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“Libera acqua in libero Stato”

Aprile 27
09:00 2010

È partita la raccolta delle firme per i tre referendum per l’acqua pubblica. La data di inizio è stata fatta coincidere con la festa della Liberazione (24/25 aprile) e si protrarrà sino al 4 luglio. La raccolta di firme è promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Pubblica (che riunisce un migliaio di comitati locali), il quale si batte contro la privatizzazione di un bene o servizio che dovrebbe essere considerato un diritto fondamentale per una democrazia. Per il suddetto Forum l’acqua è la fonte principale di vita, è un diritto umano e sociale e non può essere fonte di profitto. L’acqua, cioè, è un bene privo di rilevanza economica, per dirla in termini giuridici. I cittadini interessati alla raccolta delle firme possono consultare il sito: www.acquabenecomune.org o scrivere a: ufficiostampa@acquabenecomune.org.
Il Forum per l’acqua pubblica intende abrogare le nuove norme sui servizi pubblici, previste dal ‘decreto Ronchi’. Detto decreto (presupponendo l’inefficienza degli enti locali) ha previsto che le società quotate in borsa alla data del primo ottobre 2003 potranno proseguire la loro attività di gestione del servizio idrico integrato sino alla scadenza del contratto di servizio, a patto che riducano la quota pubblica al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro dicembre 2015. Questa norma è arrivata per completare un’opera di privatizzazione già avviata con la legge Galli del gennaio 1994. Si tratta di un affare (quello della privatizzazione) che vale almeno 8 milioni di euro. E non convince la precisazione del ministro Andrea Ronchi secondo il quale la proprietà dell’acqua resta pubblica, mentre la gestione va al privato. L’acqua in realtà è già stata privatizzata da tempo e chi investe in Borsa lo sa bene. Ad esempio l’acquedotto di Roma è in Borsa già dal 1999. Lo scorso novembre 2009 il contestato art. 15 del decreto Ronchi è stato trasformato in legge di riforma dei servizi pubblici (approvata dal parlamento con la fiducia): legge n.166. La gestione del servizio idrico dovrà così essere affidata ad un soggetto privato scelto tramite gara (un bando per la concessione del servizio), oppure ad una società mista nella quale il privato sia stato scelto con gara sempre ad evidenza pubblica. Secondo il Forum dei Movimenti per l’acqua pubblica anche quest’ultima riforma prevede l’ennesima privatizzazione senza liberalizzazione, creando di fatto monopoli a tutto vantaggio delle imprese private. “Un po’ come è stato fatto per molte aziende di Stato (vedi Telecom e Autostrade) – dice Luca Martinelli autore del libro L’acqua è una merce – Una volta affidato il servizio pubblico tramite la gara, chi l’ha vinta è il despota, con cui per venti o trenta anni avremo a che fare”. E’ un problema, questo, molto sentito! Il 20 marzo scorso 200mila cittadini (secondo il Forum dell’acqua pubblica) provenienti da varie parti d’Italia hanno sfilato in corteo a Roma dietro striscioni con su scritto “Libera acqua in libero Stato”. In testa al corteo circa 200 sindaci, sia del Pd che del Pdl, facenti parte del Coordinamento enti locali per l’acqua pubblica, hanno sfilato, con indosso la fascia tricolore, in quanto contrari alla privatizzazione del servizio idrico. Il motivo è che da un lato diminuirebbero gli investimenti ed i posti di lavoro, mentre dall’altro lato aumenterebbero le perdite d’acqua in rete ed ancora di più le bollette. I Comuni rappresentati dai sindaci in corteo hanno già approvato una delibera consiliare per far ridiventare pubblica la gestione dell’acqua. Per molti di questi la decisione è partita direttamente dell’Amministrazione comunale, per altri, invece, la decisione è stata stimolata da un “comitato per l’acqua pubblica” locale. In tutti e due i casi la delibera consiliare approvata ha fatto inserire nello statuto comunale la seguente frase: “In osservanza alla legge, la proprietà delle infrastrutture e delle reti del servizio idrico integrato è pubblica e inalienabile. La città s’impegna per garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata esclusivamente mediante soggetti interamente pubblici”.

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