Manifestazione internazionale a Seoul per la pace
Mentre il mondo guarda con paura alle tensioni tra la Korea del Nord, gli Stati Uniti e il Giappone, qui a Seoul, apparentemente, sembra tutto normale.
Le auto di grossa cilindrata, quasi tutte delle marche locali come Hyundai e Kia, scorrono ordinatamente nel traffico, senza correre, come farebbero in Italia, e non superano limiti di moderata velocità neppure sulle autostrade.
In questi giorni, a sfidare la paura della guerra e a manifestare per la pace, come ogni anno, ma con più forza data la situazione attuale, HWPL (Heavenly Culture, World Peace, Restoration of Light) un’Associazione coreana non governativa, senza scopo di lucro, affiliata all’Onu, tiene la terza commemorazione dell’Alleanza mondiale delle religioni per la pace. Circa 1200 ospiti sono arrivati da quasi tutti i paesi del mondo, ma soprattutto da Africa e Asia, dove i problemi di dittature, guerre, privazione dei diritti umani sono più gravi. Colori di pelle ma anche di abiti, fogge, tradizioni, si mescolano negli hotel lussuosi in cui tutti sono alloggiati. Ci sono leader religiosi, ministri, professionisti, donne, giovani, ma anche persone comuni, commercianti, semplici lavoratori. Il comune denominatore è che stanno operando per la pace nel loro paese e, dopo questi giorni fertili di conferenze, lavori, discorsi, torneranno a divulgare le idee del summit: dobbiamo bandire ogni guerra e conquistare la pace. La terra, come ha affermato Man Hee Lee, il fondatore di HWPL, non deve diventare una stella fredda nello spazio, distrutta da una guerra atomica e tutti i cittadini devono essere messaggeri di pace.
La manifestazione più importante di queste giornate, però, si è svolta allo stadio Hwaseong Sports Complex.
Tutti gli ospiti sono stati accompagnati là in auto sul cui cofano spiccavano le bandierine di HWPL. Numerosi pullman hanno, invece, condotto il pubblico. All’ingresso dello stadio, da una parte e dall’altra, le auto erano accolte da file di bambini urlanti: “We love a Peace”, mentre le bande suonavano e la gente agitava cartelli inneggianti alla pace…
Vedere uno spettacolo simile prende il cuore, si rimane stupiti a pensare che ci sia tanta gente che anela alla pace in tutto il mondo e che, invece, ci siano guerre dappertutto, per soddisfare la fame demoniaca di potere e denaro di pochi mercanti di morte.
L’enorme stadio, dunque, si è riempito di gente, circa 35000 persone sugli spalti, più 2000 tra artisti, bambini e collaboratori.
Subito, si sono presentati all’interno i leader religiosi e politici, poi è iniziato lo spettacolo.
Sotto gli occhi, gli applausi, le acclamazioni delle migliaia di persone, si sono esibiti, per ore e ore, artisti di tutte le specialità, bambini, ragazzi e adulti, con meravigliose coreografie, carri allegorici, combattimenti tra soldati che si concludevano con la pace e i fiori.
Poi, sullo schermo gigante, sono apparse le città di tanti altri paesi, dagli Stati Uniti, dall’Africa, dall’Asia, dall’Australia, indifferentemente che là fosse giorno o notte, dove altri gruppi di sostenitori, circa 170000 persone, seguivano nelle piazze lo spettacolo in diretta e manifestavano per la pace. Sono arrivati anche numerosi videomessaggi di personalità di varie nazioni. Nelle comunicazioni, però, mancava ancora l’Italia, il cui unico rappresentante ufficiale presente a Seoul, per ora, è il dottor Zahoor Ahmad Zargar, leader islamico ligure.
Sempre dallo schermo, tutti hanno potuto seguire i discorsi di alcune personalità presenti, primo tra tutti, Man Hee Lee, poi, Nam Hee Kim, Chairwoman e leader del gruppo internazionale di donne per la pace, Moncef Marzouki, già presidente tunisino, Ivo Josipovic, già presidente croato, Stanislav Shushkevich, già presidente bielorusso, Adrien Houngbedji, presidente dell’assemblea nazionale del Benin, Given Lubinda, ministro della giustizia in Zambia, Atifete Jahjaga, già presidentessa del Kosovo, Singh Sahib Giani Gurbachan Singh Mi, sacerdote del tempio d’oro di Amritsar.
Infine, è stata tutta una festa con fuochi artificiali e palloncini. Molti sono scesi nel campo e hanno girato in parata insieme agli artisti del teatro tibetano che ballavano, ai bambini che stringevano loro la mano, ai leader dai sontuosi costumi tradizionali mentre il pubblico acclamava.
Organizzare questo summit deve essere costato molto denaro. Eppure, il signor Lee non è ricco, anzi, è stato contadino e muratore e ha partecipato alla guerra di Korea come soldato. È un uomo anziano che, andando personalmente negli altri paesi, è riuscito a creare il miracolo di convincere tanta gente a lavorare per la pace, perché esseri umani come noi non siano torturati, violentati, uccisi e il nostro bel pianeta sia salvo. La Korea, poi, soffre per il vicino Kim Jong-un ma anche per non essere unita.
La parata era qualcosa di inimmaginabile per noi europei, forse ci può ricordare le grandi parate militari della Cina o di qualche altra dittatura, studiate per ammaliare il popolo ignorante con la potenza delle armi. Ma qui non c’erano armi. L’appartenenza da sollecitare è al genere umano senza distinzione di sesso, colore, religione, tradizioni. Il sentimento da divulgare è quello della pace. Magari gli stati spendessero denaro in educazione alla cultura della pace invece che in armi di distruzione di massa! L’uomo è stato capace di scendere dagli alberi e di abbandonare le grotte. Oggi va nello spazio e vive in complicati grattacieli. Forse, Man Hee Lee può aiutarci a conquistare anche la qualità di esseri umani.
Articoli stupendi sul vertice della pace! Spenderò altri a sviluppare la cultura della pace! Wow!