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MARINO – RILANCIO DELLA VITICOLTURA ? MEGLIO UN RIPETITORE TELEFONICO

MARINO – RILANCIO DELLA VITICOLTURA ?  MEGLIO UN RIPETITORE TELEFONICO
Marzo 16
08:40 2020

Partiamo subito con la notizia: in un terreno agricolo di via delle Molette sta per “nascere” una stazione radio base della compagnia di telecomunicazioni “Iliad”. E’ stata infatti concessa l’autorizzazione paesaggistica dal dirigente comunale dell’ufficio urbanistica, arch. Gentilini. Il responsabile del procedimento è invece l’arch. Costanzi, già dirigente dello stesso ufficio di Gentilini. L’autorizzazione è stata rilasciata lo scorso 18 febbraio alla “Iliad Italia” e alla “Elicom Radio Sistemi”. Appena venuti a conoscenza, pochi giorni fa, abbiamo chiesto tutti gli atti specifici come “Assemblea contro la cementificazione” e “Associazione contro tutte le nocività”. Infatti, dalla sola autorizzazione paesaggistica pubblicata sull’albo pretorio del sito del comune di Marino non è possibile capire l’entità del progetto.

Speriamo che queste informazioni possano venirci fornite al più presto.

Ad oggi, e siamo a metà marzo, nessun soggetto politico, né di maggioranza, né di opposizione si è interessato. E se lo faranno occorre essere chiari: le leggi sui limiti di emissione dei campi elettromagnetici sono molto “larghe” grazie al contributo del centro-sinistra con la legge quadro n.36 del 2001 e del centro-destra con il decreto e la legge Gasparri del 2002-2003 che in pratica autorizza l’installazione dei ripetitori in quanto considerati “opere di urbanizzazione primaria” come se si trattasse di fogne, rete idrica o illuminazione pubblica.

L’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal comune di Marino è impugnabile al TAR entro 60 giorni oppure entro 120 giorni se l’eventuale ricorso è presentato al Presidente della Repubblica.

I dirigenti comunali nel concedere l’autorizzazione fanno presente che essa ricade sulle particelle 338-393-776-962 del foglio n.41 del catasto su “area di notevole interesse pubblico” ed in “zona E – terreno agricolo” con “paesaggio agrario di continuità” e “vincoli dichiarativi”.

Immagine 1: Individuazione delle particelle interessate dal progetto

Ma non si doveva rilanciare la viticoltura, orgoglio del territorio marinese, e difendere il territorio dalle speculazioni ?

A 25 euro per ogni quintale di uva raccolta, i proprietari avranno pensato che sia molto più piantare un palo solo piuttosto che un filare intero. Con buona pace del vicinato.

Le informazione estrapolate dal documento pubblicato sull’albo pretorio possono essere così sintetizzate.

Nel 2007 il Comune di Marino ha soppresso la Commissione Edilizia Comunale che poteva esprimere pareri consultivi in merito. Non molto ma sarebbe stato meglio di niente.

Il 23 dicembre scorso, lo stesso giorno che le società proponenti “Iliad” ed “Elicom” hanno protocollato una documentazione integrativa alla loro richiesta effettuata a luglio, i tecnici del comune hanno prodotto una relazione istruttoria che dichiara “compatibile” il progetto con i “vincoli paesaggistici anche in variante a precedente autorizzazione paesaggistica”.

Chiunque dica che al Comune di Marino gli uffici non sono efficienti è smentito: due giorni prima di Natale le due aziende protocollano una richiesta, essa giunge immediatamente all’ufficio preposto, dove trova la disponibilità di chi ci lavora che subito effettua una relazione istruttoria dando il via libera.

Poi, nonostante le abbuffate di capitoni, il rituale dei regali scartati il 25 e con in vista il cotechino di capodanno, viene inoltrata il 30 dicembre dal Comune alla Soprintendenza la relazione del 23 dicembre.

Da quel giorno, la Soprintendenza ai beni archeologici avrebbe avuto 20 giorni per dire qualcosa.

Non sappiamo se la settimana tra il primo dell’anno e la befana si siano ammazzati di lavoro alla Soprintendenza.

Pare di no, anche nei restanti tredici giorni successivi: loro non sono così efficienti come da noi a Marino ed in realtà non lo sono quasi mai a vedere le decine di altre autorizzazioni dove compare scritto che “sono trascorsi 20 giorni quindi vale il silenzio-assenso” perché non è stato espresso alcun parere dalla Soprintendenza Archeologica.

