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Maratona: Il talento non basta, l’impegno è di rilevanza fondamentale

Marzo 12
12:42 2024

Per comprendere bene cosa significa correre una maratona, bisogna comprendere che il talento non basta per raggiungere l’eccellenza, l’impegno è di rilevanza fondamentale.

Due aspetti sui quali si lavora molto con un allenamento psicologico sono la formulazione degli obiettivi e la motivazione.

Per quanto riguarda gli obiettivi, l’atleta dovrebbe essere in grado di formulare una pianificazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivi che siano difficili ma raggiungibili, sfidanti, chiari, raggiungibili dal quale partire per individuare le risorse, qualità, caratteristiche occorrenti da acquisire o potenziare per raggiungere tali obiettivi.

Il percorso per raggiungere obiettivi può richiedere sacrifici enormi, rinunce, spese, difficoltà, rischi, infortuni e non tutti sono disposti a questi impegni. Da soli è difficile, più è alto l’obiettivo, più è alto l’impegno e il costo in termini di investimento di soldi e di tempo.

Utilizzando il modello O.R.A. (Obiettivi, Risorse ed Autoefficacia) si definisce chiaramente l’obiettivo temporale e le risorse per raggiungerlo. E’ importante riuscire a vedersi con l’obiettivo raggiunto. Come ti vedi avendo già raggiunto l’obiettivo? Come ti senti? Come è stato raggiungere l’obiettivo? Cosa hai fatto? Chi ti ha aiutato? Quali sono state le tue risorse? Da dove sei partito? Quali difficoltà hai incontrato? Come le hai superate?

Di seguito la testimonianza di Elena Casaro in risposta ad alcune mie domande:

Ti sei sentita campionessa nello sport almeno un giorno della tua vita?Il giorno che ricordo come il più bello (fino ad ora…) della mia vita sportiva: nel 2013, quando sono arrivata 3.a assoluta alla maratona di Torino, facendo il personale di più di 4′. È stato un obiettivo sognato per 4 mesi e mezzo e voluto con tutta me stessa, e quel giorno è stato tutto perfetto, tutto ha girato come doveva girare e viverlo è stato pura magia oltre che sorpresa”.

Cosa c’è dietro una maratona?Dietro una maratona c’è tanto, tantissimo da imparare; di noi stessi, degli altri, persino dell’universo. Oltre alla preparazione fisica, è un viaggio, un bellissimo viaggio che facciamo dentro di noi. Ci sono le paure (di non farcela), le gioie (quando tutto viene bene e facile), le battaglie interiori per andare avanti quando sembra tutta salita. E poi, all’improvviso, tutto torna, come quando un cerchio si chiude e la consapevolezza di aver dato tutto, per tanto tempo, trova conferma in un risultato che, spesso, è già scritto dentro il cuore, ha preso forma nei tuoi sogni, e si materializza nei tuoi pensieri”.

La gara della tua vita dove sperimentato le emozioni più belle? Le emozioni più belle le ho sperimentate senza dubbio durante la maratona di Torino del 2013. È stata una giornata meravigliosa, talmente meravigliosa da sembrare surreale. Ho veramente vissuto un sogno, e sono riuscita a raggiungere quello che avevo visualizzato per quel giorno. Poco prima di arrivare ero così felice che ho pensato di regalare al pubblico un po’ di quella immensa felicità, per cui sono arrivata al traguardo facendo l’aeroplanino! (La mia allenatrice pensava di più al cronometro!). In quel momento si è chiuso un cerchio, la vita mi ha donato quello per cui avevo lavorato così tanto, superando le mie paure, i miei limiti, andando oltre ogni cosa per realizzare quello in cui credevo. In quella gara ho corso come un cronometro, senza guardare mai l’orologio, solo ascoltandomi e vivendo quel momento, attimo per attimo, godendo di ogni cosa che mi succedeva intorno, anche se la concentrazione era tutta rivolta dentro di me. È come se avessi pilotato un Boeing fino a quel giorno e quel giorno non dovevo fare altro che farlo atterrare, per cui mi sono detta: ok, ora devi solo farlo atterrare!

 

Sembra che Elena abbia sperimentato proprio uno stato di grazia che prende il nome di “flow” dove fila tutto liscio, in automatico, tutto diventa facile.

A volte lo psicologo dello sport non lavora solo sugli, infortuni, sconfitte, ansia ma anche sulle prestazioni eccellenti per incrementare l’autoefficacia, la fiducia in sé, facendo un lavoro di ancoraggio con le fonti dell’autoefficacia, facendo ricordare e memorizzare nel miglior modo possibile le situazioni di successo e le sensazioni ed emozioni sperimentate in modo da poter replicare nel futuro quanto successo.

Lo sport fa faticare, fa impegnare giornalmente con costanza e determinazione per migliorare nei risultati e raggiungere risultati sfidanti ed è gratificante ottenere risultati come un podio a una maratona importante o un miglioramento del proprio personale.

Interessante e utile la testimonianza, prima della maratona di Valencia 2020, di Valeria Straneo (il 15 aprile 2012 chiude maratona di Rotterdam in 2h23’44”).

