Magellano Un uomo e la sua impresa
Oggi, che il mondo è ormai uno solo, basta un satellite nello spazio per osservare ogni più minima insenatura delle terre emerse dal mare. Per quello, leggere la storia di Magellano è ancora più stupefacente e si rimane davvero a bocca aperta apprendendo le tragiche avventure dell’eroe salpato da Siviglia per circumnavigare la terra!
Il testo prende l’avvio, dunque, da un’introduzione storica e sociale che ci guida innanzitutto alla sapienza delle spezie. L’Occidente, infatti, ambiva i sapori forti dell’Oriente per rendere gustose e soprattutto conservare le vivande, altrimenti insipide e anonime. A quel tempo, le spezie erano un grande e ricco mercato che si svolgeva attraverso itinerari complessi e molto pericolosi. Era sempre più evidente che fosse necessario trovare altre strade.
L’impresa di Cristoforo Colombo apre, dunque, la via di nuove terre a Ovest, per raggiungere il fantastico Est dai colori e dai sapori di favola.
È, infine, addirittura il Papa che, con una bolla del 1493, divide il nostro pianeta in due. Tutte le popolazioni, le terre, le isole e i mari che si troveranno a cento leguas (antica unità di misura) – poi spostata più a ovest – dalle isole di Capo Verde, se a ovest della linea apparterranno alla Spagna, se a est al Portogallo, due paesi cattolici per eccellenza. Nonostante questa chiarezza, non avendo ancora riconosciuto la forma sferica della Terra, non si potrà sapere subito a chi toccheranno le fantasmagoriche isole delle spezie.
Le avventure dei grandi esploratori ci hanno, pertanto, ridisegnato il mondo; hanno sottomesso al loro re e pure convertito al Cristianesimo popoli e terre del tutto sconosciuti.
In questo quadro temporale e sociale si colloca Magellano: un eroe fedele servitore del suo Portogallo che, invece, lo emargina.
L’enigma che lui dovrà sciogliere è la via di comunicazione tra l’Oceano Atlantico e il Pacifico per arrivare ai paradisi orientali indirizzandosi, appunto, a ovest. Infine, sarà re Carlos di Spagna a concedergli di armare ben cinque navi.
“Magellano” è un libro di avventure che non ha nulla da invidiare ai grandi testi letterari del passato e riesce a incatenare il lettore per tutto il lungo viaggio, attraverso le difficoltà, il quasi fallimento, fino alla scoperta della via giusta.
Non sarà Magellano, però, a tornare in Spagna, né a godere del successo più grande dei tempi dell’età moderna ma un suo capitano che, durante i lunghi mesi del percorso, si era persino ammutinato.
Delle cinque navi partite da Siviglia, si salverà, infatti, una sola imbarcazione con pochissimi uomini ma zeppa delle costosissime spezie. In conclusione, il testamento di Magellano resterà “un foglio vuoto e inutile” e la moglie e il figlio non beneficeranno di nulla. Sappiamo, purtroppo, che questi sono spesso i destini dei più grandi.
L’autore del testo, Stefan Zweig, ha potuto ricostruire tutte le vicende grazie ai diari di Antonio Pigafetta, colui che aveva annotato per mesi e mesi ogni minimo dettaglio. Ma dalle precise memorie di Pigafetta si intuisce anche un’enorme rivelazione per il Cinquecento: la sfera terrestre gira intorno al proprio asse per cui in diverse parti del mondo la data e l’ora sono diverse.
Nonostante tutto, “un singolo uomo, con la sua piccola vita transitoria, è stato capace di trasformare in realtà e verità eterna ciò che per centinaia di generazioni è stata solo una chimera.”
Renata Rusca Zargar
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