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LUIGI CIRILLI E LE SUE RIME FRASCATANE IN BIBLIOTECA

LUIGI CIRILLI E LE SUE RIME FRASCATANE IN BIBLIOTECA
Giugno 17
17:05 2018

 

Un’accoglienza fuori dall’ordinario nella biblioteca di Frascati,  mentre fervono i preparativi: le due care amiche bibliotecarie, Maria Mazzilli e  Carla Corazza, affettuosamente m’accolgono con un ottimo caffè. Poco dopo, introdotto da Maria che ne traccia la biografia di frascatano d.o.c., nato nel ’28 del secolo scorso e cittadino della ridente località castellana – della quale ha condiviso la storia e i drammi, la rinascita dopo i terribili drammi dei bombardamenti del 1943 –   nella sala si materializza attraverso il  suo dialetto,  il  compianto poeta e scrittore Luigi Cirilli: è  amato dai suoi concittadini, il pubblico presente lo conferma e,  attraverso le sue indimenticabili Rime frascatane, un inno al dialetto fiorisce in questo sabato 16 giugno, sorridente in un  assolato meriggio tardo primaverile.

A introdurlo, recitarlo e accompagnarlo con la musica, un quartetto di interpreti molto ben affiatato: al violino, alternato al mandolino,  Elena Laurenti e alla chitarra Sandro Gallo.  La loro bravura illumina l’ambiente di note musicali e sembra udir gli stessi strumenti intonare magicamente i canti, con i quali si dà  accoglienza alla calda voce di Marcella Mastrofini.  Tra il pubblico, i parenti del poeta: tutti  ascoltano e partecipano,  seguendo i successi più conosciuti del repertorio della tradizione romana: Roma nun fa’ la stupida stasera, Chitarra romana, ‘A panzanella,  Elogio alla salute, Tanto pe’ cantà… solo alcuni dei brani intervallati dalla recitazione di alcune delle più famose poesie frascatane del noto autore dialettale.

La voce e la convincente interpretazione di Mauro Grossi sono un omaggio a noi tutti:  fanno risaltare, nella bravura di Luigi Cirilli, la sua ironia, la comicità e il sorriso con il quale si affrontano i problemi quotidiani,  i ricordi di un tempo passato che è rimpianto di una gioventù, ma anche rammarico e dolore in tempi difficili, un monito ai giovani perché  apprezzino quel che hanno, senza dar nulla per scontato e ricordando che tutto quel che oggi chiamiamo benessere, una generazione se l’è conquistato duramente.   Si prende bonariamente in giro la coppia nella gestione dei rapporti che vanno sempre gestiti con prudenza ed equilibrio…

La bella performance ha anche  messo in luce, grazie alla testimonianza della mamma dell’attore, vecchi brani e rime che sono stati arrangiati e cantati a due voci da Marcella e Mauro: è riaffiorata così la memoria della Vecchia corriera di Vermicino e i succosi grappoli d’uva delle meravigliose vigne,  hanno solleticato il gusto di tutti i presenti.

Un patrimonio, il dialetto, saggezza popolare e anima di un popolo, universale condivisione di emozioni e sentimenti: un tesoro che lo scrigno del tempo non deve sottrarre alla memoria di tutti noi, ma preservare per sempre valorizzando l’identità e la condivisa conquista culturale e sociale di ciascun campanile.

 

 

 

 

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