Masticare rumori di casa
Masticare rumori di casa
colorare sedili in cui si posa
la luna
che riposa in fienili di ricordi
(balle di paglia, bolla figlia)
da difendere, difendere la memoria
che sfolla il cuore e la testa
in quest’inverno primaverile di primaverili
inverni, un vinile (bianco) lunare
gira ora -e non a festa-
(sul fianco solare un abbaglio di suono
appare), mentre fuori di qui
s’assapora una rivoluzione
crudele e di miele forse
per chi verrà dopo quest’aborto di pace,
chi verrà solo a curare l’orto senza il torto
(di dover rompere quello di chi uguale
non è in richezza materiale e non solo),
il miele colerà dal vinile lunare forse
per chi verrà a dare la mano
alla Ricostruzione, a impugnare
una notte di Pace senza ma e senza forse,
senza il rumore di spari allattare al seno
col senno del poi, e non col non senno
dell’ora-distruzione-guerra, mai più.
La guerra dev’essere tabù.
E i rari fischi alle mie orecchie sono come
scricchiolii di sedie antiche, di amiche
lontane, mai vane, già vecchie.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento