sapienziale verso il recupero di se stessi, dei valori “vitali”. Totalmente immerse nel mistero di un percorso iniziatico appaiono le “stanze” ideate per gli spazi di Volume!. Lo spettatore si muove sul doppio livello interpretativo tra familiarità di presenze e tracce di carattere atavico, ed estraneità di significati mutabili e incerti. E’ costretto a calpestare uno strato denso di terra grezza cosparsa su tutta la superficie degli ambienti, per scoprire inizialmente le superfici ruvide di alcuni vasi depositati sopra grandi mensole in legno, successivamente i segni cromatici di un lieve intervento pittorico sulle pareti del secondo antro spaziale, e i tratti umani di una piccola testa in cera.

Arcangelo ha importato all’interno di VOLUME! gli elementi fondanti del suo vocabolario iconografico, esaltandone o riducendone la fisicità: la terra diviene presenza reale scomoda e ingombrante, le forme dei vasi appaiono più marcate nell’essenzialità della loro materia e della loro composizione, le superfici cromatiche si perdono in cenni di color pastello, assimilate in un affresco appena tratteggiato, quasi astratto, gravido di sentimenti evocativi e tracce di una memoria condivisa.

Memoria autobiografica è una newsletter ideata da Roberta Pucci e curata dalla Fondazione VOLUME!
Ricerca d’archivio Alice Ciccarese, Martina Corbi, Emilia Di Sano, Claudia Pansera, Alice Romani

Fondazione VOLUME!

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