Love’s Kamikaze nel Teatro civico di Rocca di Papa
La cultura e il teatro possono combattere l’odio e la ferocia lasciando spazio, con la poesia, alla speranza e all’impegno di non arrendersi mai?
Con un fascio di luce rossa è esploso il pathos finale sul palcoscenico del Teatro civico di Rocca di Papa, sabato 7 e domenica 8 novembre. Il pubblico s’è trovato catapultato a Tel Aviv, in casa di Abdul, un giovane palestinese che vive una storia d’amore con Naomi, bella ragazza ebrea. Sono una coppia innamorata, di quelle che ne è pieno il mondo, ma nella loro vita, l’eterno dramma intriso in quei territori del Medio Oriente ne permea il divenire. Il confronto e l’inevitabile conflitto nei quali affiorano secolari oppressioni, tragedie, esodi e confini, spalmano amore e passione e tutto pare disperdersi nell’aria come il fumo di quella sigaretta accesa e spenta da Naomi. Le parole evocano tragedie che l’intimità e la passione accendono e spengono, proprio come la luce e le tenebre che avvolgono la scena. Simbiosi e confronto, ma anche accesa opposizione alla ricerca di una verità storica troppo più grande di loro, paiono essere sottolineati da una musica che trascina lo spettatore a vivere fino in fondo quel dramma che s’avverte prossimo. Scritto da Mario Moretti e interpretato dai bravissimi Euridice Axen e Marco Rossetti, per la regia di Claudio Boccaccini, Love’s Kamikaze coinvolge e avvicina gli spettatori a un’attualità che troppo spesso si lascia scivolare nel labirinto dell’indifferenza. Le musiche di Antonio di Pofi che nell’aria deflagrano emozioni, sottolineano in pieno il dramma della questione arabo-israeliana, drammaticamente al centro della scena mondiale e lontana da una risoluzione definitiva.
L’epilogo lascia in tutti un carico di commozione e un forte messaggio che nella tragedia urla quanto l’amore possa esprimere in un mondo che anela pace.
Scritto da Rita Gatta
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