Margaret Atwood scrive la continuazione de “L’anno del Diluvio”
Quale seguito dei romanzi distopico-utopici L’ultimo degli uomini (2003) e L’anno del Diluvio (2009), Margaret Atwood sta ora lavorando al terzo romanzo della serie «Maddaddam». La scrittrice canadese prevede di completare il manoscritto del romanzo nel novembre di quest’anno, in modo da esser pubblicato nel 2013. Da quel che mi ha riferito Margaret Atwood, non si tratta d’una terza storia parallela alle due precedenti, né d’una continuazione delle stesse, ma contiene «qualcosa di ciascuna» delle due narrazioni, «un po’ retro, un po’ in avanti» rispetto al punto in cui s’erano interrotte le vicende narrate. Il secondo, L’anno del Diluvio, si concludevano grossomodo nello stesso lasso temporale del primo: per il resto, si trattava di una riscrittura ex novo originata dall’ambientazione e da alcuni episodi raccontati nel primo romanzo. Di fatto i due possono essere letti senza seguire l’ordine di pubblicazione.
Benché, o meglio soprattutto in quanto sono ambientati nel futuro, L’ultimo degli uomini e L’anno del Diluvio risultano essere tra i romanzi più impegnati degli ultimi decenni in materia di diritti civili: trattano temi cogenti della contemporaneità, raffigurando quel che è già in atto nel nostro tempo e preannunciando una degenerazione futura ambientata in un’era totalitaria che fa grosso affidamento sulle manipolazioni transgeniche. Ne L’ultimo degli uomini i temi principali sono il sentimento d’onnipotenza degli enfants prodiges che diventano giovani terribili, la clonazione, l’artificialità dell’ambiente umano, i videogiochi, le comunicazioni digitali, la commissione di pericolose ricerche tecnologiche a gruppi isolati che possono sfuggire ad ogni controllo della collettività, lo sfruttamento delle popolazioni del sud-est asiatico, la prostituzione minorile e la pedopornografia.
Ne L’anno del Diluvio l’ottica non è più di coloro che sono ben inseriti nel contesto sociale, ma di chi, per scelta o necessità, lo rifiuta, conducendo una vita di proselitismo ed autosufficienza alimentare per fronteggiare la prevista catastrofe. Sono qui più evidenti le descrizioni da favelas, l’abbandono dei minori a se stessi per le strade, le questioni sollevate dall’alimentazione contemporanea, gli effetti della privatizzazione spinta, la violenza del sistema repressivo, la prostituzione associata allo show business, le politiche antimigratorie degli Stati Uniti col Messico, le tematiche ecologiche, le mafie e il terrorismo. Il secondo romanzo della serie «Maddaddam» è incentrato sull’empatia femminile, assente nel precedente, ed offre maggiori tematiche d’attualità sostenute da attente riflessioni economiche e politiche, laddove il primo offriva una maggiore attenzione alla biologia, argomento caro ad Atwood e più attinente alla vicenda narrata. Lo scorso ottobre Atwood ha pubblicato un libro di saggistica dedicato alla fantascienza e alla narrativa speculativa, della quale, senza troppi paletti, fan parte i romanzi di «Maddaddam»: In Other Worlds: SF or the Human Imagination (In altri mondi. La fantascienza e l’immaginazione umana).
Non ci sono commenti, vuoi farlo tu?
Scrivi un commento