Lupo ai Castelli Romani
Lupo ai Castelli Romani, nuovi segni di presenza
Foto di Marco Branchi
Nell’ambito dei regolari monitoraggi sullo stato dell’ecosistema del Parco dei Castelli Romani e, in particolare, della fauna selvatica, sono state raccolte ulteriori prove della presenza del Lupo. Forse un branco stabile. Gli accertamenti proseguiranno per definire un quadro certo della situazione, ma i dati sinora raccolti sono innovativi e confortanti.
Vi sono elementi tali da lasciare dedurre che, con discreta probabilità, la (ri)colonizzazione dell’area dei Colli Albani sia ormai stabile da parte di questa specie, preziosa per l’ecosistema. Molto significativo è, tra l’altro, l’avere individuato abbondanza di segni di presenza del Lupo in aree molto frequentate anche dai Cinghiali: il cerchio potrebbe dunque chiudersi e, così, permettere il ripristino dell’ancestrale rapporto predatore-preda. In questo stretto legame, infatti, è insita la soluzione del “problema” Cinghiale e la speranza che, senza eccessive intromissioni umane (bracconaggio, avvelenamenti, ad esempio), questa ultima specie possa tornare in equilibrio con il resto dell’ecosistema.
Questi rinvenimenti confermerebbero la tendenza all’espansione territoriale del Lupo in Italia, oggetto di sempre maggiori attenzioni da parte degli Enti di tutela ambientale.
È sempre opportuno ricordare che il Lupo è un animale schivo e nutre, nei confronti dell’uomo, un istintivo timore che lo spinge a fuggirlo, mèmore delle persecuzioni che, dopo decenni di uccisioni sistematiche, negli anni ’70 del secolo scorso lo avevano portato vicino all’estinzione.
L’Ente Parco intende tutelare la specie e, nel contempo, fornire pronto ed efficace ausilio agli allevatori locali, così che il Lupo e la zootecnia possano continuare a convivere senza conflitti.
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