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“Lo Schiaccianoci”

“Lo Schiaccianoci”
Febbraio 01
02:00 2007

Il teatro Quirino di Roma ha ospitato dal 26 dicembre al 7 gennaio ‘Lo Schiaccianoci’, capolavoro di Petr ll’c Cajcovskij, messo in scena dallo storico Balletto di Roma e dal prestigioso Balletto di Toscana, per la regia di Mario Piazza.
La celebre coreografia, rivisitata nell’edizione, si è avvalsa della partecipazione di André De La Roche, nel duplice ruolo dello Schiaccianoci e della Fata Confetto. Il ballerino di origine corso-vietnamita e adozione americana, vanta una brillante carriera che lo ha portato nei maggiori teatri di tutto il mondo, fino ad approdare alla televisione italiana come ospite, coreografo e ballerino.
Lo Schiaccianoci, uno dei balletti più famosi del Novecento, interpreta la simbologia della fiaba il cui tema quello dell’infanzia, è interpretato attraverso lo sguardo psicologico-introspettivo dei rapporti umani. È un testo teatrale ricco di significati e sfumature, che inchioda lo spettatore davanti a mille interrogativi: la vita, la morte, le insidie, la paura di affrontare le difficoltà legate al crescere.
La coreografia ricca di suggestioni ben diversa da quella ‘classica’, è stata animata dalla presenza di un corpo di ballo di alta professionalità, la cui leggerezza impalpabile, paragonabile a quella dell’aria, ha animato le scene con movimenti armonici di corpi flessuosi ed agili, in costumi originalissimi impercettibili quasi fossero tatuati, in perfetta simbiosi con le musiche del grande compositore russo, che hanno anticipato in un crescendo musicale inquietante, i sonni tormentati della piccola Clara e le loro cupe simbologie.
E così, in un palcoscenico suggestivo, dalle atmosfere apparentemente festose del Natale, ha inizio la storia di Clara, magistralmente interpretata da Azzurra Schena, che assopitasi anch’essa come l’Alice del reverendo Carroll, vivrà sogni ed incubi al contempo, che le faranno comprendere quanto sia duro crescere e, soprattutto quanto sia difficile abbandonare il mondo ovattato dell’infanzia per affacciarsi all’adolescenza con i suoi tormenti.
Nel suo sonno Clara danza con grazia ed eleganza, cercando sguardi che plachino il suo smarrimento, ed affetti da cui essere rassicurata, fra una schiera di Topi guerrieri guidati dal loro Re e fiancheggiati dal perfido Schiaccianoci interessati ai suoi giocattoli, ed uno stuolo di Soldatini armati, giunti in suo soccorso e capeggiati da suo fratello Fritz.
Il mondo ‘violentato’ dell’infanzia ingenua e spensierata, conosce anche il dolore della morte, l’uccisione di Fritz, da parte del Re dei Topi, fa precipitare Clara in un nuovo dolore. La bambina è ora preda di un nuovo inganno, il tranello che si cela dietro l’apparente sorriso rassicurante, quello dello Schiaccianoci che ora riveste i panni della Fata Confetto, che tenta la bambina con letali leccornie. Clara ora è diffidente, non si lascia più cadere in tentazione e, nel lottare con l’infida fata, si rende conto nello strapparle la parrucca, che quello è un mero travestimento e che lo Schiaccianoci in realtà non è morto come credeva. Improvvisamente la piccola si arma di una forza che non immaginava di possedere, e comincia a combattere anche se invano, contro tutti i protagonisti del suo incubo.
Finalmente qualcosa la sveglia, Clara si rende conto che il suo mondo è stato solo scalfito da una crudeltà che non conosceva e, che i suoi affetti sono intatti, e soprattutto che suo fratello Fritz è vivo e le dorme accanto; sorride serena, cosciente di essere più adulta, e ritorna ad abbandonarsi nel suo caldo lettino ad un dolce sonno.

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