Mahler, Debussy e Stockhausen nel concerto romano che celebra i sessant’anni dell’Orchestra Sinfonica Siciliana
Mahler, Debussy e Stockhausen
nel concerto romano che celebra i sessant’anni dell’Orchestra Sinfonica Siciliana,
una delle migliori orchestre italiane,
tra le poche che nel paese del melodramma si dedica esclusivamente ai concerti.
Sul podio uno dei direttori più interessanti della giovane generazione
Martedì 4 dicembre alle 20.30 la IUC ospita nell’Aula Magna della Sapienza l’Orchestra Sinfonica Siciliana con musiche dei due compositori che segnarono il passaggio dall’Ottocento al Novecento e del più geniale rappresentante delle avanguardie del secondo dopoguerra: Mahler, Debussy e Stockhausen. Dirige il trentatreenne francese Maxime Pascal, uno dei direttori più in vista della giovane generazione, che l’anno scorso ha debuttato alla Scala di Milano, al Festival dei Due Mondi di Spoleto e all’Opera di Roma, sempre con grande successo personale. Inoltre è salito sul podio dell’Opéra di Parigi, della Tokyo Philharmonic Orchestra, del Festival di Salisburgo e di altre prestigiose istituzioni musicali. Tra i suoi impegni nei prossimi mesi figurano il ritorno all’Opera di Stato “Unter den Linden di Berlino e alla Scala. Partecipa al concerto il baritono tedesco Otto Katzameier, abitualmente ospite dei principali palcoscenici, dalla Scala di Milano alla Fenice di Venezia, dalla Staatsoper di Amburgo all’Opera “Unter den Linden di Berlino”, dal festival di Salisburgo a quello di Vienna, da Tokyo a Buenos Aires, da Tel Aviv a Hong Kong.
Ad aprire il concerto è Punkte, composto nel 1952 dal ventiquattrenne Karlheinz Stockhausen: questo brano fece nella musica di quegli anni l’effetto di un’esplosione, paragonabile solo allo scandalo del Sacre du Printemps di Stravinskij quarant’anni prima, ed è tuttora considerato una delle opere chiave dell’avanguardia musicale del dopoguerra. Basata su regole matematiche che escludevano in teoria l’espressione dell’individualità del compositore, questa musica è in realtà nata da un’intuizione quasi romantica: Stockhausen affermò infatti di essere stato affascinato dallo spazio e dalle stelle, che apparivano come singoli punti nel cielo. Questo gli ispirò la composizione di una musica fatta non di linee melodiche ma di “punti” sparsi nello spazio sonoro. Stockhausen non era totalmente soddisfatto della prima versione per piccola orchestra, che per di più risultava quasi ineseguibile per la sua difficoltà, e nel 1962 realizzò una nuova versione per grande orchestra, destinata proprio all’Orchestra Sinfonica Siciliana – che ora la porta a Roma per festeggiare i sessanta anni dalla sua fondazione – e dedicata al suo presidente Francesco Agnello.
Completano il programma Prélude à l’après-midi d’un faune di Claude Debussy, che trasse ispirazione da un poemetto del grande poeta simbolista francese Stephane Mallarmé, e i Lieder eines fahrenden Gesellen di Gustav Mahler, su quattro poesie del compositore stesso, che nacquero dall’infelice amore per la cantante lirica Johanna Richter.
Il concerto sarà preceduto alle ore 18.30 presso il MLAC Museo-Laboratorio di Arte Contemporanea, che ha sede nello stesso edificio dell’Aula Magna, da un incontro sulle “Settimane Internazionali di Nuova Musica” (1960-1968) di Palermo. In collaborazione con Nuova Consonanza e il MLAC, con la partecipazione di Pietro Misuraca, Marcello Panni, Franco Piperno e Claudio Zambianchi.
Mauro Mariani
Uffico stampa della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti
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