Libri in carcere: la lettura che libera
«Da quando ho conosciuto l’arte, la cella è diventata una prigione»: questa la frase pronunciata da uno dei protagonisti del bel film dei fratelli Taviani Cesare deve morire. Così arte e cultura rendono più forte il desiderio di libertà riempiendolo di contenuti utili a sentirsi immersi nella vita, nell’attualità, anche per chi sta scontando una pena detentiva.
Lo sanno bene le associazioni ‘Gli Asini’ e ‘Antigone’ ideatrici del progetto ‘Libri in carcere: la lettura che libera’, sostenuto dalla Tavola Valdese e dalla Fondazione Charlemagne presentato alla stampa il 22 marzo scorso nella Casa Circondariale Don Bosco di Pisa. Il progetto, che mira a promuovere la lettura e la scrittura nelle carceri, prevede la donazione di diverse migliaia di libri alle biblioteche carcerarie, in particolare quelle toscane; la realizzazione di laboratori di giornalismo radiofonico, uno dei quali nel carcere romano di Rebibbia; la presentazione di libri con la presenza di molti autori fra cui Gipi, Gad Lerner, Stefano Benni, Nicola Lagioia, Ascanio Celestini. Scrive Laura Montanari su Repubblica del 23/03/2013: «Antigone che da vent’ anni si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale e che ha anche un osservatorio permanente – ci ha segnalato alcuni bisogni». Per esempio i vocabolari, perché negli istituti della Toscana un detenuto su due è straniero, una media ben superiore a quella nazionale (35 per cento). Così arriveranno dizionari in lingua araba, in albanese, romeno, inglese, spagnolo, cinese. Arriveranno entro l’estate anche libri per chi studia nei tre poli universitari (toscani n.d.r.) (…) o per quelli che inseguono un esame di Stato. «Servono testi aggiornati del codice civile e penale per chi sta studiando Giurisprudenza – spiega Giuliano Battiston della casa editrice Gli Asini, fra gli artefici della iniziativa – e testi aggiornati di sociologia». Per esempio di Zygmunt Bauman sulla ‘società liquida’ o Le vite che non possiamo permetterci o molti altri. E poi: dal testo unico della legge sull’immigrazione, ai volumi sulla storia delle relazioni internazionali, a copie (sempre richieste) del Corano. Non mancherà la letteratura italiana e straniera e la poesia per andare a ringiovanire un po’ le fila delle biblioteche delle carceri». Nonostante l’aria ‘di crisi’ generalizzata, a cui stavolta non sfugge neppure ‘l’oggetto’ libro, hanno già aderito al progetto molte case editrici, tra cui Hoepli, Laterza, Il Saggiatore, Nottetempo, Fandango, Iperborea, Marcos y Marcos, Orecchio Acerbo, Jaca Book, Edizioni dell’Asino, Newton Compton, e/o. Tra i privati, segnaliamo la donazione di Serena dell’ex libreria ‘Tempo di leggere’ di Genzano di Roma.
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