Lo scrittore Flavio Pagano incontra gli studenti del liceo di Zagarolo
A COME ALZHEIMER: PERDUTAMENTE IN UN INFINITO PRESENTE
LO SCRITTORE FLAVIO PAGANO INCONTRA GLI STUDENTI DEL LICEO DI ZAGAROLO
Zagarolo, 22 settembre Palazzo Rospigliosi
In occasione della settimana nazionale dell’Alzheimer, il Liceo Scientifico “Borsellino Falcone”, in collaborazione con la Fondazione Filippo Turati, ha deciso di affrontare il discorso relativo a questa malattia ormai diffusissima attraverso la letteratura. A tale proposito è stato invitato a parlare dei suoi romanzi, Pedutamente e Infinito presente, l’autore napoletano Flavio Pagano.
Nella splendida cornice della Sala delle Bandiere di Palazzo Rospigliosi, circa cento studenti hanno avuto la possibilità di approfondire la conoscenza sull’Alzheimer da più angolature: gli esperti della Fondazione Filippo Turati, la dottoressa geriatra Giada Tassan, la psicologa Antonella Moriconi e l’assistente sociale Marco Calderone, hanno presentato l’argomento dal punto di vista medico, sanitario e sociale.
È stata poi la volta della professoressa Mjriam Tassan, docente di Lettere presso il suddetto liceo, che ha presentato Flavio Pagano: scrittore poliedrico, giornalista ed editorialista, negli ultimi anni più volte è ritornato sul capitolo Alzheimer a motivo, anche, della sua esperienza personale e familiare. L’amatissima mamma Sara, infatti, è stata colpita dalla malattia, stravolgendo la routine quotidiana della vita della sua famiglia; questa vicenda, dopo i primi momenti di assoluta confusione, si è trasformata per il nostro scrittore in un percorso di riflessione e di crescita, che lo ha portato a dar vita ai suoi romanzi Perdutamente (Giunti) e Infinito presente, quest’ultimo appena uscito per la Sperling & Kupfer.
Perdutamente è basato, quindi, sulla storia vera, che si svolge in una Napoli convulsa e surreale, di una famiglia che si trova ad assistere l’anziana madre e nonna che si sta ammalando di Alzheimer. Le decisioni da prendere sono tante e non sempre facili, ma alla fine figli, nuora e nipoti sceglieranno di lottare fino all’ultimo come caregivers estremi, amando perdutamente. Non ci troveremo, però, a leggere una storia facilmente strappalacrime; il tema, infatti, viene trattato da Pagano in chiave tragicomica o meglio ironica, perché, come saggiamente recita il pensiero leopardiano posto in epigrafe al romanzo, “Chi ha coraggio di ridere, è padrone del mondo” (Giacomo Leopardi, Pensieri LXXVIII).
L’ultima fatica dell’autore continua sulla falsariga del romanzo precedente; Infinito presente si legge come il diario di una donna che scopre di essere malata di Alzheimer, dal panico iniziale alla notizia della malattia fino alla progressiva confusione tra pensieri e ricordi perduti. Il figlio, man mano che lei si aggrava, le sta vicino e comprende, leggendo quegli appunti che mescolano realtà e immaginazione, che cosa significhi perdersi senza ritorno. Quando lei non è più in grado di continuare, lui decide di sostituirla, portando avanti quel diario e raccontando anche il suo dolore di figlio e l’amore che lo tiene unito alla madre fino alla fine.
L’incontro è proseguito con l’intervento degli studenti, che, in un’intervista a più voci, hanno rivolto domande relative all’opera e alla vicenda familiare dello scrittore Flavio Pagano.
“Con questi romanzi lei va a toccare un argomento molto delicato: la malattia, che colpisce il
membro più importante della famiglia, la madre. È stato difficile per lei trattare un tema così
personale?”
Vedere che una madre non ti riconosce è fatale, è come se fosse tornata bambina. Scrivere e inventare è stata una liberazione più che un peso. Un atto di amore.
“Che cosa accade a una famiglia colpita dall’Alzheimer? Che cosa è stato l’Alzheimer per
lei?”
Ma la malattia non l’ho avuta io… A parte gli scherzi, è stato inizialmente pauroso perché non sapevo cosa sarebbe accaduto. È arrivato poi il momento della scelta. Qualora non ci si sentisse pronti, però, non bisogna mai colpevolizzarsi.
“Con quale scopo ha scritto questi romanzi? Cosa si aspetta da un ragazzo della nostra età che legge queste storie?”
Non ho avuto uno scopo ben preciso. Mi ha reso felice l’idea di aver appassionato delle persone, perché la scrittura è uno strumento di comunicazione. Il fatto, poi, che sia stata colpita dalla malattia una madre ha molto sensibilizzato il lettore.
“Quali sono le decisioni da prendere per una famiglia colpita dall’Alzheimer? Quanto costa
decidere di resistere fino all’ultimo?
L’amore è l’unica terapia e non solo per l’Alzheimer. Se amate qualcuno, donatevi completamente a questo.
“Cosa pensa dell’inefficienza dello Stato nei confronti delle persone malate?”
Questo aspetto pesa moltissimo nella vita delle famiglie, soprattutto se prive di mezzi adeguati.
“Quanto aiuta la letteratura?”
Molto, è liberatoria. Scrivere aiuta a essere se stessi, liberando l’inconscio.
“E quanto aiuta l’ironia?”
Non c’è niente di più serio dello scherzo. Il dolore non si può evitare, ma bisogna sempre trovare una strada per sdrammatizzare in modo “nobile”.
“Perché Napoli è una città colpita dall’Alzheimer?
Napoli ha una memoria breve pessima, quella lunga ottima… come l’Alzheimer!
“Non vorrei essere troppo invadente, ma alla fine sua madre l’ha ottenuta la pensione di invalidità?”
Sì, l’ha ottenuta!
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