Marco Rea: dalla pubblicità a immagini melanconiche e spettrali
Un’artista dei Castelli Romani che entra dalla porta di ingresso dell’arte contemporanea: Marco Rea, l’artista che svela il lato oscuro della pubblicità, sempre più presente ed autonoma, trasformando i manifesti in immagini melanconiche e spettrali. Dopo le numerose personali a Roma e in molte città europee, il giovane Rea, approda con prepotenza a Genova assieme alla sua ricerca artistica, unica nel genere, un misto di Appropriation Art, Street Art e Pop Surrealismo, il tutto caratterizzato da uno stile provocatorio e oscuro.
La sua tecnica, nuova e originale, combinata con la sua spiccata sensibilità ha dato vita a quella che è la sua arte, in grado di trasmettere un senso di oscura dolcezza. Il lavoro di Marco Rea nasce da un’immagine patinata nata per vendere un prodotto, carica di messaggi sottointesi che portano alla fascinazione e al desiderio, che incitano al feticismo materiale verso prodotti della cultura di massa. Da questa immagine di base l’artista elimina il prodotto e profana la seduzione iniziale, cambiando completamente l’atmosfera e portando il soggetto a piegarsi alla sua volontà, a diventare altro da sé.
Quelli che erano degli anonimi manifesti pubblicitari, vengono da Rea trasformati mediante l’uso di pittura spray in una sorta di figure spettrali, esse sono donne colte nella loro intimità, perse in pensieri, sogni, esplorazioni psicologiche, prigioniere dei loro spazi mentali.
Per maggiori informazioni: http://mfgallery.net/MFGEmarcorea/MFGEmarcorea.html
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