Maratona: Gestire forze ed energie fino alla fine della gara
È difficile interpretare bene una maratona, ma l’esperienza insegna a gestire forze ed energie fino alla fine della gara.
Dietro grandi atleti ci sono grandi persone ed è importante per l’atleta cercare le persone giuste e farsi voler bene sapendo trarre forze e energie per far del proprio meglio e arrivare carica non solo alla partenza ma anche nel finale di gara.
Tutto passa, tutto finisce, tutto cambia ma restano davvero le sensazioni ed emozioni che bisogna memorizzare nel proprio cuore e che aiutano ad andare avanti con carica, entusiasmo ed energie rinnovate con la voglia di far sempre meglio finché si può.
Liberato Pellecchia (Maratona di Berlino in 2h14’28”), racconta la sua emozionante esperienza: Cosa mangi prima, durante e dopo una gara? “Corro la maratona. Alimentarsi bene e sano è importantissimo. Prima mangio fette biscottate con marmellata e bevo un thè. Durante la gara assumo maltodestrine. Subito dopo lo sforzo mangio una banana prima di un pasto completo ben bilanciato tra carboidrati, proteine e grassi.”
La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La maratona di Berlino dove ho corso il mio PB di 2h14’28”. Esperienza fantastica. Mi emoziono tuttora.”
Quali sensazioni sperimenti nello sport (allenamento, pre-gara, gara, post-gara)? “Spesso negli allenamenti o nei momenti che mi prendo per me stesso visualizzo o immagino spesso le gare che preparo con l’idea: ‘se lo sogni lo puoi fare’”.
La tua gara più difficile? “Fare la lepre alla Maratona di Roma dopo solo 9 giorni dalla scomparsa di mio papà, anche lui podista. Avrebbe dovuto fare anche lui quella gara.”
Potrebbe essere utile lo psicologo dello sport? In che modo e in quali fasi? “Lo psicologo può avere un effetto importante sull’atleta. Subiamo carichi di lavoro enormi e spesso viviamo momenti difficili. Può farci vedere sempre la luce in fondo al tunnel e darci messaggi positivi.”
Obiettivi a breve, medio e lungo termine? Sogni realizzati e da realizzare? “Voglio migliorare il mio PB in maratona. Ho realizzato il sogno di indossare la maglia azzurra assoluta…L’appetito vien mangiando…Voglio farlo ancora.”
Se si è circondati da familiari, amici, professionisti che sostengono, supportano, allora si è in una botte di ferro, si può percepire protezione e sicurezza ed è più facile riemergere e ritornare a eccellere con determinazione, grinta e voglia di fare bene.
Quando si riesce a fare la gara della vita, le sensazioni e le emozioni rimangono attaccate sulla pelle a vita e servono poi nei momenti più bui per ricordarsi che si è stati in grado di fare qualcosa di importante, sperimentare performance e tutto ciò aiuta ad andare avanti serenamente e fiduciosamente.
Importante essere focalizzati sul qui e ora, sul momento presente, sul proprio passo che va avanti, metro per metro, chilometro per chilometro.
Nella pratica sportiva, da una parte bisogna testarsi e capire cosa si può fare, ma a volte è importante anche crederci e osare, a volte arrivano risultati insperati. È importante avere un’elevata fiducia in sé stessi, non troppa.
Le visualizzazioni fanno parte di un mio modello di intervento per il raggiungimento degli obiettivi e la peak performance: modello O.R.A. (obiettivi, risorse, autoefficacia) che è anche il titolo di un mio libro.
Lo psicologo dello sport a volte diventa una figura di riferimento per il singolo atleta, per l’intera squadra, per lo staff, tecnici, dirigenti.
Lo sport non è tutto rose e fiori, si fatica tanto, possono capitare infortuni, sconfitte, risultati che non vengono, incomprensioni con altri atleti della stessa squadra, con l’allenatore, con i dirigenti.
Lo psicologo dello sport può lavorare non solo sulle criticità ma anche sulle risorse, sull’autoefficacia, sulla resilienza.
Lo stato di forma va e viene; con l’impegno, la passione e la determinazione si riesce a stare in forma il più a lungo possibile cercando di durare fino all’obiettivo ambito, così come anche le crisi vanno e vengono e si può cercare di essere pazienti, fiduciosi, rimodulare lievemente gli obiettivi per rifarsi in momenti migliori.
L’atleta attraversa tanti periodi e fasi, di allenamento e gare, attraversa sensazioni ed emozioni varie e difficili ma bisogna sapersi organizzare e presentarsi pronti, efficienti, efficaci, sicuri al momento della gara importante che quando si tratta di una maratona può riservare brutti scherzi, quindi bisogna aver coraggio con la consapevolezza che non è la prima volta, si è saputo gestire tante situazioni, tante volte e questa volta si farà bene come le altre volte con aspettative positive e fidandosi delle proprie risorse, capacità, qualità, caratteristiche già messe in campo altre volte in modo efficiente.
