Marino: nel Museo Civico Umberto Mastroianni il concerto ‘Indiani di Riserva’ di Mario Alberti
Commovente riflessione, nata durante il forzato isolamento dovuto al lockdown, condivisa in una corale partecipazione silenziosamente attiva di un pubblico vigile e coinvolto.
Questa l’atmosfera creatasi durante il Concerto Indiani di Riserva, presentato sabato 1° Luglio nel Museo Civico Mastroianni a Marino, alla presenza delle Autorità cittadine che ne hanno concesso il Patrocinio: il Sindaco Stefano Cecchi, l’Assessore alla Cultura Pamela Muccini, il Vicesindaco Sabrina Minucci, tutti visibilmente soddisfatti e consapevoli del valore profondo del messaggio contenuto nell’opera del M° Mario Alberti. Con lui Martina Nasini, organizzatrice dell’evento promosso dall’Associazione culturale La Terzina: insieme hanno accolto i presenti in uno scenario suggestivo, laico tempio di un’antica sacralità, con essenziali luci che han creato vicinanza al trascendente nel ricordo di un genocidio, tragico esempio dei numerosi stermini dei quali è costellata la storia.
Un momento di alta condivisione, nella quale la musica e la voce hanno fatto rivivere la grande tragedia, peccato originale dell’esistenza umana, l’odio del fratello contro il fratello: la lotta tra i popoli, distruzioni, guerre, morte.
La serata è stata introdotta dal prof. Aldo Onorati che ha ripercorso in una sintesi efficace, la storia della grande civiltà dei Nativi americani, della loro cultura, del profondo legame con la natura e dello sterminio del quale sono stati vittime: vicende di un popolo depredato e annientato, interpretate con suoni e brani creati dal M° Alberti.
Ha accennato, il prof. Onorati all’importanza di conoscere la storia, tramandarla alle nuove generazioni, soprattutto in un periodo come l’attuale dove il distacco con gli anziani opera una frattura che li priva degli affetti primari, allontanandoli dalle famiglie, lasciandoli soli nella parte finale della loro esistenza. Senza di loro, valori, esperienza, insegnamenti non vengono più trasmessi come un tempo alle nuove generazioni, travolte con le loro famiglie da un frenetico ritmo che snatura il presente tra realtà virtuale e solitudine, condizioni che non lasciano il tempo di pensare e conoscere…
Si perdono così le radici, si perde il futuro, se le generazioni a venire non conoscono il passato. Occorre piantare amore nel loro cuore, conclude Onorati, mettendo in risalto ogni linguaggio, compreso quella della musica, nella trasmissione di un positivo messaggio etico che instilli semi d’umanità nei bambini, ragazzi, giovani.
Espressiva la lettura dell’attrice Daniela Sistopaolo che ha poi preceduto il programma musicale della serata…
Otto ballate quelle scritte, suonate e interpretate da Mario Alberti, compositore esperto, concertista di musica classica: il repertorio presentato ha permesso all’interprete di dialogare con i presenti attraverso la sua creatività che s’è aperta al racconto e alla ricostruzione di una storia occultata e manipolata nel tempo: i cattivissimi indiani che i coloni europei hanno decimato, in realtà erano i veri abitanti dei luoghi loro sottratti con la violenza, nativi costretti a vivere nelle riserve, nonostante trattati di pace puntualmente disattesi.
Ne racconta drammi e sofferenze, questo lavoro musicale di Mario Alberti, guardando il cielo attraverso i loro occhi e lassù s’avvicina alla spiritualità del grande padre della vita; offre le ali per esser aquila e fuggire a chi è vittima di stupro… narra di cinquemila alberi di pesco confiscati con il terreno e abbattuti per cercar l’oro… Un gesto sacrilego ai loro occhi, che non potrà trovar perdono…
L’opera “Indiani di riserva” mette in risalto la saggezza e la civiltà dei Nativi americani, denunciando dell’uomo bianco arroganza e cattiveria con le quali è stato portato avanti lo sterminio: una condanna all’odio che il genere umano sconta dai tempi dei tempi e che nell’attualità continua ad affliggere il mondo: la mano di Caino che continua a macchiarsi di sangue…
E quell’ “Innocente cattiveria” con la quale l’autore giustifica i suoi giochi da bambino contro i crudeli pellerossa sterminati dai soldati viene riscattata dalla sua creatività musicale: affida alle note, Mario Alberti, il filo dell’aquilone sonoro che può farci volare alto con il pensiero, riscattando secoli di menzogne e di violenze…
La musica salverà il mondo? Sempre più convinta… lasciamo che anche nelle scuole possa entrare questo messaggio: l’anima delle nuove generazioni deve affidare alla leggerezza delle note, ma anche della poesia, il riscatto per un nuovo abbraccio di pace alla vita.
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento