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Lo sbarco di Anzio

Lo sbarco di Anzio
Aprile 16
22:14 2014

Roger WatersTrentanove anni dopo lo sbarco di Anzio, il gruppo pop rock inglese dei Pink Floyd pubblicò un album dal titolo The Final Cut. Era il 1983 ed erano ancora sanguinanti le ferite per la guerra anglo-argentina per le isole Falkland Malvinas. Il bassista e leader del gruppo, Roger Waters, a un anno d’età aveva perso suo padre, Eric Fletcher Waters, durante gli scontri a fuoco successivi allo sbarco alleato di Anzio del 22 gennaio 1944. In The Final Cut, nei testi dei brani esiste un parallelo tra il professore che resta in patria (salvandosi la vita) e il padre di Waters (il soldato qualunque) che muore giovanissimo in una terra lontana.

Il 18 febbraio 1944 ci fu un attacco tedesco lungo la Nettunense alla cinquantaseiesima divisione inglese: l’Ottavo fucilieri, di cui faceva parte il tenente Eric Fletcher Waters, rimase isolato, gli uomini vennero accerchiati e uccisi uno a uno. Il padre dell’ex Pink Floyd fu colpito a morte lungo un piccolo canale nelle campagne tra Aprilia e Campo di Carne. I resti rimasero lì per almeno tre mesi, quindi ormai irriconoscibili furono trasferiti nel cimitero inglese in zona Falasche, poi denominato Beach Head. È stato grazie al veterano inglese Harry Shindler, novantadue primavere suonate, rimasto in Italia ad Ascoli, che si è potuto individuare con certezza il punto in cui morì il tenente Waters. Shindler conobbe il padre del leader dei Pink Floyd nei frangenti dello sbarco di Anzio e Nettuno e fu testimone sconvolto del massacro spietato ad opera dei tedeschi della Company “C” dell’Ottavo Battaglione Royal Fusiliers (il compositore ne parla chiaramente nel brano When the tigers broke free), comandato da Waters.
Il 29 marzo 2013, Roger Waters visita il cimitero inglese di Cassino e pensa di aver localizzato la tomba di suo padre. Il suo nome e grado militare, infatti, sono scolpiti nella stele del sacrario che ricorda i soldati britannici caduti in Italia durante la seconda guerra mondiale. Poi Harry Shindler, attraverso la televisione vede un servizio sulla visita a Cassino di Waters e inizia a ricollegare i ricordi. Il diario di guerra del tenente colonnello John Oliver-Bellasis, conservato in un archivio militare di Londra con le coordinate del luogo dov’era dislocato il battaglione del tenente Waters la mattina del 18 febbraio 1944, ha fatto il resto. Infine è stato grazie all’architetto Emidio Giovannozzi che si è potuto mappare il luogo in cui il padre del musicista inglese trovò la morte in battaglia: inserendo le coordinate nel diario in un tracciatore Gps e nel motore di ricerca Google Earth, è stato individuato il punto geografico in cui, il 18 febbraio 2014, è stata inaugurata una stele a ricordo del tenente Waters e degli altri dispersi.
Certo, Roger Waters non saprà su quale tomba piangere le ossa del padre, ma saprà almeno che i suoi resti riposano tra i militi ignoti del cimitero inglese di Beach Head, lungo la Nettunense in località Falasche.

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