Marino. Consiglio comunale di insediamento. Arrivano i cinquestelle e non c’è più la politica.
Se. Ma con i “se” non si va da nessuna parte certa. Come è vero che con i “se” non si rappresenta la società reale per quella che è se non illustrandola, descrivendola, interpretandola.
In base a cosa? Ad una scelta sulla situazione macroscopica che è di fronte a tutti: non siamo tutti uguali; socialmente non abbiamo tutti lo stesso peso, valenza, dignità; culturalmente non abbiamo tutti le stesse opportunità per via delle diseguaglianze sociali; economicamente non abbiamo tutti lo stesso ruolo, c’è chi sfrutta e chi è sfruttato.
C’entra tutto questo con il Consiglio comunale di Marino? Eccome se c’entra. Prendiamo ad esempio il sunto del sunto del pensiero di Gramsci circa il ruolo della politica e dei partiti e comprendiamo così che lo stato di cose diseguali (socialmente, culturalmente, economicamente) si possono mutare solo con la politica e i partiti.
Pensiero di Gramsci: “ Il momento della forza appartiene alla società politica, mentre quello del consenso appartiene alla società civile; gli intellettuali sono quelli che hanno il compito di ottenere il consenso, mentre la classe politica è costituita da quelli che si servono della forza per raggiungere quel che non é ottenibile con il consenso. Quest’ultima ha, dunque, bisogno di intellettuali al suo servizio, anche se questi pretendono o si illudono di essere indipendenti. Negli Stati moderni sta ai partiti, che Gramsci paragona al principe di Machiavelli, l’organizzazione, all’interno della società civile, delle forze necessarie per conquistare lo Stato, ma a tale scopo occorre prima ottenere l’egemonia nella società civile: di qui l’importanza degli intellettuali organici alla classe, di cui il partito rappresenta la punta avanzata.”.
Cronaca del Consiglio comunale: si devono eleggere alcune responsabilità istituzionali (Presidente del Consiglio comunale, vicepresidente dello stesso, capigruppo), presentare la Giunta, compiere il giuramento del Sindaco, presentare le note di programma.
Come è stato fatto tutto questo? Con sufficienza e senza politica.
Subito raccontiamo, a margine, della testimonianza di un ex dello staff di Palazzo Colonna che riporta sui social che un neoconsigliere cinquestelle, incontrandolo a Consiglio terminato gli sottolinea come abbiano fatto un minuto di silenzio per gli assassinati di Dacca. Due considerazioni: 1. La tragedia culturale sarebbe stato non farlo, cosa sottolineare allora? 2. Proprio quel tipo di tragedia, la vicenda terrorismo connessa oggettivamente all’espansionismo internazionale in atto da decenni da USA-NATO ed ora UE, avrebbe imposto per rispetto alle vite spezzate non il ricordo labile di un effetto emotivo del minuto, ma la vera sottolineatura dell’accadimento non evitabile perché ricercato da questo tipo di politica imperialista internazionale!
Gli adempimenti consiliari si sono svolti secondo i numeri della maggioranza e delle minoranze. Il giuramento, sulla Costituzione, è stato quanto di più asettico si fosse mai visto e sentito a Palazzo Colonna. La presentazione della Giunta, avvenuta solo a richiesta di un consigliere intervenuto, è stata fatta come quando a tavola si giustificano le presenze di commensali non conosciuti a tutti: letteralmente, indicando col dito, il Sindaco ha detto di ogni assessore presente, senza pronunciarne neppure il nome, (questo) lavori pubblici, (questo) bilancio, ecc.. Non solo, ma evidentemente per autoassolversi ha tirato fuori una giustificazione che neppure alla bocciofila (altro che rispetto delle istituzioni!). Dice il Sindaco: comunque sono già noti gli assessori e gli assessorati, perché il M5S li ha annunciati in piazza, e perfino scritti su un volantino. Ma scherziamo? Allora che si tengono a fare i Consigli comunali? Basta che la prossima volta, vengano emanati dei “Comunicati ed editti” a cura di qualche “Agenzia Stefani” e stiamo a posto!
