Libri di giugno, “Ragazzi che sparano”, analisi di devianze minorili. “Umanistili…” Il secondo romanzo di Elisa Rovesta
Ragazzi che sparano. Viaggio nella devianza grave minorile” di Giacomo Di Gennaro e Maria Luisa Iavarone, FrancoAngeli edizioni.
Introduzione e testi di Marco Valentini, Ferdinando Ivano Ambra, Luigi Aruta, Francesco Girardi, Alessandra Passaretti, Andrea Procaccini, Chiara Scuotto. L’area metropolitana di Napoli è la prima in Europa per un problema di forte allarme sociale: l’uso di armi da sparo da parte di minorenni, questione non ancora adeguatamente esplorata né studiata. Il volume è un itinerario di ricerca multidisciplinare che indaga il magmatico fenomeno della devianza grave minorile attraverso dati, storie di ragazzi reclusi e voci di testimoni privilegiati, a partire dall’analisi dei processi di espulsione generati da povertà educative, working poor, Neet e, naturalmente, presenza radicata di organizzazioni criminali e mercati illegali che attraggono e seducono giovani nei vortici del crimine.
Il lavoro restituisce, inoltre, anche spunti utili all’adozione di strumenti formativi e di policy per intervenire nell’area della rieducazione carceraria e post-carceraria, al fine di costruire interventi più razionali, competenti e di follow-up. D’altra parte, il Ministero della Giustizia ha recentemente emanato un bando per reclutare professionisti da destinare al Dipartimento per la giustizia minorile, riconoscendo l’esigenza di aggiornare competenze per interventi in contesti ad alta complessità. Il volume, nel suo insieme, si rivolge utilmente a studiosi ed operatori nel campo della devianza e del crimine e a quanti hanno a cuore il destino di ragazzi troppo spesso attori inconsapevoli di vicende gravissime.
«Ciò di cui ci occupiamo in questo libro – spiega Valentini nel testo Introduzione – non sono le diverse manifestazioni di devianza occasionale, di violenze occasionali o di reati limitati agiti da adolescenti, minori o giovani (Moffitt,1993). Bensì, parliamo delle forme di devianza grave (serious crime) che rende conto di comportamenti reiterati di delinquenza, di carriere criminali già presenti nel proscenio della biografia soggettiva del minore, di reati consumati che delineano un fatto grave come aver usato un’arma da sparo. Su questi elementi sistemici, dunque, si concentra la ricerca. […] Gli interrogativi che hanno accompagnato la ricerca, pertanto, sintetizzano un’ampia riflessione che investe non poche istituzioni locali, ma anche centrali: perché il mercato delle armi è così facilmente accessibile da parte dei minori? Come si sovrappone tale mercato con i clan di camorra? Dove si trovano i covi o gli interramenti, ove si nascondono le armi? Chi rifornisce i clan? Abbiamo collaboratori e/o pentiti che hanno fornito informazioni più precise?»
“Umanistili e una ballerina sulla luna” di Elisa Rovesta
Il secondo libro di Elisa Rovesta, Umanistili e una ballerina sulla luna, NFC Edizioni, conferma una cifra stilistica precisa.
Con il suo stile sottile e arguto, l’autrice è riuscita ancora una volta a ricreare situazioni e atmosfere precise, che tutti noi abbiamo vissuto almeno una volta nella vita. E lo ha fatto permettendo ai suoi lettori di intraprendere un viaggio interiore in una “serenità ritrovabile”, come fosse un luogo di cui tutti hanno bisogno. In Umanistili e una ballerina sulla luna, Elisa Rovesta offre la chiave per riflettere sul proprio mondo interiore, il più autentico, quello che spesso nascondiamo anche a noi stessi. La ballerina sulla luna è una metafora, una metafora che, però, vive ed esiste come fosse reale. Per arrivare a lei è necessario fare un viaggio nella fantasia, nel pensiero puro, nelle paure che crediamo di avere e scopriamo di non avere.
A farci compagnia nel viaggio, una miriade di personaggi che sembrano arrivare direttamente dal suo primo libro Fatti di umani. Racconti in cui non succede niente. L’ultimo suo libro è un turbinio ironico di ritratti contemporanei come il motivatore personale, il guidatore con serie difficoltà a orientarsi nel mondo, colui (o colei) che fa di tutto per abbassare la tua autostima, i fidanzati che si sono lasciati ma continuano a essere amici, l’appassionata di brand personalizzati, gli entusiasti di animali umanizzati, le titolari di centri estetici radicalissime e severe, il tipo che si è stancato davvero (una volta per tutte!), l’artista dei ghirigori sulle unghie, il prototipo del “figo” versione 2.0, i cercatori di interiorità, gli appassionati di ciclismo, la moda dei calzettoni nello street, i bigodini sulle ciglia… Un modo, per l’autrice, di guardare alle assurdità della vita attraverso le mode e i modi che già Roland Barthes aveva trattato ne “I miti d’oggi” e Umberto Eco aveva descritto in “Apocalittici e integrati”. Nel libro di Elisa convivono tranquillamente sia i miti contemporanei sia i tipi descritti dal semiologo Eco. Lo sguardo di Elisa Rovesta è più scanzonato, attuale, ma l’attitudine indagatrice ha a che fare con la società e le sue contraddizioni.
Chiude il libro un romanzo breve (o racconto lungo) nel quale si trattano temi dedicati all’autostima, ai sogni infranti, ai desideri, alle delusioni e alle rivincite. Anche qui il registro ironico ha la meglio, con due personaggi femminili che, all’apparenza, potrebbero essere usciti da “Il diario di una schiappa” o da quelli di Bridget Jones. Solo un po’ più contemporanei e assurdi, nel loro essere potenzialmente veri.
L’autrice – Elisa Rovesta, laureata in servizi giuridici per l’impresa, ha iniziato a lavorare nel 2004 presso un’importante realtà di servizi alle imprese svolgendo mansioni di segreteria prima di occuparsi dell’ufficio commerciale e di risorse umane. Proprio da questo percorso professionale Rovesta è entrata in contatto con molti uomini e donne, mondi differenti e preziosi da cui ha potuto attingere e prendere ispirazione per creare i suoi personaggi di fantasia. Oltre che per gli esseri umani, l’interesse di Elisa è sempre stato rivolto verso il brand e la comunicazione: ha frequentato diversi corsi di specializzazione e master al Politecnico di Milano, alla School of Management della Bocconi e alla Scuola Holden. La carriera da scrittrice nasce all’inizio del 2022 da una telefonata professionale che la spinge a scrivere un testo su un personaggio amante dello “spugnato giallo”, rappresentazione di una filosofia di vita tipicamente all’insegna dell’orgoglio demodé. Da questo personaggio di fantasia nasce Fatti di umani. Racconti in cui non succede niente, editrice Il Rio.
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