…L’ignoranza è forza
L’anno, ammettiamolo, finisce annegato, peggio che mai, nelle false notizie: che se tutto è certo e niente lo è più, col contributo di troppe voci non autorizzate a fare informazione, trionfa un qualunquismo da bar o da chiacchiere da treno (che poi entrambe le situazioni, se fortunate, possono produrre conversazioni più interessanti di molte di quelle lette su social e affini…).
Relativo. Tutto è relativo. Non si capisce neppure più chi vince una elezione, perché uno dice che se ha realizzato più voti relativamente alla volta precedente ha vinto comunque; l’altro che è vincitore morale per la campagna migliore, o quella meno peggio, un altro ancora perché è la prima volta che si presentava e quindi relativamente allo zero da cui partiva…In una realtà tanto frammentata, nella quale, ormai, agli eventi di qualsiasi genere (culturali, associativi, pseudo-politici) partecipano parenti, amici e vicini di casa totalizzando ogni evento, quando va bene, una cinquantina di presenze, e riportando il dato a scenari elettorali, non si sa per quanto resterà ancora valida la modalità cosiddetta ‘democratica’ per governare paesi e cittadine, figuriamoci la Nazione e le nazioni in ambito europeo.
Le false notizie sono imparentate col discorso sopra scritto: è possibile, a vari livelli, fabbricarsi una propria visione del mondo (e questo è sempre stato) e poi, coi nuovi e facili strumenti da ognuno raggiungibili, parteciparla ad altri in cerchi concentrici sempre più ampi quanto più si dispone di possibilità economiche così come fosse l’uscita del nostro ultimo libro di raccontini, perché, sta qui la novità, il consenso, quello vero e proprio, è considerato un accessorio da inventare e costruire a proprio piacimento (anche qui secondo disponibilità economiche – e qualcuno dirà che neppure qua, invero, c’è niente di nuovo).
Poi, allo scopo, si cercano e si formano alleanze, si scattano foto da postare in rete, sembra che siano ovunque ma i contesti sono ben studiati, e poi attraverso le false notizie si modella la realtà di volta in volta utile all’impresa. Un politico può dire che i lavoratori pretendono troppo senza rischiare niente in seno all’assemblea degli industriali e negarlo il giorno dopo, in visita ad una fabbrica, sconfessando anche il proprio ufficio stampa che aveva diffuso le dichiarazioni, e dire che – basta, davvero, con la supremazia cieca degli industriali che delocalizzano. Non che queste contraddizioni non esistessero in ogni ambito anche prima, ma il politico, per esempio, che diceva tutto e il contrario di tutto non aveva il megafono media e social appeso alla bocca ogni volta che voleva e, oltretutto, in tempi anche recenti, non era questione secondaria dichiarare prima delle tornate elettorali da che parte si stava.
La rete, al di là dell’essere democratica (e può esserlo laddove gli intenti sono chiari e definiti in quel senso), aiuta chi vuole farsi aiutare, oscena e innocente come una scimmia dal culo pelato. Rimedi? forse…essere onnivori di letture, ragionare con la propria testa, fidarsi del proprio istinto quando lo si è educato ad essere vigile…. Basterà? Forse no: ridurre ogni notizia, ogni persona, ogni fatto all’inezia del giorno (e quindi all’inerzia) nel velocissimo frullatore dei media è un buon modo perché trionfi, finalmente, il grande fratello (scritto minuscolo per stanchezza di sentirlo nominare); una specie di in-coscienza cieca e sorda a dove va il mondo con tutti gli umani a bordo, che tutto controlla e può perché nella sua dimensione vince solo tutto ciò che è in vendita. Poiché professa che tutto ciò che esiste sotto forma di prodotto troverà il proprio acquirente, come ipotizzavano gli ‘incantatori’ delle tv commerciali (e non solo) già diversi lustri fa. Per il resto…voci di Cassandre… (Serena Grizi) – immagine web –
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