Macerie d’Europa
Cosa rimane della colta ed intelligente Europa alla luce del ‘trattamento’, non proprio amichevole, che essa ha riservato alla Grecia, membro a tutti gli effetti della Ue, considerando che il Pil del paese ellenico rappresenta solo il 2% di quello complessivo dell’Unione? Molto poco, probabilmente nulla. L’avvilente sceneggiata, per molti versi inquietante, recitata da cinque mesi a questa parte dalle ‘istituzioni’ europee per riuscire a piegare Atene e indurla finalmente ad accettare le riforme dell’ Fmi, è quanto di più lontano un cittadino di media cultura potesse immaginare.
Un accanimento di questo tipo ce lo saremmo volentieri aspettato su ben altre questioni, con una lotta senza quartiere alla disoccupazione ad esempio, ormai ampiamente radicata e incancrenita nei paesi del Sud del Continente, sull’evasione fiscale o le imposte sui profitti. Niente di tutto questo. I ragionieri dell’Eurogruppo, in compagnia dei conservatori e dei socialisti in camicia bianca (gli Schulz, gli Hollande, i Renzi) hanno deciso al contrario di puntare tutta la loro credibilità, ridotta già da tempo al lumicino, e tutte le loro energie nell’umiliare un’intera popolazione, con l’unico scopo, oramai nemmeno troppo nascosto di far collassare l’intera struttura economica greca, tramite una strategia di soffocamento finanziario mirato, guidato dalla Bce, e favorire così un rapido cambio di governo. L’ambiguo comportamento di Draghi, che centellina con sapienza i fondi Ela per la liquidità di emergenza e contemporaneamente mette in guardia da un Grexident che porterebbe in ‘territori inesplorati’ l’intera Europa, o l’atteggiamento molto poco ortodosso di Christine Lagarde, presidente Fmi, che dichiara che “non ci sarà un periodo di grazia” dopo il 30 giugno quando tutti sanno che ci vogliono tre mesi per dichiarare un paese insolvente, unite alle prese di posizione infastidite di Juncker e Schauble, dimostrano una esplicita volontà di logoramento del governo, legittimo, di Syriza fin troppo chiara e leggibile. In una Unione Europea dove i cosiddetti Socialdemocratici fanno a gara con i Liberali a chi si sposta più a destra e a chi rincorre più velocemente le fallimentari politiche dell’austerità, la presenza di un governo che ha smascherato d’un sol colpo le doppiezze dei governi genuflessi alle direttive della (ex)Troika e le falsità contenute nei vari Jobs-Act, nel Piano Hartz o nella ‘Buona Scuola’, non poteva essere tollerata. Qualche economista, commentando la pericolosa situazione nella quale i vertici dell’Unione Europea e l’intransigenza dei creditori stanno oggi trascinando la Grecia, ha evocato lo spettro della follia collettiva dell’agosto del 1914. Anche allora non rimase molto dell’Europa. Solo macerie.
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