Ora quali sono i tuoi obiettivi?I miei obiettivi adesso al breve sono la maratona di Valencia il 6 dicembre che è un po’ particolare in quanto è solo per atleti élite, non c’è la ‘mass race’, per cui anche il percorso sarà leggermente diverso dal solito cercherò di correr sotto le 2h30’ perché vorrei fare il minimo per le olimpiadi di Tokyo; quindi, appunto un obiettivo in grande in tutti i sensi è far la mia terza olimpiade il prossimo anno”.

Quali sono i tuoi allenamenti più importanti e decisivi?I miei allenamenti più importanti e decisivi sono i lunghi. Sono maratoneta per cui è assolutamente fondamentale che io faccia i lunghissimi dai 30 ai 40km, ovviamente si parte sempre con un po’ meno di chilometri, per esempio se devo iniziare la preparazione parto da 25km poi 32, 35 e arrivo fino a 40km. Anche i medi o le ripetute lunghe, quindi 3.000, 4.000 e 5.000, che patisco tantissimo però ti danno il ritmo gara e quindi assolutamente fondamentali”.

Quali sensazioni sperimenti in maratona?Le sensazioni sono diverse: concentrazione massima, perché io sono molto distratta ma quando sono in gara penso solo a quello e sono molto focalizzata sulle sensazioni, su quello che il mio corpo mi dice sto molto attenta a prendere i ristori a stare dentro la gara al 100%, sensazioni anche di fatica estrema. 42km sono lunghi non sempre va tutto liscio, so sempre di dover far fronte poi appunto a periodi bui dove davvero mi ci vuole tantissima concentrazione, questa è una consapevolezza assoluta che ho, e quindi a volte le sensazioni appunto non sono belle, la sensazione invece bellissima di tagliare traguardo se la gara è andata bene come ti aspettavi la gioia è immensa se è andata bene, comunque una gioia essere arrivata in fondo e quindi sono davvero diverse le sensazioni sia positive che negative”.

Quali sono le tue consapevolezze ora?Ho consapevolezza riguardo allo sport di essere alla fine della mia carriera e quindi voglio cercare di dare il massimo in questi ultimi appuntamenti che mi trovo a poter fare quindi la maratona di Valentia sperando di fare poi le olimpiadi anche la consapevolezza che è tutto molto campato per aria, puoi programmare quanto vuoi ma la natura ha il sopravvento e bisogna cambiare i piani”.

 

Per diventare un forte maratoneta ed eccellere a livello nazionale e internazionale bisogna simulare il più possibile la gara, bisogna adattarsi gradualmente alla fatica, e i migliori allenamenti sono quelli di lunga durata, quasi quanto la maratona, per capire fino a che punto ci si può spingere, cosa si incontra dopo un certo chilometraggio, come affrontare le crisi che arrivano ma sappiamo che bisogna aspettarle, accettarle e saperle gestire. Inoltre, le ripetute lunghe è un altro lungo e duro allenamento che ottiene i risultati in gara, si tratta di ripetute di più chilometri a ritmi sostenuti per abituare la gamba a faticare e persistere nella fatica, nello sforzo a una certa velocità.

L’atleta attraversa tanti periodi e fasi, di allenamento e gare, attraversa sensazioni ed emozioni varie e difficili ma bisogna sapersi organizzare e presentarsi pronti, efficienti, efficaci, sicuri al momento della gara importante che quando si tratta di una maratona può riservare brutti scherzi, quindi bisogna aver coraggio con la consapevolezza che non è la prima volta, si è saputo gestire tante situazioni, tante volte e questa volta si farà bene come le atre volte con aspettative positive e fidandosi delle proprie risorse, capacità, qualità, caratteristiche già messe in campo altre volte in modo efficiente.

Già 5 volte ho corso la maratona di Roma per i progetti di Sport Senza Frontiere e sarò presente sulla linea di partenza della Maratona di Roma anche il 17 marzo 2024.

Sto coinvolgendo anche altri maratoneti ad aderire correndo l’intera maratona o una parte in squadra a staffette, sempre raccogliendo fondi per i progetti di Sport Senza Frontiere a favore dei bambini/ragazzi.

Pertanto, aiutatemi ad aiutare, anche con un piccolo contributo, donando per i progetti di Sport Senza Frontiere.

Sostieni l’Iniziativa di Matteo SIMONE per Sport Senza Frontiere Onlus.

https://www.retedeldono.it/iniziativa/matteosimone/correro-roma-maratona-i-bambini-ssf 

Anche altri amici hanno aderito al progetto del 17 marzo 2024 correndo la maratona individualmente o in staffette e raccogliendo fondi per i progetti a favore dei bambini in condizioni svantaggiate, tra loro: Andrea Miro, Emma Caputo, Michele Fiale, Cinzia Febi, Laura Ligia, Massimo Castellano, Gianni Guarnera.

Unitevi a noi correndo o donando, insieme è molto meglio.

https://www.retedeldono.it/onp/sport-senza-frontiere-onlus

 

Matteo SIMONE

380-4337230 – 21163@tiscali.it

Psicologo, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR

http://www.unilibro.it/libri/f/autore/simone_matteo

https://www.retedeldono.it/iniziativa/matteosimone/correro-roma-maratona-i-bambini-ssf

https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2024/01/matteo-simone-correro-la-roma-maratona.html

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