L’ORA MUTA DELLE FATE A NEMI…
Un bel pomeriggio ieri, a pochi giorni dal solstizio d’estate, passeggiando sulla Via Francigena accompagnati da una… fatina! Sì, proprio così, era in incognito, ma molti di noi l’hanno riconosciuta… diceva di chiamarsi Chiara, molto delicata e carina, ha accompagnato un selezionato gruppetto di bimbe e nonne, genitori, una maestra a fare un bel giro tra le selve antiche, nascoste in una caldera del Vulcano Laziale, sprofondata e riempitasi d’acqua in quel di Nemi.
Delizioso il percorso su vecchi tratturi polverosi, tra rocce di basalto e antichi lecceti. Partendo dalla ormai famosa Terrazza degli innamorati, poco distante da Palazzo Ruspoli, ci siamo incamminati mentre occhi sognanti delle bimbe, oltre il percorso, vedevano fate, ninfe, folletti nascondersi di scatto tra le fronde…
E di fantasia in fantasia sfiorando la realtà: ecco arricchire il sapere delle piccole escursioniste spiegando che è da poco passato il giorno più lungo dell’anno e siamo in estate, che si sta percorrendo il sentiero attraversato anticamente dai pellegrini diretti a Gerusalemme, provvisti del loro bordone – bastone tutto fare – nel loro saio, viandanti che mai avrebbero immaginato d’essere riportati alla memoria in un racconto fiabesco. Proprio sotto gli alberi le piccole ascoltano una fiaba letta dalla nostra guida fatata…
Coinvolgente, nel silenzio magico, il momento in cui si svelano segreti sulla fauna locale, sussurrando che occhietti invisibili di tassi, volpi, cinghiali, istrici – uno ha addirittura lasciato sul sentiero un suo lungo aculeo ! – , ricci… nonché tutti quelli degli uccellini svolazzanti stanno osservando i novelli pellegrini destinati a un traguardo molto più vicino dell’antica destinazione: ci si sta approssimando a un luogo magico di appuntamenti… tra le fate e le ninfe, ma soprattutto tra due innamorati, ormai immortali alla memoria, Egeria e Numa Pompilio che a Fontan Tempesta vivevano indimenticabili momenti d’amore. Ma nel passato, c’erano anche i briganti!
E un piccolo brivido, all’ora del tramonto, nella selva che diventa man mano scura con quelle fronde che coprono il riverbero rosso del sole morente… ma, niente paura! Siamo attrezzatissimi, ecco le torce accendersi nelle mani delle bimbe e il rientro veloce, non senza sbirciare con la luce della propria lampadina dentro tane scavate nella roccia o nei tronchi d’albero, arrivando proprio su quella terrazza dalla quale osserviamo in lontananza gli ultimi riverberi dei raggi solari, gettando in silenzio ed esprimendo un segretissimo desiderio, un piccolo sassolino, legnetto, foglia nel bosco, precedentemente raccolti. E prima di salutarci, l’ultimo grande segreto, quello delle antiche navi romane ch’erano sprofondate nel lago, recuperate e purtroppo distrutte da un incendio. Ascoltano con curiosità, qualcuna interviene, l’attenzione è ormai conquistata e … chissà quando ancora potrebbe andare avanti… ma è tempo dei saluti e si conclude così L’ora muta delle fate, trekking letterario organizzato dall’ Associazione culturale Hortus Conclusus.
E quei desideri segretissimi? Ciascuno ne avrà avuto uno, le fate e le ninfe li avranno raccolti… nella notte, ciascuna bimba sognerà, forse, quel bacio o quell’abbraccio magico che dona all’infanzia la gioia di vivere e di crescere. Noi adulti pensiamo a proteggere tanta bellezza e tanta ricchezza che la Natura a tutti regala…
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