Sarà poca cosa, ma nel testo dell’autorizzazione c’è anche scritto a chiare lettere che al Comune di Marino non è stata costituita la “Commissione Locale per il Paesaggio” che esprime un parere obbligatorio da inviare alla Regione Lazio.

In Italia esiste una commissione per ogni cosa, di solito. In questo caso, no.

Qui da noi, per il paesaggio, si può soprassedere.

Ma perché tanta preoccupazione per l’ennesimo “palo della cuccagna” ?

Perché la cuccagna è da intendersi per i proprietari del terreno coinvolto che possono ricavare diverse migliaia di euro all’anno per un affare del genere. Per tutti gli altri, cioè per la popolazione circostante (con case che potrebbero essere di molto sotto la distanza minima dei 70 metri prevista per legge) una buona dose di campi elettromagnetici per tute le 24 ore di tutta la restante vita.

Immagine 2: Le distanze di sicurezza dalle abitazioni potrebbero non essere rispettate. Questo esempio ne mostra una di 50 mt, ma dipende in concreto da dove effettivamente le società vorranno realizzare la stazione radio base. Nel circondario ci sono diverse altre abitazioni.

Si tratta di vedere cosa prevede il progetto nel dettaglio. Ma intanto andrebbe fermato.

Anche perché nel 2014 il Movimento 5 Stelle, allora all’opposizione, presentò al Consiglio Comunale della giunta di centro destra una mozione che fu approvata all’unanimità, quindi anche dal centro-sinistra, che prevedeva la realizzazione di un “piano antenne” che modificasse quello vecchio in vigore con normative non aggiornate. E’ interessante notare che tutti la votarono e che la premessa della mozione riguardava il problema sanitario, le tensioni sociali tra i beneficiari e gli altri abitanti, il forte impatto visivo e la svalutazione degli immobili circostanti. Finora però non siamo riusciti a trovare alcuna informazione sul “piano antenne”, molto probabilmente non è stato redatto. Si è rimasti alle buone intenzioni ?

Già questo sarebbe più che sufficiente ad imporre uno stop all’ennesimo ripetitore, in una zona dove ce ne sono già diversi, purtroppo.

Anche il “piano antenne” non costituirebbe un argine invalicabile perché esso deve essere redatto con l’accordo di tutte le compagnie private. Apriti cielo…

Immagine 3: la scuola “Alessandro Silvestri” di via delle Molette dista un minimo di 160 mt dalle zone interessate

Non si tratta di tornare ai tempi delle “caverne” per intenderci, si tratta di non andare ad impiantare un’altra nocività per meri interessi speculativi e di nessuna utilità sociale. Profitti per pochi e salute a rischio per molti.

Comunque, a titolo informativo, lo scorso 31 gennaio è stata pubblicata la notizia che a Lenola in provincia di Latina la Elicom Radio Sistemi (a meno di un clamoroso caso di omonima, la stessa che vuole il ripetitore alle Molette)) ha subìto il sequestro dell’impianto installato abusivamente e già bloccato dalla Regione Lazio in seguito ad alcuni esposti presentati da comitati di cittadini.

Quindi ha ancora senso protestare organizzati e farsi sentire in tutte le sedi. Confortante.

Risultano indagate tre persone: due amministratori della società e un funzionario della Soprintendenza che ha rilasciato il via libera ai lavori (allora ci rimangiamo quanto detto sopra! Però hanno lavorato in senso contrario a quanto sperato).

Ecco, magari, un po’ di prudenza anche nella circostanza di via delle Molette non guasterebbe.

Che ogni compagnia telefonica possa installare una propria stazione radio è una diretta conseguenza del libero mercato che sta mandando velocemente in malora questo pianeta e i suoi abitanti pur di estrarre profitto in qualsiasi modo.

Queste “nocività” possono fermarsi.

L’interesse per la salute va difeso ogni giorno in ogni luogo.

Se c’è una cosa che in questi strani giorni vale come insegnamento è il non attendere che avvenga ciò che può essere evitato. Tra poco più di anno si torna a votare per le amministrative nel nostro Comune.

Possiamo rivolgere un invito alla popolazione ad autorganizzarsi perché è la migliore tutela da dinamiche di partito, tra i quali spicca quello dei palazzinari e dei cementificatori del territorio contro i quali ci battiamo da

sempre. Occhio agli show-man a caccia di consenso, ai quali della salute e della vivibilità di tutti noi non interessa un granché.

Si può vincere se c’è partecipazione diretta, cioè se ognuno fa qualcosa di concreto. Noi ci siamo.

Assemblea contro la cementificazione —- http://stopcemento.noblogs.org

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