Meglio spendere negli F35 che debellare le mafie
Non si è ancora del tutto spento il clamore dell’omicidio plurimo di San Marco in Lamis (Foggia) per il quale, a parole, tutti si sono dichiarati sconvolti. Non è il primo agguato delittuoso e, purtroppo, non credo che sarà l’ultimo.
Se ripercorriamo la storia delle organizzazioni criminali, si chiamino Cosa nostra, ‘Ndrangheta, Camorra o in qualsiasi altro modo, sappiamo che sono attive in Italia da tempo immemorabile.
Dopo l’Unità d’Italia, però, il governo dello Stato non ha saputo rispondere ai bisogni e ai problemi delle zone del Sud, lasciando, quindi, mano libera a presunti “uomini d’onore”.
Ormai, molto tempo é passato. L’emigrazione di lavoratori dal Sud al Nord per decenni, i matrimoni “misti”, hanno pure rimescolato le carte: l’Italia dovrebbe essere una sola e anche i cittadini del Sud dovrebbero sentire lo Stato italiano come proprio.
Eppure, in tanti anni, nonostante organismi, commissioni, procure, direzioni antimafia, il fenomeno non è stato debellato.
Come mai? Non si riesce a capirlo.
Per quel che mi risulta, in Italia, la Digos, i servizi segreti, i carabinieri, seguono passo passo tutto quello che succede nelle moschee. Ogni musulmano é conosciuto alla nostra intelligence, fotografato, sorvegliato…
Gli investigatori sanno dove va, con chi parla, come vive. Ritengo che questo sia un fatto molto positivo per la sicurezza di tutti, musulmani compresi. E un vanto per il nostro paese.
Ma le stesse pratiche sono state usate, almeno –diciamo- negli ultimi cento anni (su 156 anni di unità), per debellare le organizzazioni criminali? C’é stato lo stesso fervore investigativo? Dall’alto, sono partiti gli stessi input forti per evitare fatti di sangue, illegalità, infiltrazioni dell’economia, lucrosi traffici di carne umana e sostanze stupefacenti?
Il cittadino comune non lo sa.
Recentemente, si è parlato di nuovo dei notissimi F35, cacciabombardieri da guerra. Ognuno di loro pare che costi 120 milioni di dollari ma si stima che il costo lieviterà ancora a 140 milioni di dollari. L’Italia ne acquisterebbe 90. Secondo il sito Altreconomia che riporta i risultati di uno studio dell’ufficio di analisi economiche dal Parlamento canadese, tra manutenzione e gestione, ogni F35 costerebbe, poi, nell’arco di vita preventivato, 450 milioni di dollari. Tale cifra, moltiplicata per il numero di aerei che l’Italia vorrebbe acquistare, diventerebbe 40 miliardi e 500 milioni di dollari, circa 35 miliardi di euro.
A cosa serviranno gli F35?
Forse, pensiamo di poter essere attaccati da una grande potenza. Anni addietro, si calcolava che sarebbero bastati sette minuti per sconfiggere definitivamente l’Italia in caso di guerra. Non riesco a immaginare quanti ne siano sufficienti oggi (cinque? dieci? quindici?).
Quindi, è più probabile che i cacciabombardieri servano a bombardare persone umane di luoghi terzi da dove, in seguito, fuggiranno profughi per i quali oggi siamo tanto spaventati!
Quando il Progetto è stato iniziato e portato avanti (governi Prodi, D’Alema, Berlusconi), si diceva che, tra l’altro, gli F35 avrebbero creato posti di lavoro. Dovremmo aver capito, ormai, che realizzare posti di lavoro uccidendo esseri umani e gettando nel caos altri stati, non è solo moralmente inaccettabile, è pure economicamente folle!
Ma, in realtà, neppure questo è avvenuto: niente lavoro in più.
Credo, invece, che sarebbe stato meglio finanziare, ad esempio, veri posti di lavoro nelle forze dell’ordine per spazzare via le mafie.
Il Sud, infatti, è distrutto dal malaffare. Gli imprenditori non possono investire, la gente non è libera. Non solo la criminalità guadagna decine di miliardi sottratti all’economia italiana ma abbassa il Pil delle regioni coinvolte di percentuali che oscillano tra il 15 e il 20%.
Questo è a danno del sistema produttivo e fiscale dell’intero Paese. In pratica, paghiamo noi sia gli F35 che le perdite del Sud, con maggiore tassazione, meno posti di lavoro ecc.
Invece, il Sud, tanto ricco di storia, archeologia, agricoltura, bellezze paesaggistiche, mare, monti, dovrebbe volare economicamente.
Noi, dunque, attraverso i nostri politici “lungimiranti”, preferiamo raccontarci che siamo una grande potenza e che sistemeremo l’ordine del mondo scaraventando bombe dai nostri cacciabombardieri.
Intanto che, in casa nostra, si muore di corruzione e malaffare.
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