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oggetto: “Ad un anno dall’adozione il Piano Urbanistico di Marino è impantanato nell’immobilismo dell’amministrazione Cecchi”

Era esattamente un anno fa, il 18 agosto 2021, quando l’amministrazione dell’Ex Sindaco Carlo Colizza, nella sede del Consiglio Comunale, adottava finalmente, dopo oltre quindici anni, il nuovo strumento urbanistico di Marino, il P.U.C.G,  il primo Piano Urbanistico Comunale Generale del Lazio a consumo di suolo zero. Un piano a tutela del territorio consegnato, con un esemplare efficienza amministrativa,  alla cittadinanza in tempi record, esattamente in 18 mesi, dall’affidamento dell’incarico all’adozione. Il piano ha attraversato tutti i passaggi tecnici ed amministrativi e ha poi visto nell’ambito della conferenza di co-pianificazione il parere favorevole della Regione Lazio, della Città Metropolitana e di tutti gli altri Enti competenti.

Ebbene, ad un anno esatto da quell’adozione l’amministrazione Cecchi ha prodotto lo zero assoluto, non in fatto di di consumo di suolo naturalmente, ma di atti amministrativi. Dall’insediamento infatti non vi è alcun atto amministrativo né di Giunta né di Consiglio Comunale che diano indirizzi rispetto al Piano adottato, che si ricorda, a norma di Legge, avrebbe già da mesi dovuto affrontare l’iter delle controdeduzioni il Consiglio Comunale e l’invio presso la Regione Lazio per l’approvazione definitiva. Nulla di tutto ciò è stato fatto, si sono susseguite soltanto una serie di commissioni consiliari il cui esito rimane sconosciuto, non vi è nessuna volontà politica dichiarata né dal primo cittadino né dall’assessore competente rispetto alle volontà e alle reali intenzioni di questa amministrazione verso il nuovo Piano Urbanistico di Marino, semplicemnte si è deciso di impantanarlo.

Concludere atti amministrativi di una tale rilevanza che hanno comportato costi sulle casse comunali è però un dovere istituzionale, la tutela del territorio è un bene comune non una questione di partigianeria politica. Dimostri, chi governa ora Marino, la responsabilità e la competenza tanto declamata in campagna elettorale ma finora totalmente disattesa, come plateralmente dimostrato con l’urbanistica, lasciata alle ortiche, preferendo evidentemente la politica degli eventi mondani e dei selfie, anche a carico delle casse comnuali, nel continuo crescendo prevalere della forma sui contenuti.