Matti da galera
Mi è stato chiesto di presentare il libro di M.Antonietta Farina Coscioni “Matti in libertà”. Quando i compagni Radicali mi precettano per qualche loro iniziativa, sono sempre ben lieto di aderire e di contribuire come posso. Anche se so che ogni volta ciò comporta una immersione in uno di quei gironi danteschi che giacciono sotto la superficie apparentemente normale del nostro vivere quotidiano, e di cui i Radicali sono un Virgilio collettivo, usi ad accompagnarti per mano tra gli orrori delle realtà marginali e dimenticate. E questa esperienza non è stata da meno. Ho ricevuto il libro, l’ho letto in un pomeriggio, ed è stato un tuffo nella follia. La prima cosa che ho appreso da quelle pagine è che in Italia esistono ancora i Manicomi criminali. Io credevo che con l’abolizione degli ospedali psichiatrici, grazie alla legge Basaglia, fossero stati chiusi anche i Manicomi Criminali, ed invece quegli istituti sono rimasti operativi, avendo solo cambiato il nome in un più asettico “Ospedali Psichiatrici Giudiziari”. Orbene, questi istituti si fregiano abusivamente del titolo di “ospedali”, poiché a tutti gli effetti non sono altro che carceri riservate a coloro che sono stati dichiarati da un tribunale incapaci di intendere e di volere, e giudicati socialmente pericolosi. La prima follia è che in tali istituti è praticamente assente ogni assistenza medica e psichiatrica, sono rari i medici e gli infermieri, i medicinali si limitano quasi sempre a psicofarmaci e tranquillanti, e quando un malato dà in escandescenza… letto di contenzione. Chiunque di noi ha in mente cosa sono le carceri italiane, luoghi fatiscenti e putridi, sovraffollati e invivibili. Ma è difficile immaginare il trattamento riservato a degli esseri umani che sono stati riconosciuti malati di mente e in quanto tali non passibili di carcere. Si supporrebbe che fossero affidati a case di cura, a centri specializzati, a luoghi dove il loro disagio mentale fosse curato e seguito, in vista di una possibile guarigione. E invece la follia è che tali malati vengono spediti in questi O.P.G, che spesso sono assai peggio di quelle galere che sono state ritenute inidonee per loro. E il criterio con cui si viene spediti in un O.P.G. sono davvero incredibili: fino al 2008, il magistrato che giudicava un reo incapace di intendere e di volere, e soggetto di pericolosità sociale, non aveva altra alternativa che assolverlo e spedirlo per un periodo minimo di 5 anni, rinnovabile nel tempo. E a volte basta una reazione violenta contro un pubblico ufficiale, o un comportamento violento e persino autolesionistico, per finire in Ospedale Psichiatrico Giudiziario, e vedere chiudersi le porte del manicomio alle spalle per sempre. Si perché una volta dentro, dopo 5 anni di “trattamenti rieducativi” a base di psicofarmaci e letti di contenzione, al 95 per cento il decreto di internamento viene rinnovato per altri 5 anni, e così via fino a giungere al paradosso che un reo passibile di qualche anno di prigione, poiché dichiarato “matto” ed assolto, finisce per passare tutta la vita in galera… e che galera! Se volete conoscere qualche storia di ordinaria follia, non avete che da comprare il libro e lasciarvi condurre per mano da M.Antonietta nel girone infernale dei “matti da galera”.
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