“Mean Girls” di Mark Waters
Marco Aurelio affermava: “Il modo migliore per difendersi da qualcuno è comportarsi come lui”… Di sicuro questa frase potrebbe ben rappresentare ciò che la protagonista di questo film dai toni spiccatamente sarcastici, si ritroverà a dover fare per uscire incolume da quella pazza giungla che è il mondo scolastico tipico di una sedicenne americana. Cady Heron interpretata da una simpaticissima Lindsay Lohan, è una ragazza che a differenza dei suoi coetanei non ha mai frequentato una scuola per motivi lavorativi legati al lavoro dei genitori e che per questo è cresciuta in Africa, formandosi un carattere fin troppo indipendente per la sua età. La giovane si trasferirà improvvisamente in America, in una cittadina nei pressi di Chicago e inizierà a dover fare i conti con un mondo totalmente diverso da quella che era stata la sua quotidianità, almeno sino ad allora: una vita sociale da instaurare, un ambiente del tutto nuovo, schermaglie amorose e non incroceranno il suo cammino nel pazzo liceo di North Shore, un vero microcosmo con proprie regole da rispettare e gerarchie imposte dal gruppo dominante, composto dalle cosiddette “barbie”; ragazze dall’aria perfetta pronte a tutto pur di mantenere il loro status sociale all’interno della scuola. Mark Waters (già conosciutissimo per l’incredibile successo ai botteghini di Quel pazzo venerdì) firma la regia di questa ennesima brillante commedia uscita nelle sale nel 2004 e creata appositamente per un target piuttosto giovane. Il merito degli incassi record si deve a una buonissima sceneggiatura ad opera di Tina Fey, che è riuscita a racchiudere in questa pellicola tutte le caratteristiche necessarie ad un film adolescenziale di sicuro successo: amore, amicizia, popolarità e, cosa non scontata, una pungente critica al selvaggio mondo liceale made in USA. Cattiveria e comicità si mescolano alla perfezione creando un mix cinematografico sorprendentemente accattivante. Immediato il paragone con un altro film di successo Cruel Intentions, per l’argomento trattato: ossia una studentessa apparentemente perfetta e stimata dalla collettività che in realtà è meschina e trama alle spalle di tutti, e per l’ambientazione scolastica (seppur in questo caso universitaria); unica differenza i toni drammatici usati in quest’ultimo, nettamente differenti da quelli scanzonati di Mean Girls, sopra le righe e fortemente legati al mondo della commedia. Un film leggero, spassoso ma che riesce a far riflettere su quanto e come l’universo adolescenziale, se affrontato nella maniera errata possa rappresentare un vero e proprio ostacolo alla crescita personale… e su come, alle volte, la vera giungla poi non sia legata a un fattore geografico ma alla vita di tutti i giorni….
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