Luigi Liverzani, Vescovo del Concilio
Il 7 luglio di cento anni fa nasceva a Granarolo Faentino, Luigi Liverzani. Ordinato sacerdote il 23 luglio del 1939 dopo aver compiuto gli studi nel seminario di Faenza, di cui sarà Rettore nel 1945, divenne vice parroco nella cittadina di Russi e per tutto il periodo della guerra resse come delegato vescovile la parrocchia dei ‘SS. Filippo e Giacomo ai servi’ di Faenza. Nominato Arciprete di S. Stefano a Pieve Corleto nel 1949, fu assistente diocesano dell’Unione Donne di Azione Cattolica nel 1952.
Nel 1959 fu nominato Cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità. Promosso nel 1962 alla sede vescovile di Frascati, in ottemperanza alla riforma di Giovanni XXIII che stabiliva un vescovo residenziale (e non più ausiliare) nelle diocesi suburbicarie, Liverzani, il 1° luglio del 1962, a 49 anni, nella Insigne Collegiata di S. Stefano in Cotignola – di cui era stato arciprete dal 1953 – fu consacrato vescovo dal Cardinale Amleto Giovanni Cicognani suo conterraneo e vescovo del titolo della diocesi tuscolana. Prese possesso della nostra diocesi il 4 agosto 1962. Nei suoi 27 anni di episcopato, eresse diverse nuove parrocchie, effettuò quattro visite pastorali e fu infaticabile ‘messaggero’ dell’ecclesiologia conciliare, spesso moderando e indirizzando gli accesi dibattiti seguiti nei primi anni post-conciliari, tante volte da lui stesso promossi. Il mese dopo la sua venuta a Frascati, già pubblicava il bollettino mensile ‘Comunità diocesana’ (fino al 1972 con qualche numero negli anni successivi). Su questo semplice organo di stampa apparvero commenti ed informazioni man mano che procedeva il Concilio e ne venivano pubblicati i documenti. Per Liverzani, la ‘scuola’ da vescovo fu, come lui stesso ebbe a dire, il Concilio Ecumenico Vaticano II. Subito dopo il suo arrivo in diocesi si impegnò a rinnovare l’associazionismo laicale, cominciando con l’Azione Cattolica, di cui nominò nuovi responsabili, anche in seguito al famoso appello sull'”ora dei laici”, che proprio a Frascati il Santo Padre Paolo VI ebbe a ‘lanciare’ nella Cattedrale tuscolana il 1 settembre del 1963. Costante fu il suo rapporto con i giovani, soprattutto con la GIAC, la FUCI, nei dibattiti a Villa Campitelli. Promosse il Consiglio pastorale diocesano e sostenne la Consulta dei laici.
Numerosi i convegni da lui promossi, in particolare nel 1969 e poi nel 1977 quando si tenne il Convegno diocesano sull’evangelizzazione e promozione umana. Indisse il secondo Congresso eucaristico diocesano a Frascati (il primo si era tenuto nel 1923, era interdiocesano e promosso dal card. Lega con i vescovi di Albano e Velletri) con giornate dedicate al volontariato, al lavoro, alla liturgia, ecc…
Ricoprì anche diversi incarichi nella Conferenza Episcopale Italiana. Fu infatti nella commissione della pastorale del lavoro negli anni ’70 (gli anni della crisi delle ACLI), e segretario della stessa commissione fino agli anni ’80. Il 3 maggio del 1986 ricevette la cittadinanza onoraria di Frascati e poi di tutti gli altri comuni della diocesi. A causa di una grave male che lo aveva colpito fin dal 1993, fu ricoverato per due anni nell’Istituto S. Carlo, ove morì il 6 maggio del 1995. Ricordarlo oggi vuol dire riprendere decisamente in mano lo spirito del Concilio, soprattutto in un momento in cui la Chiesa si appresta ad avere un nuovo Papa dopo le inattese dimissioni di Benedetto XVI.
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