Interessante la testimonianza di Caterina Luccisano: La gara della tua vita dove hai sperimentato le emozioni più belle? “La gara della mia vita è stata la maratona di Valencia. Un viaggio lungo 42,195 che tutti nella vita almeno una volta dovrebbero fare”. Sogni realizzati? Prossimi obiettivi? “Ho sognato di finire la maratona sorridendo e così è stato. Il mio prossimo obbiettivo sarà sempre la maratona ma spingendo di più”.
È un buon approccio questo di Caterina, prima sognare e poi trasformare i sogni in realtà. Un gran bel lavoro mentale alla base della performance e del benessere cercando di spingere sempre di più, alzando l’asticella delle difficoltà, osando senza strafare, con attenzione e dedizione.
Lo sport non regala nulla, per ottenere risultati bisogna essere motivati, avere grande passione, impegnarsi continuativamente per raccogliere frutti preziosi, sudare e faticare seguendo piani e programmi che portano a raggiungere un grande risultato come portare a termine una maratona.
Portando a termine una maratona si può capire la ciclicità della vita fatta di piani e programmi, allenamenti duri e faticosi, ma alla fine tanta soddisfazioni, tante emozioni.
Utile e interessante è la testimonianza di Elisa Stefani a seguito della Maratona di Praga in 2h33’33”: Che significato ha per te? “Per me significa un grande riscatto e la ricompensa di grandi sacrifici di un anno e mezzo.”
Come è stato il pre-gara, la condotta di gara, il finale, il post-gara? “Pre-gara liscio stavolta, senza troppi intoppi; la condotta di gara è stata coscienziosa e senza strafare nella prima metà anche grazie all’aiuto di un amico e compagno di allenamenti che è venuto a farmi da pacer per 24km; il finale è stato una stupenda progressione in ‘negativ split’ conclusosi con una volata finale per una posizione; il post gara è stato “una corsa al rientro a casa”, pizza pera e zola (gorgonzola), domani mattina lavoro.”
Cosa hai imparato? “Ho imparato a non mollare mai e crederci fino all’ultimo.”
Cosa porti a casa? “Porto a casa un risultato importante, una dimostrazione che il lavoro e i sacrifici pagano e che anche chi lavora in silenzio può farlo bene.”
Cosa o chi ti ha aiutato? “Mi ha aiutato un grande amico, Emanuele Massoni e tutta la forza trasmessa sempre dalle persone che mi circondano oltre l’esperienza del mio allenatore Maurizio Di Pietro.”
Cosa hai raccontato a casa, al lavoro, agli amici dopo la gara di maratona? “Dopo la gara ho chiamato i miei genitori, il mio allenatore, la mia vecchia allenatrice Silvana Cucchietti che mi ha fatto innamorare della maratona, ho parlato delle emozioni e basta, tutto il resto è qualcosa che domani sarà passato mentre quelle restano.”
La preparazione per affrontare il lungo viaggio di 42,195 km prevede un impegno notevole per allenarsi, per fare i cosiddetti “lunghi” e “lunghissimi” cioè allenamenti dai 25 i 35 chilometri circa e a ciò si aggiunge il riscaldamento, il defaticamento, gli allunghi, lo stretching per potersi presentare alla partenza della gara nella miglior condizione possibile.
Nel libro “Maratoneti e ultrarunner. Aspetti psicologici di una sfida (Edizioni Psiconline) descrivo la maratona con le seguenti parole: “La maratona, oltre a essere una prestazione sportiva agonistica, è un’esperienza. Percorrere una maratona non significa solamente cercare di vincere, cercare di fare la performance della vita, cercare di fare il record personale. Percorrere una maratona significa anche fare un’esperienza e cioè organizzarsi per partire, per andare in un posto, mettersi d’accordo con i compagni di viaggio, con gli eventuali amici da incontrare nel luogo della maratona. L’esperienza maratona significa sperimentare l’alimentazione pre-gara, preoccuparsi del tempo atmosferico, pensare all’abbigliamento adatto. L’esperienza maratona comprende la possibile partecipazione agli eventi collaterali, il presentarsi alla partenza, osservare e prestare attenzione al territorio che si attraversa, ai colori, alle abitazioni, ai corsi d’acqua, alla gente lungo il percorso, soprattutto ai bambini che applaudono e che aspettano che gli batti il ‘cinque’ con il palmo della mano.”
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Anche altri amici hanno aderito al progetto del 17 marzo 2024 correndo la maratona individualmente o in staffette e raccogliendo fondi per i progetti a favore dei bambini in condizioni svantaggiate, tra loro: Andrea Miro, Emma Caputo, Michele Fiale, Cinzia Febi, Laura Ligia, Massimo Castellano, Gianni Guarnera.
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Matteo SIMONE
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