Infine, e qui la cosa è veramente grave, e nessuna ubriacatura di popolo presente la può cancellare, alla presentazione delle note di programma, il Sindaco ha sostituito, alcuni ricordi personali incentrati sul valore della famiglia e sul rispetto di tutti i cittadini e delle opposizioni, quindi non le priorità di programma su cui intervenire.
(E’ riassunto vero: non ha detto nulla di più!).
Come commentare? Non si tratta solo di “pegno” pagato al noviziato. Né solo di gaffes che durano un attimo. Si tratta di conoscere ruolo, funzioni, e dinamiche delle istituzioni iniziando a rispettarle.
Il capogruppo M5S ha detto noi non siamo professionisti della politica quindi siamo cittadini prestati alle istituzioni. Che vuol dire? Che possono fare tutte le corbellerie che credono? Chi lo spiegherà ai cittadini se, non assumendosi l’onere, oltre che l’onore, del far funzionare bene le regole e le stesse istituzioni poi le decisioni che assumono sono nulle? Lo sa il capogruppo che è grazie all’intervento correttivo del capogruppo del centrosinistra che alcune deliberazioni (le prime assunte in consiglio comunale) ora sono correttamente adottate altrimenti sarebbero state nulle? Perdendo tempo, soldi, efficacia, risposte per i cittadini.
Pressochè nullo, il contributo di trasparenza programmatica da parte del Sindaco. Come si può pensare che il contenuto è quello elettorale punto e basta! Certo che è quello, ma, poiché è composto di tanti problemi, sia in emergenza che di intervento programmatorio (con scadenze, con step, con primi atti, etc.) perché il Sindaco – seppure in festa – non ha espresso al pubblico e ai cittadini tutti (inclusi quelli della diretta streaming, un po’ bruttina per il tipo di riprese, ma certamente una novità positiva) su quali priorità vuole puntare?
Anche per questo, ad esempio, il PCI di Marino ha richiesto un incontro ufficiale col primo cittadino.
E torniamo al punto di partenza, Gramsci, la politica e l’assenza di politica in questo Consiglio comunale. Se – e questo non è un se ipotetico futuribile, ma una condizione di scelta soggettiva -; se il prossimo Consiglio comunale, o comunque la presenza con atti ed indirizzi della amministrazione Colizza, approderanno alla politica, si potrà allora osservare che saranno indicate analisi, proposte e scelte che motivano come perseguire il bene pubblico. E questa è politica. Se, per errore o per pregiudizio antipolitica grillino, questo non sarà, assisteremo ad una Amministrazione Colizza che si mostrerà come asettica, simil-burocratica, senza pathos, senza ideali condivisi che non i propri “privati” di ognuno. Insomma, altro che comunità dichiarata! Sarà una comunità di setta. Ma noi auspichiamo che così non sia.
Quindi, senza crocifiggere nessuno, ma senza tacere dei gravi errori, anche fondamentali, già mostrati, seguiremo, e offriremo il nostro contributo, così come già fatto istituzionalmente da Eleonora Di Giulio in Consiglio comunale; ma anche politicamente e socialmente come PCI.
Perché, in assoluto, non aver preso di petto, politicamente, il dopo voto, ha portato come errore grave (doppiamente grave per il M5S, visto il loro indirizzo iniziale di movimento, in realtà in seguito semi-abbandonato) uno sgarbo, una ingiustizia culturale e politica, nei confronti di quei quasi metà cittadini elettori, lasciati là come scoria inutile. Invece è vero il contrario: il nostro agire, di partiti e di istituzioni, deve sentirsi inadeguato, deve sentirsi autocriticamente impegnato, affinchè diminuisca la fuga dal voto, dalla politica. Non il contrario. Mai più senza politica in Consiglio comunale: un auspicio e un dovere. A cominciare dal Sindaco.
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