LILIANA SEGRE AFFIDA LA SUA MEMORIA A RONDINE CITTADELLA DELLA PACE
A primavera il passaggio del testimone durante un appuntamento storico
LILIANA SEGRE AFFIDA LA SUA MEMORIA A RONDINE CITTADELLA DELLA PACE
Rondine, l’associazione aretina che lavora a livello internazionale sul conflitto, chiama a raccolta le istituzioni, per l’ultima memorabile testimonianza pubblica della Senatrice sopravvissuta alla Shoah.
La testimonianza di Liliana Segre è un «bene comune» non solo per Rondine, ma per Arezzo e la Toscana, per il Paese e per la tutta la comunità internazionale. Per questo il presidente della Cittadella della Pace Franco Vaccari chiama all’appello le istituzioni, gli attori del mondo della cultura e la società civile a collaborare per questo grande passaggio di testimone
Rondine (Arezzo), 28 gennaio 2020 – Rondine Cittadella della Pace, organizzazione internazionale impegnata da oltre vent’anni nella riduzione dei conflitti armati nel mondo attraverso la formazione di giovani leader “nemici”, che provengono dai luoghi di guerra per diventare leader globali di pace, sarà l’erede privilegiato del patrimonio morale, del messaggio di pace e speranza di Liliana Segre. La senatrice a vita, dopo oltre 30 anni di ininterrotta testimonianza, soprattutto ai giovani italiani, degli orrori vissuti nel campo di sterminio di Auschwitz, consegnerà per l’ultima volta agli studenti della Cittadella della Pace il suo testimone, durante un evento che raccoglierà giovani dall’Italia e dal mondo.
Sostenitrice fin dal suo nascere di Rondine e del suo metodo innovativo di trasformazione creativa dei conflitti, Liliana Segre è una testimonial speciale della Cittadella della Pace che ha affiancato in numerosi progetti e incontri. Il fondatore e presidente di Rondine, Franco Vaccari, suo amico da oltre venticinque anni, l’ha sentita e voluta al cuore dell’esperienza educativo-formativa perché nel piccolo borgo aretino i giovani italiani e internazionali imparano quotidianamente la convivenza pacifica riscoprendo la persona nel proprio “nemico”, trasformando i sentimenti ostili e di odio, esattamente come Liliana Segre scelse di fare, il giorno della sua liberazione, al termine della cosiddetta «marcia della morte», rinunciando a farsi giustizia e a uccidere il proprio aguzzino.
Ed è proprio sul valore della relazione e dell’amicizia che Liliana Segre ha deciso di voler affidare la propria memoria a Rondine. La Senatrice, in diretta nazionale a Che tempo che fa, la trasmissione di RAI 2, ha mostrato il suo pubblico sostegno e riconoscimento per il lavoro dell’organizzazione. “Ho degli amici speciali da una ventina d’anni che stanno in un posto che si chiama Rondine, un gruppo di persone che nel piccolo paesino ha realizzato uno studentato per amici-nemici. Qui convivono serbi e croati, israeliani e palestinesi, tutsi e hutu, ragazzi provenienti da territori in conflitto” ha affermato, annunciando di voler concludere la sua esperienza di testimonianza alle scuole proprio “in questo luogo meraviglioso in cui si parla di pace, espressione di quello che spero nella mia vita di poter vedere”.
Il passaggio del testimone avverrà durante un evento cui parteciperanno giovani dall’Italia e da molte parti del mondo, Istituzioni e personalità della massima autorevolezza e, per la forza culturale che possiede, avrà una portata storica. “Liliana è un «bene comune» troppo grande per essere accolto unicamente da Rondine. Come i beni comuni più preziosi, questa eredità la accoglieremo insieme ad altri – afferma Franco Vaccari – formeremo un comitato a livello nazionale dove soggetti pubblici e privati concorreranno al successo dell’operazione. Abbiamo già le prime entusiastiche disponibilità”.
L’evento avrà una forte apertura internazionale sia perché il «bene comune» Liliana Segre è riconosciuto come tale a livello internazionale – mercoledì 29 parlerà al Parlamento Europeo – sia perché incrocia la campagna globale “Leaders for Peace” lanciata da Rondine alle Nazioni Unite a New York un anno fa, e in cui molti paesi sono coinvolti per aderire all’appello già sostenuto da Papa Francesco, dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e firmato a Rondine dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
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